Rossella Tempesta è tra le più conosciute poetesse italiane. Nata a Napoli, è vissuta a Terlizzi, Milano, Cattolica, Rimini, Napoli, attualmente risiede a Formia. Si occupa di poesia e cultura. Autrice di otto libri di poesia, è presente nell’antologia Nuovi poeti italiani n. 6, a cura di Giovanna Rosadini, Einaudi 2012.
Il titolo del tuo primo romanzo è La pigrizia del cuore. Ci regali un’anticipazione?
“La pigrizia del cuore” è il mio primo lavoro in prosa e volendolo raccontare potrei dire che ho cercato di scrivere una storia comune, realistica, edificante e…beh sì, lirica, perché dalla poesia non mi allontano mai troppo.
Ci sono molte cose in questa storia, è una storia di donne e uomini, di relazioni personali e trame sociali, dice anche qualcosa di come viviamo, di come funzionano i nostri sistemi (la Giustizia, per esempio) e di quale sarebbero scelte di svolta, scelte che vincano la pigrizia dei cuori…
Si intuisce che sei sempre innamorata della Puglia, alcuni brani, molto efficaci e poetici, sembrano un manifesto a favore del turismo in Puglia…per esempio questo: “….le masserie antiche, le loro corti recintate in pietra bianca e circondate da alberi di ulivo centenari, di una possanza che mi fa pensare a qualcosa di magico, un archetipo arboreo si incommensurabile potere. Sembrano eserciti pacifici, schiere di creature protese al cielo e avvinte al suolo da radici enormi ma non statiche, come in un eterno invisibile movimento. Sono alberi protesi, alberi che camminano”.
Sì, la Puglia è una delle mie “madri”, sono infatti nata a Napoli, da madre napoletana e padre di Terlizzi, e proprio a Terlizzi sono cresciuta fino ai miei 20 anni. La terra, il mare, gli olivi, gli accenti dialettali…tutto mi è rimasto dentro, tutto ha “generato” quel che sono e i colori, i panorami, i suoni sono il peculio cui attinge la mia scrittura.
Nella lettura del romanzo la sensazione che più intensamente affiora è il tuo entusiasmo.
Una mia amica psicoterapeuta, alla quale mi sono ispirata per delineare il personaggio della Dottoressa Olivieri nel romanzo, mi dice sempre che io sono dotata di una “risposta vitalistica organismica” in parole povere, istintivamente reagisco a tutto con ottimismo, o almeno cercando di relativizzare e non abbattermi. Credo che le ragioni siano in parte nella mia più intima natura e in parte, forse quella più rilevante, nelle esperienze dolorose che hanno attraversato la mia vita. Mi hanno insegnato la gratitudine per i piccoli drammi che sono ben diversi dalle tragedie, dalle vere perdite. E poi c’è la mia pratica buddista, mi tempra e mi sospinge alla costruzione di uno spirito vitale incrollabile, aldilà delle (impermanenti) circostanze fenomeniche!
Quali sono le principali differenze che hai riscontrato tra la scrittura poetica e quella del romanzo?
Tante differenze! La scrittura di una poesia è un avvenimento quasi mitico, una iniziazione ogni volta. Una poesia è sempre un’epifania. La scrittura in prosa è un lavoro metodico, necessita della disciplina dell’applicazione quotidiana o quasi. Ma riserva altrettante sorprese: molti dei miei personaggi si sono creati da sé, mi sono usciti dalla penna e ancora mi chiedo dove per tutta la mia vita prima di questo romanzo si fossero nascosti ad attendermi…
Hai scelto le edizioni Spartaco per pubblicare La pigrizia del cuore. Ci spieghi i motivi di questa scelta?
Tiziana e Ugo Di Monaco sono due fratelli di Santa maria Capua Vetere, che seppur giovani, hanno creato le Edizioni Spartaco ben ventidue anni fa. Il loro catalogo è prestigioso, accurato, originale, libertario. Quando mi hanno chiesto di far parte della loro nutrita schiera di ottimi autori italiani e stranieri, non potevo che sentirmi onorata e accettare con…entusiasmo! Consiglio a tutti gli scrittori di visitare il loro sito, e a chi si trovi in zona, di fare un salto nella loro bellissima libreria, che vanta pure ben undici anni di attività; si chiama Spartaco ed è sita nel centro storico di Santa Maria Capua Vetere, appunto.
A distanza di poco più di un mese dall’uscita del romanzo, puoi dirci quale tipo di accoglienza ha ricevuto?
La pigrizia del cuore ha già ricevuto varie lodevoli recensioni, su accorsati blog letterari come 7 Rue de Grenelle, CriticaLetteraria, Linkiesta ArtSpecialDay e altri. Ma la più bella gratificazione la ricevo dai lettori e lettrici: mi scrivono, mi manifestano un apprezzamento che mi incoraggia e mi rende felice. La freccia ha colpito il cerchio, pare e dati i contenuti del romanzo, non posso che esserne contenta.
Sei stata assidua frequentatrice dei treni della Bari Nord. So che hai in serbo un progetto, ce ne vuoi parlare?
Ho scritto in effetti una raccolta di poesie e brevissime prose poetiche che si intitola Diario Pendolare. Il viaggio in treno lo pratico da tutta la vita, sono stata anche pendolare per lavoro, ma la matrice, la madre di tutti i miei viaggi pendolari è stata la tratta coperta dal trenino delle Ferrovie Bari–Nord: prendevo quel trenino da bambina per recarmi con mia madre a fare spese a Bari, poi da adolescente lo prendevo per raggiungere il teatro Niccolò Piccinni sempre a Bari, dove studiavo danza classica; ancora da universitaria per frequentare la facoltà di legge. Insomma era bello quel breve viaggio, familiare. Un treno piccolo, volti sempre conosciuti, ne ho dei bellissimi ricordi e per questo mi ha enormemente addolorata la tragedia dello scontro tra due convogli accaduta qualche anno fa. Ne è seguita una condanna senza appello per una linea ferroviaria che per anni e anni è stata forse la più funzionale d’Italia. Da questo dispiacere è nata la mia idea, condivisa dall’editore e poeta Antonio Lillo di Pietre Vive Editore: una raccolta per celebrare i viaggi dei pendolari e magari la proposta ai vertici delle Ferrovie Bari-Nord di regalarne copia ai propri viaggiatori.