Un’altra farsa – l’ennesima – è stata consumata a Roma da parte dei soliti scioperisti

Il 23 ottobre scorso gli utenti hanno potuto leggere sul sito dell’Atac le indicazioni circa lo sciopero del trasporto pubblico: a rischio bus, metro e ferrovie per via dello sciopero generale nazionale di 24 ore indetto dal sindacato CUB. La fascia di garanzia ovviamente ai sensi di legge è stata rispettata: e ci mancherebbe!

Sul sito dell’Atac i cittadini e non cittadini utenti hanno potuto e possono leggere che le motivazioni dello sciopero sono le seguenti (non è uno scherzo, virgoletto ciò che risulta dal sito): “Investimenti pubblici e questione ecologica; orario di lavoro; sicurezza sul lavoro; lavoro nero; smartworking; precarietà articolo 18 legge 300/70 e 68/99; servizio sanitario nazionale; istruzione; ricerca e pubblico impiego; salari, pensioni, occupazione e ammortizzatori sociali; guerra e corsa agli armamenti; welfare; questione abitativa; reddito universale pubblico e per tutti; immigrati; fisco e lotta all’evasione fiscale; rappresentanza nei luoghi di lavoro, diritto di sciopero; sostegno alle imprese”.

Capisco benissimo per i miei studi e per le mie militanze passate che la questione lavorista è strettamente interconnessa a tutta un’altra serie di questioni socio-economiche ed anche internazionali, ma nel brodo occorre contemperare i vari interessi in giuoco e fare scelte di buon senso, sempre. Con alcune di queste vaghe ed indeterminate motivazioni – come la guerra e corsa agli armamenti, tra le varie – scritte nero su bianco davanti agli utenti, per spiegare il perché di questo sciopero nei servizi della mobilità, un lavoratore Atac sindacalizzato quali interessi immediati e diretti ha per sentirsi in equilibrio con la propria coscienza civica nella scelta scellerata di scioperare proprio durante il disordine generale nella città-giungla dovuto al Covid-19!?

Non si è pensato che uno sciopero con tutte queste motivazioni – a maggior ragione in questo periodo molto particolare – può spaventare e creare disagi alle persone di quella popolazione fragile che prevalentemente utilizza i servizi del trasporto cosiddetto pubblico!? Non si è pensato che inserire tra le motivazioni alcune questioni non direttamente afferrabili con un ‘semplice’ sciopero Atac può causare evitabili rabbie in una sottospecie di “guerra tra poveri”!?

I sindacalismi retorici vanno messi da parte se si vuole un vero garantismo di qualità nella vita di tutti.


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Luigi Trisolino, nato l’11 ottobre 1989 in Puglia, è giurista e giornalista, saggista e poeta, vive a Roma dove lavora a tempo indeterminato come specialista legale della Presidenza del Consiglio dei ministri, all’interno del Dipartimento per le riforme istituzionali. È avvocato, dottore di ricerca in “Discipline giuridiche storico-filosofiche, sovranazionali, internazionali e comparate”, più volte cultore di materie giuridiche e politologiche, è scrittore e ha pubblicato articoli, saggi, monografie, romanzistica, poesie. Ha lavorato presso l’ufficio Affari generali, organizzazione e metodo dell’Avvocatura Generale dello Stato, presso la direzione amministrativa del Comune di Firenze, presso università, licei, studi legali, testate giornalistiche e case editrici. Appassionato di politica, difende le libertà e i diritti fondamentali delle persone, nonché il rispetto dei doveri inderogabili, con un attivismo indipendente e diplomatico, ponendo sempre al centro di ogni battaglia o dossier la cura per gli aspetti socioculturali e produttivi dell’esistere.