All’ultimo momento sai del concerto per pianoforte e violino a San Ferdinando di Puglia dal poeta Salvatore Memeo. Non indugi, in un battibaleno ti rendi presentabile, premi sul pedale dell’acceleratore e… via alla volta della musica.
Lungo la strada, boccheggianti, con occhi spenti ti guardano, i carciofeti, i pescheti, gli uliveti e i vigneti, contaminati da pesticidi e seccatutto. Gridano invano le loro sofferenze agli uomini, flagellati dall’indotta ansia di estrarre, sfruttare ed accumulare.
Un tempo, per chi, come te, venendo da Barletta, bussava alla porta della limitrofa città, bandiera impregnata di sangue bracciantile, gli andavano incontro severi ed aulenti cipressi, le cui cime facevano il solletico alle nuvole più basse. Oggi, i pochi sopravvissuti aspettano fiduciosi di stormire assieme a nuove pianticelle che forse non saranno mai piantumate.
Ecco, la Biblioteca “Don Lorenzo Milani”, nome prestigioso e… impegnativo, nei pressi della Chiesa Madre. A istituirla il coraggioso parroco Mimmo Marone, le cui omelie sferrano quotidianamente un pugno nello stomaco di chi viaggia in senso contrario al Vangelo ed accarezzano quanti cullano la misericordia ed amano uomini, animali, piante e cose.
A gestirla, con una fantasmagoria di proposte culturali, il generoso Rosario Lovecchio, che per anni nella Scuola Media “Giovanni XXII” si è prodigato con le parole e le azioni nell’educare gli alunni ai principi ed ai valori della Costituzione italiana.
Oggi, in un vano scala, non su un palco sfavillante, viene offerto il concerto di due musicisti nativi. Invece di folle osannanti, una raccogliticcia manciata di parenti, amici e conoscenti. Blasfemia. Perdita del senso del sacro. “Nessuno è profeta in casa sua” disse Gesù di Nazareth, quando un’analoga fredda accoglienza gli venne tributata dai suoi conterranei nella sinagoga.
La giovane Brigitta Maiorano, fluente, al leggio con classe e competenza narra: “… La storia della musica è ricca di episodi dove si è felicemente realizzato lo scambio tra la musica colta e il repertorio popolare. La musica del genio ricerca energia vitale in quella popolare.” …
Poi, si accomoda al pianoforte, mentre Mauro, suo fratello, si appresta a scivolare con l’archetto sulle corde del violino. Entra in scena la musica, elegantemente, composizioni colte, ispirate dalla genialità e creatività dei popoli.
George Gershwin, Un americano a Parigi. Carlos Gardel, Por una cabeza, popolare tango argentino. Antonín Dvorák: Humoresques, op. 101, musica popolare ceca. “Sul bel Danubio blu”, musica austriaca. Anonimo: Due danze irlandesi per violino e pianoforte. Béla Bartók, Rumänische Volkstänze, Danze rumene, op. 56.
Johannes Brahms, danza ungherese, n.5. Felix Mendelssohn, Barcarola op. 19 n. 6 dalle “Romanze senza parole”. “Tu scendi dalle stelle”, canto natalizio.
Chi sono gli splendidi esecutori? I battenti della loro abitazione, semplice ed arredata con gusto, si aprono generosamente al tuo arrivo. Alla mensa è seduto un ospite, un anziano docente di scuola media. “Ha segnato papà in maniera indelebile, nell’agire autentico e nel libero pensare. La sua lezione è pervenuta anche a noi figli. Gli siamo grati.” Precisa, Brigida Maiorano.
Umile, affabile ed empatica. Un fiore di ragazza, fragrante da ogni petalo, Brigida. Direttrice di orchestra. Oncologa all’ospedale “Gemelli” a Roma. Non basta? Ora, è anche alle prese con il dottorato in oncologia. Chissà poi. Specie rara.
“Credimi, Mimmo, quando scruto il viso di ogni paziente, ho l’impressione che si trasfiguri, d’incanto appare il volto del Cristo sofferente.” Sussulti di orgoglio per l’abnegazione, congiuntamente ti si accappona la pelle, perché provi raccapriccio per i molti medici che salassano la gente, riducendo la salute umana a merce monetizzabile.
Sussurra, Renata: “Come mamma, sono preoccupata se non ha ancora mangiato nel tardo pomeriggio”. “Maaamma, sii tranquilla!” la dolce, ma decisa replica, “i pazienti hanno drammaticamente ed urgentemente fame di sollecitudine, affetto e competenza. Mangerò più tardi.”
“Mia moglie ed io”, interviene Nino, “ci siamo dedicati interamente ai figli, senza dimenticare i doveri verso la collettività, soprattutto quella più fragile e derelitta. Renata nella scuola, come maestra. Io nell’ufficio dell’Asl. Se un disoccupato, un vecchio, un disabile, ovvero un povero cristo arriva fuori dell’orario di servizio, non me la sento di mandarlo via. Le norme burocratiche devono custodire e tenere viva la fiammella di umanità. Pazienza se, poi, mi tocca essere apostrofato dal dirigente.”
Gustiamo le pietanze, semplici prodotti della terra che le mani di Renata, Mauro e Brigida hanno reso leccornie. In famiglia, solitamente grande sobrietà nel consumo di proteine animali. Per tradizione e consapevolezza scientifica. Oggi, neanche l’ombra di carne, pesce e latticini, per cullare il senso di ospitalità.
Mauro, violinista. Nell’aria già si respira l’imminente profumo della laurea in medicina. Umile, austero, atletico, magnetico nello sguardo, partecipa con parsimonia alla conversazione con interventi pregnanti. Brigida è la sua bussola. Armonioso il rapporto interpersonale, un sodalizio di affetti, arte, scienza, cucina, complicità ed allegria.
Brigitta e Mauro, due perle! I due genitori, il vecchio docente, Don Mimmo, il bibliotecario… una splendente collana generata da impurità intorno alle quali si sono agglutinale le secrezioni madreperlacee di ostriche marine!
Di loro, dell’impegno sociale, dei sacrifici personali se ne sa poco. Come anche di tante altre bellissime esemplarità e movimenti di base di cui rifulge la periferia dell’Italia. Un crimine! perpetrato da un’informazione malata, che ha bisogno di generare paura, per orientare e… sopraffare!
Caro Domenico, riprendo le tue parole “Si abbia il buon gusto di non chiamare “eroi” tutti quelli che ogni giorno sono in trincea, non solo durante le emergenze.” sono contento di averti conosciuto attraverso Odysseo , e che continui civicamente ad aprirci la mente e gli occhi ! Grazie. Benedetto