Attesa, preghiera, silenzio, trepidazione. Poi, già da questa mattina, la sensazione evidente che qualcosa stesse accadendo, che una modificazione fosse in atto. Ma la prudenza voleva che si continuasse a vegliare e pregare, in silenzio: ad attendere e sperare, rifuggendo ogni forma di enfasi.

Poi la trasformazione: dirompente, innegabile, che accadeva sotto gli stessi occhi dei componenti della Commissione. Anche sotto gli occhi di chi qui scrive.

Quindici ore fa, firmavo un pezzo sui rischi e sulle opportunità (grazie) legate al prodigio. Ora non mi tocca più fare ipotesi. Né mi compete aggiungere riflessioni e interpretazioni, per le quali ci sarà tempo e ci saranno voci ben più autorevoli della mia.

Ora ho il dovere di informarvi di quanto è accaduto e che potete apprezzare coi vostri occhi, grazie alla galleria fotografica, e attraverso le parole del comunicato ufficiale della Diocesi di Andria, che, data la singolarità dell’evento, si riporta in modo integrale:

Alle ore 19.00 si è riunita, nella Sala Capitolare della Cattedrale, la Commissione Speciale della Sacra Spina.

Alla presenza del notaio Paolo Porziotta, è stato redatto un verbale da cui si evince che: «Verso le ore 16.10, si è rilevata la presenza di un lieve rigonfiamento di colore bianco a forma sferica, a mo’ di gemma, posto a 3mm. circa dall’apice, lato destro della Spina, più precisamente sul bordo della scheggiatura apicale. Successivamente, verso le ore 17.10, si sono rilevate a occhio nudo, una seconda gemma, posta all’apice della Spina, e una terza gemma, posta 4/5 mm. sotto la prima; ancora più verso la base della Spina, il residuo del precedente prodigio dell’anno 2005 è sembrato rifiorire. Tanto è stato constatato direttamente, oltre che dalla Speciale Commissione, anche da sua Ecc.za Mons. Raffaele Calabro, il quale alle 17.40, durante l’omelia dell’azione liturgica del Venerdì Santo ha annunciato ai fedeli: “In questa circostanza ho il piacere di annunciare a voi tutti in maniera solenne che il miracolo ha avuto inizio”».

Il prodigio è ancora in corso. L’attesa e la preghiera non si fermano qui, ma continuano con la Via Crucis in Piazza Vittorio Emanuele e la veglia durante tutta la notte e nel giorno di sabato.

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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...