Vieni nel mio pensiero, fiore
Nei versi della poetessa Mariangela Gualtieri ricorrono alcune riflessioni sulla morte delle persone care che ci piace condividere con gli amici lettori che in questo giorno, a tre anni da quando ci ha lasciati, si ritrovano con noi nel ricordo di Sara Rodighiero.
I
Bambina mia,
per te avrei dato tutti i giardini
del mio regno se fossi stata regina,
fino all’ultima rosa, fino all’ultima piuma.
Tutto il regno per te…
Noi siamo solo confusi, credi.
Ma sentiamo. Sentiamo ancora.
Siamo ancora capaci di amare qualcosa.
Ancora proviamo pietà.
C’è splendore in ogni cosa. Io l’ho visto.
Io ora lo vedo di più.
C’è splendore, non avere paura.
Ciao, faccia bella, gioia più grande.
Il tuo destino è l’amore.
Sempre. Nient’altro.
II
Vieni nel mio pensiero, fiore!
Mettiti al centro. Io vedo te.
Ti vedo…
Ti vedo, fiore! Entro nel tuo enigma.
Io mi riposo in te che sei guanciale
E camera celeste per nuotare
Dentro la luce…
Fiore – nient’altro c’è
Terrestre come te che prometta
Un paradiso…
III
Dormi ossicino mio
Dormi rondinella
Il tuo respiro adesso
È la musica bella
Che nel silenzio seguo
Passo passo.
Il tuo respiro
È sentiero che nel buio percorro
Dal mio letto alla culla
Dalla tua culla al mio petto
E vinco la paura.
E ti proteggo
Tu che proteggi la casa
E la fai posto bello
Di questo mondo.
Dormi nido rotondo
Dormi mia rondinella.
IV
L’amore mio ha tanti di quei nomi.
Batte le foglie a volte come cielo
Che scende in gocce. Tira via le foglie
Secche e le trasporta in volo.
A volte l’amore mio sorge e risplende
A volte per un momento breve
Mi guarda sul sentiero con occhi
Spaventati di capriolo. Ha molte facce
L’amore mio. Umane facce
E musi. Ha tutte le parole,
ha note, sinfonie, voci cantate.
Ha un vuoto così grande
che mi accoglie, mi chiama
e mi atterrisce. L’amore mio.
Mi consola e mi duole.
E non muore, non muore.
Da forma a forma fiorisce.
V
Io non chiedo per voi l’eterna pace
Non quel sonno infinito delle pietre
Io non prego per la perpetua luce
In un tetro di tenebre ghiacciate.
Non chiedo sonno per voi
Non imploro riposo
Io non prego perché restiate stesi
Con palpebre per sempre sigillate.
Chiedo per voi, morti nostri, un’adesione
A tutta la bellezza che vediamo
Crescerci intorno e dalla quale siamo,
noi vivi, siamo separati.
Siate bellissimi, morti nostri. Diventate voi
Tutta la meraviglia di quando alziamo la faccia
Nell’aperta notte e quasi non reggiamo
Quell’impero enigmatico di stelle,
tutta l’eleganza armonica del cielo.
Siate voi.
Non prego per voi, io prego voi.
Andate. Dove sarà svelata
La profezia dei fiori,
di tutti i fiori. Nella pace siate
di certe domestiche sere,
nella gioia d’infanzia, nell’abbraccio tra umani, siate,
o quando piove d’estate, dopo la calura, dentro
un vapore di fornelli, dove si fa pane,
dove si beve latte. Nel semplice stare
che non vediamo, se non a volte
dopo un dolore grande.
E il riposo vostro sia la melodia rotante
Di tutti i mondi.
Sia nella voce di qualcuno che canta
Nel rumore d’acque sia la vostra pace
In tutte le tane silenziose, dove da una madre pregna
Esce un cucciolo inerme, bagnato di leccate.
Andate, siate. Liberati – nello svelato
Mistero del nascere a qualcosa che non sappiamo,
al quale diamo il tetro nome di morte e forse invece
come seme ci schiude a più vaste vite, a più vaste
vedute. Forse.
[Mariangela Gualtieri, Quando non morivo, Einaudi, Torino 2019]
Ascolta i versi di M. Gualtieri nell’interpretazione di Maria Antonietta Vito: