Ha finito i suoi giorni in una casa di cura in provincia di Trento il pastore che non avrebbe mai voluto lasciare il suo gregge
Quando si è avanti negli anni e non più autosufficienti, i nostri anziani, come i bambini, suscitano una meravigliosa tenerezza: il non volerli assecondare sembrerebbe un atto di violenza; il loro sorriso, un po’ birbante, ci è prezioso per stemperare quelle amarezze provocate non dal caso, ma soprattutto da certe decisioni “politicamente corrette” che lasciano molti dubbi sul versante dell’umano.
Padre Giuseppe Civerra è tornato alla “Casa del Padre”!
È stato un prete da una forte fibra, di una ecletticità unica; da sempre, lungo la sua strada, ha ricercato un dialogo fattivo in cui il parlare fosse il mezzo più indicato per entrare nella storia della gente.
Il suo linguaggio è rimasto sempre concreto, legato ai problemi della terra e ai bisogni urgenti del lavoro e della quotidianità delle persone: era questo il vocabolario che gli individui comprendevano. Per lui la gente era l’aria che un prete deve respirare e quindi ricercare. Uomo dell’accoglienza si è preoccupato di offrire un tetto a un sacerdote anziano prima e a un salesiano dopo.
Esperto di astronomia, ha costruito con mezzi di fortuna un osservatorio astronomico ad Andria, in località Barbadangelo. Lo si è anche apprezzato come ottimo pittore, autore di mostre.
Nel 1975 padre Civerra si era trasferito in una chiesa abbandonata nelle campagne dell’area premurgiana di Andria: il Santuario del Santissimo Salvatore.
La solitudine era la sofferenza più grande per un prete: il celebrare senza la gente era la più grande penitenza. Qui nacque l’idea della radio prima e della televisione dopo. «Se la gente non va al Santuario del Santissimo Salvatore, allora è il Santissimo Salvatore che va nelle case della gente. E vi entra a porte chiuse e senza bussare», queste le parole del sacerdote, in merito alle origini di Tele Dehon.
Nel 1976 ha fondato una radio locale, Radio C.h.r.i.s.t.u.s. (Centro Hertz Radiofonico Italiano Sacrae Trasmissioni Universae Scripture), e il 3 maggio 1978 dal santuario del Santissimo Salvatore di Andria ha acceso il primo segnale di Tele Dehon. Lo scopo di questa intuizione: raggiungere la gente. Il nome della televisione lo prende dal suo fondatore: il francese padre Dehon. Ma questo nome “strano” era troppo difficile da pronunciarsi per tanta gente con poca dimestichezza con la lingua francese, così da subito Tele Dehon venne popolarmente “ribattezzata” come la “televisione di padre Civerra”.
La storia di questo straordinario prete non si è fermata alla tv: da giovane va in Inghilterra per studiare l’inglese e quindi partire missionario; non gli fu però possibile, e dall’inglese ha dovuto ben presto apprendere l’andriese. Ma lui è l’uomo dei sogni: l’ideale missionario non l’ha mai abbandonato e l’ultimo periodo della sua vita lo ha trascorso in Albania: alla sua maniera, lungo la strada, a dialogare con la gente, nonostante la difficoltà della lingua a cui sopperiva con la sua esplicita e inconfondibile gestualità.
Gli ultimi mesi, nonostante la sua volontà e quella del suo “gregge”, padre Civerra, colpito da ictus, li ha vissuti in provincia di Trento, in una struttura di preti anziani che aspettano, forse impazienti, la chiamata del Signore. Ma un pastore, visceralmente, non può vivere lontano dal suo gregge, nonostante qualche momento personale e decisionale oscuro. La sua mente è stata sempre lucida e libera; però gli è mancata la sua gente come l’aria per respirare, e allora si può anche vivere, ma come se fossimo già morti prima della chiamata del Signore.
Se certe decisioni sono “politicamente corrette”, ci chiediamo: a chi giovano? …Con gli anziani e con i bambini però non si può barare!
ma almeno adesso che è morto lo portano ad andria dal suo gregge per un funerale che merita un sacerdote del suo calibro-….. ma tanto so che alla vergogna non c’è mai limite e padre civerra al santuario non ce lo portano manco morto .. by giuseppe terlizzi
I grandi uomini partono per la Casa del Padre con la sola valigia della propria anima. I morti dentro, i vinti, i disillusi, camminano tra noi, zavorrati dalle pene immense con cui scusano il proprio non saper fare.
Spero tanto che Padre Giuseppe Civerra. adesso che è tornato alla Casa del Padre, compia qualche miracolo.
Quanto sarebbe bello se venisse dichiarato Santo!!
Facciamo tesoro della saggezza delle persone sagge che hanno attraversato la nostra esistenza, senza polemiche, e impariamo da loro quei valori che nobilitano la vita. Così continueranno ad essere sempre maestri di esistenze.
P.Civerra è stato davvero un maestro di vita e possedeva un linguaggio tagliente ed efficace.E’una vera perdita per l’umanità.