Lo diceva già Eratostene, ora lo ribadiscono illustri scienziati: il clima condiziona il nostro temperamento.

Provate a fantasticare un secondo con la mente, ad immaginarvi bloccati nella botola di un auto sotto il sole infernale, senza aria condizionata e magari anche in un auto con i sedili in pelle: il minimo sarebbe tirare in ballo tutti i santi numi dell’Olimpo. Si sa, il traffico di per sé genera già malumore, figuriamoci in condizioni metereologiche padroneggiate dall’afa e dalla calura. Ebbene sì, il caldo produce un aumento del nervosismo, ma può, dunque, creare una crescita dell’aggressività? Un nuovo studio di ricerca pubblicato sulla rivista “Behavioral and Brain Sciences”, sostiene che il clima abbia una parte da protagonista principale nello “istigare” la violenza. Uno degli argomenti a favore di questa tesi vede, nelle zone equatoriali, in cui si registrano alti livelli di temperatura, lungo tutto il periodo annuale, un alto tasso di criminalità, che potrebbe annoverare tra le sue cause appunto il caldo, fonte di aggressività.

Già Eratostene, pur con argomentazioni ben differenti, scriveva che il clima influisce sul temperamento di interi popoli. Ora, gli studiosi della Vrije Universiteit di Amsterdam hanno pensato ad un modello di studio, il quale è stato chiamato CLASH ( acronimo di “CLimate Aggression, Self-control in Humans”). Alla base di questa ricerca è l’argomentazione secondo la quale chi vive in zone caratterizzate da temperature in cui prevale la frescura, il clima mite, o una rispettata stagionalità, sarebbe meno predisposto alla violenza fisica, mostrando elevato self control e capacità di progettare un futuro in cui la tranquillità sia first lady. Al contrario chi abita in nazioni per lo più calde, in cui i cambi di stagione sono più o meno nulli, tali da non avvertirli, ostenterebbe meno controllo di sé, avrebbe scarsa capacità di progettazione del suo futuro e quindi povera prospettiva di vita. Oltre all’aumento di irritabilità, disagio, aggressività, il caldo, ci tengono a precisare i ricercatori, stimolerebbe la gente ad uscire da casa, per cui ciò porterebbe le persone ad intraprendere più relazioni tra loro, ecco nascere le maggiori occasioni di possibili conflitti.

“Il clima plasma il modo di vivere delle persone, influenza la cultura in modi che non possiamo immaginare”, sottolinea l’autore Paul Van Lange. “Il clima è una delle variabili più importanti che determinano una cultura – prosegue – determina cioè il modo in cui i gruppi scelgono di organizzarsi e le norme che condividono. Influenza anche i pensieri e il comportamento”. Per questa precisa motivazione, asserisce il professore, bisognerebbe continuare a ricercare, studiare ed indagare sulle conseguenze che il riscaldamento della terra sta scatenando, non solo da un punto di vista ambientale, ma anche e soprattutto da quello della psicologia di chi la terra la abita.