Riflessioni in margine all’opuscolo Misericordia e giustizia di Emanuele Tupputi

Il 9 giugno 2021 Papa Francesco inviava un video messaggio in occasione del forum internazionale, organizzato dal Dicastero per i laici, la Famiglia e la vita, sul tema “A che punto siamo con Amoris laetitia? Strategie per l’applicazione dell’Esortazione apostolica di Papa Francesco” e in quella circostanza ha usato parole di grande incoraggiamento ai partecipanti ribadendo come «Il percorso intrapreso con le Assemblee sinodali sulla famiglia ha aiutato la Chiesa a far emergere tante sfide concrete che le famiglie vivono: pressioni ideologiche che ostacolano i processi educativi, problemi relazionali, povertà materiali e spirituali e, in fondo, tanta solitudine per la difficoltà di percepire Dio nella propria vita. Alcune di queste sfide stentano ancora ad essere affrontate e richiedono un rinnovato slancio pastorale in alcuni ambiti particolari: penso alla preparazione al matrimonio, all’accompagnamento delle giovani coppie di sposi, all’educazione, all’attenzione nei confronti degli anziani, alla vicinanza alle famiglie ferite o a quelle che, in una nuova unione, desiderano vivere appieno l’esperienza cristiana». Alla luce di queste parole, offriamo ai nostri lettori e lettrici un intervento di don Leonardo Catalano, Consulente familiare e docente di teologia morale presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Metropolitano “San Michele Arcangelo” di Foggia, che prende spunto da un sussidio pastorale della diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie scritto da don Emanuele Tupputi dal titolo MISERICORDIA E GIUSTIZIA DISCERNIMENTO IN FORO INTERNO, il cui testo integrale è edito nel sito ufficiale dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie (www.arcidiocesitrani.it) sez. “Servizio diocesano per l’accoglienza dei fedeli separati”, alla voce “sussidi”.

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 La riflessione di Emanuele Tupputi, misericordia e giustizia, è un’offerta meravigliosa e concreta per il cammino di una chiesa sempre più in uscita. Si tratta di un contributo specifico e, allo stesso tempo, per una pastorale efficace in modo da aiutare un discernimento in foro interno.

Questo contributo si può ben esprimere con tre immagini orecchie, cuore e mani. Queste immagini, orecchie cuore e mani, sono immagini che vogliono aiutare la coscienza a scegliere sempre il bene possibile, sempre più possibile, da realizzare e il male da evitare. Sono immagini che aiutano a far sì che le persone coinvolte in questo percorso possano davvero essere messe nella condizione di poter prendere decisioni adulte, responsabili e capaci di felicità. La felicità è l’obiettivo da raggiungere, perché a questo ogni persona è ancor di più ogni coppia e ogni famiglia sono chiamati. La fede davvero ci fa sperimentare l’amore del Padre per tutti i suoi figli, nessuno escluso. Questo amore va accolto, va compreso, va realizzato nel cammino della propria esistenza. Dinanzi alla Grazia che ha sempre il primo passo c’è la responsabilità di risposta della libertà umana. In questo senso il contributo di Emmanuele Tupputi si inserisce a pieno titolo e con grande efficacia.

Prima immagine: le orecchie. Le orecchie dicono un atteggiamento concreto di accoglienza e di ascolto. Questo ascolto è il tipico atteggiamento di chi si mette in cammino nel viaggio della vita con disponibilità, con quell’amore che si fa servizio per poter davvero con grande rispetto e senza nessun tipo di giudizio promuovere una partecipazione ad una vita felice, responsabile nell’amore e partecipata nella comunità. Il modello per eccellenza è sempre Gesù con la Samaritana. Gesù è sorprendente per il suo andare oltre ogni tipo di frontiera umana, sessuale, affettiva, etnica e religiosa.

La seconda immagine è il cuore. Il cuore nella Scrittura chiaramente non è la sede dei sentimenti, ma il luogo delle decisioni. Il cuore è il luogo del discernimento, è il luogo in cui, attraverso la sapienza l’umiltà e la pazienza, il fedele prende coscienza del passato per vivere bene il presente e orientarsi nel futuro. È il cuore che sa riconoscere le tracce di un Dio che si fa vicino, di un Dio che non abbandona nessuno, di un Dio che offre strade possibili, percorribili. Tutte le strade conducono all’amore del Padre. Il cuore è quella capacità di decidere, di incoraggiare e di accogliere l’incoraggiamento a questo discernimento responsabile personale e pastorale in maniera da rispondere sempre più con responsabilità e generosità all’amore. L’icona biblica dell’albero con i suoi frutti e del Padre misericordioso ci dicono come il cuore non può che avere la larghezza, la profondità, la lunghezza e l’altezza del cuore del Padre che è l’unico capace di non lasciarsi vincere dal male, ma di sorprendere in un amore incondizionato come una madre.

La terza immagine: le mani. Le mani sono l’aspetto operativo di un attento discernimento che aiuta il fedele nel formare la sua coscienza e nel cercare di attualizzare non solo un esame di coscienza, ma soprattutto una pratica d’amore per poter realizzare sempre di più quel bene e quell’amore nella propria vita e nella famiglia. Il colloquio col presbitero in foro interno concorre a questa formazione di un giudizio sempre più corretto per rispondere al sogno di Dio, al vangelo della famiglia in una realtà concreta. L’icona biblica dei discepoli di Emmaus dice chiaramente come agisce il Signore. Così la chiesa nel tempo e nella storia si mette in cammino in ascolto e quindi in sintonia delle persone che amano per poter dare risposte nuove a chi, ferito nell’amore, non si scoraggia nell’intraprendere sempre di più strade possibili per realizzare una felicità più grande.

Il testo profetico e pastorale di Tupputi è davvero uno strumento concreto per conoscere per amare e realizzare il bene morale secondo tappe di crescita. Siamo davvero tutti in cammino. La famiglia è una realtà in cammino quindi una realtà dinamica, ma ancor di più è una vera e propria storia di salvezza.

Questo agile strumento, inoltre, aiuta ad intraprendere una conversione etico-pastorale di vicinanza alle persone, scandita dal discernere, nell’accompagnare, nell’integrare.

La proposta di Emanuele Tupputi invita a vivere il Vangelo come un invito ad orientare in modo nuovo la vita, cioè, vivere un amore che si fa servizio, un amore aperto all’amore più grande e, nello stesso tempo, in grado di saper riconoscere le tracce dell’azione di Dio e che sa lasciarsi prendere per mano e quindi generare realtà nuove di amore. È urgente far esaltare davvero quell’immagine somiglianza di Dio che è comunione interpersonale e che la famiglia ne è riflesso fragile, ma possibile. Le relazioni nella famiglia aprono l’io all’altro ed educano l’io a costruire un noi. Siamo chiamati ad essere felici tutti, nessuno escluso.

don Leonardo Catalano*

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Presbitero della diocesi di Lucera – Troia, nato a Foggia nel 1976. È parroco di Biccari (FG), dottore in teologia morale presso l’Accademia Alfonsiana di Roma, perfezionato in bioetica presso l’Istituto di Bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Facoltà di Medicina e Chirurgia “A. Gemelli” di Roma. Dal 2011 è docente di teologia morale della persona presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Metropolitano “San Michele Arcangelo” di Foggia.

MISERICORDIA E GIUSTIZIA DISCERNIMENTO IN FORO INTERNO