Una lettera aperta al Prof. Ugo Villani per ribadire tutte le ragioni per cui votare NO il 4 dicembre

[Il seguente articolo rappresenta esclusivamente le posizioni dell’autore sulla tematica trattata]

Un burattino politico si aggira freneticamente per l’Italia reale e digitale, volendo delittuosamente stravolgere la Costituzione di Pietro Calamandrei, Sandro Pertini, Tina Anselmi, Nilde Jotti e di tantissima altra gente meravigliosa, per accondiscendere agli interessi di potenti burattinai.

Fa leva sull’età giovanile, ma è più vecchio di matusalemme. Ricorre ad adescanti battute spiritose, ma pochi veramente ridono, per le lacrime che già scorrono ed i nuvoloni che incombono, minacciosi, sulle loro esistenze. Si avvale di mance elettorali, ma genera un profondo disgusto in chi aspira ad una giusta distribuzione del denaro pubblico. Seduce i servili mezzi di informazione, ma molti, ormai, hanno compreso la sua inaffidabilità intellettuale, politica e morale.

Per più giorni, quindi, prima del referendum costituzionale del 4 dicembre, il mio spirito, ribelle ai soprusi, alle arroganze, alle menzogne, mi porterà ad informare correttamente la gente della BAT sulle ragioni del “NO”. Guardandola eticamente negli occhi. Suscitando speranze. Accogliendo delusioni. Invitando a non rassegnarsi. Stringendo con energia la mano, come ad un congiunto. Nonostante i miei pesanti 73 anni.

Supplicherò le mie gambe, claudicanti dall’infanzia, a pazientare, perché sento il bisogno di difendere la Costituzione, alla quale devo molto. Se, infatti, sono stato docente per quarant’anni, pur provenendo da una famiglia socialmente debole e scarsamente acculturata, se la sanità pubblica mi ha curato per oltre un anno in ospedale, se vivo in un Paese dove posso liberamente esprimere il mio pensiero, se almeno formalmente la democrazia continua ad esistere, se…, se…, se….,lo devo alla legge fondamentale dello Stato italiano.

Ecco il testo, che distribuirò e commenterò alle persone che avranno la bontà di fermarsi un attimo a riflettere amabilmente, insieme, sulla delicatissima decisione da prendere.

REFERENDUM. Lettera ad Ugo Villani, docente di Diritto internazionale

Caro Ugo, mi onoro della tua amicizia da quando indossavamo i pantaloncini. Eri un ragazzo semplice, socievole, generoso, affabile, molto bravo a scuola. Giovanissimo, grazie al naturale talento ed ai rigorosi studi, sei diventato docente di Diritto internazionale all’Università di Bari.

Bussano alla porta delle tue competenze giuridiche, molti. In questi giorni inquieti ed avvelenati dalle menzogne. Per informarsi. Per scegliere consapevolmente al referendum. Anch’io, come tanti. Le tue interviste e gli interventi onesti, lucidi e documentati mi hanno liberato dalla disinformazione, dal seducente condizionamento del conformismo o dallo schiavizzante insulto del “voto di scambio”, convincendomi a votare “NO” . Perché?

COSTITUZIONE. La Costituzione delle Madri e dei Padri costituenti è chiara, sintetica e democratica. Se, in avvenire, sancisse anche referendum abrogativi senza quorum e… propositivi, il popolo, autentico, esulterebbe di gioia.

“E’ nata sulle montagne” diceva Pietro Calamandrei, “dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove vennero impiccati. Dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità.” La realizzarono, con onestà di intenti e lungimiranza, le forze politiche: azionista, cattolica, comunista, liberale e socialista.

Se, finora, non sono emerse pienamente le sue generose potenzialità, lo si deve all’imperdonabile irresponsabilità di quanti (poteri forti, politicanti, tecnocrati, burocrati, giornalisti asserviti e cittadini compiacenti) l’hanno frodata o remato contro.

“RIFORMA” DELLA COSTITUZIONE. La “riforma” della Costituzione, fatta con i piedi, è pasticciata, confusionaria e… persino pericolosa. Anche i principi fondamentali, in filigrana, vengono diabolicamente e vergognosamente scalzati!

A “riformare” la Costituzione e varare l’Italicum, legge elettorale, ha provveduto, un Parlamento incostituzionale, a colpi di una minoranza, divenuta maggioranza, grazie al premio abusivo del Porcellum, severamente bocciato dalla Consulta.

Il PD, alle consultazioni elettorali del 2013, non propose né la “riforma” costituzionale né l’Italicum. Spuntati, come conigli avvelenati, dal cappello di Renzi, le Camere sono state costrette ad approvarli, perché la maggioranza ha fatto ricorso al “voto di fiducia” e rimosso dalla “Commissione Affari Costituzionali” i senatori dissidenti della sua area politica. Ricatti e blandizie aleggiavano spudoratamente nell’aria. Fetida! Immonda!

A pretendere la “riforma” costituzionale, sono stati i “poteri forti”: le banche, la Confindustria, il governo USA, le cancellerie europee, le lobby della chimica, del petrolio, della farmaceutica, del settore agroalimentare, a cui sta cinicamente a cuore il profitto, a scapito degli interessi del popolo italiano e del benessere del territorio. Loro affidabile alleato, Giorgio Napolitano, ex Presidente della Repubblica. Da 63 anni al potere!

GOVERNO. Il governo, azzerate forme di controllo, di garanzia e contrappesi, disporrebbe di eccessivi poteri. Un solo un uomo al comando, quindi, senza l’occhio vigile e la mano ferma di un’opposizione, un Presidente della Repubblica, una Consulta, una Regione, autorità indipendenti, che possano contrastarlo. Incomberebbe, in prospettiva, Dio ce ne scampi!, il rischio di un regime autoritario! Esportabile altrove!

SENATO. I cittadini italiani, espropriati del fondamentale diritto di scegliersi i propri rappresentanti, sancito dall’articolo 1 della Costituzione, verrebbero ridotto al rango di sudditi, e una masnada di Consiglieri regionali e Sindaci, per giunta inquisiti, protetti dall’immunità, invaderebbe, ignobilmente, Palazzo Madama.

Le Regioni non potrebbero porre veto ad opere inutili, inquinanti o mostruose, in nome di un presunto e discutibile “interesse nazionale”, a discapito delle esigenze delle collettività locali, della valorizzazione e salvaguardia del territorio.

Esploderebbero conflitti di competenze e di attribuzioni fra le varie istituzioni, Camera contro Senato, Parlamento contro Regioni, Stato contro UE, e viceversa. Tutte in perenne contrasto tra di loro.

I senatori, con part-time verticale, dovrebbero dedicare alcuni giorni della settimana agli impegni nei Comuni o nelle Regioni ed altri alle funzioni legislative del Senato. Di conseguenza, la qualità ne risentirebbe, ed il Paese… boccheggerebbe. Ansimante!

La “riforma” farebbe risparmiare meno di 40 milioni. Quanto costa in un anno la manutenzione dell’aereo megagalattico acquistato, per sé, dal Presidente Renzi!

E’ pretestuoso dire che l’iter legislativo venga accelerato. Quando, infatti, la maggioranza di governo è coesa ed ha a cuore un suo problema, i tempi vengono bruciati con una rapidità strabiliante. Es.: Legge Fornero, Norme a favore delle banche.

ITALICUM. Con la nuova legge elettorale, il Parlamento, formato da 730 membri, sarebbe costituito da 550 nominati, e solo 180 verrebbero eletti dai cittadini.

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. Il Presidente non nominerebbe il capo del governo, non potrebbe sciogliere il Senato e, di fatto, neppure la Camera. Si ridurrebbe a rivolgere moniti, inascoltati, o a tacere, per complicità, essendo stato eletto dall’uomo solo al comando. Insomma, una larva mummificata!

LEGGI DI INIZIATIVA POPOLARE. Oggi per presentare una legge di iniziativa popolare bastano 50 mila firme, in futuro ne occorrerebbero 150 mila. Viva la partecipazione!

REFERENDUM ABROGATIVI. Nei referendum abrogativi, le firme da raccogliere salirebbero da 500 mila a 800 mila. In compenso potrebbe esserci un modesto abbassamento del quorum.

Ugo caro, persone di specchiata onestà e competenza, come te, pullulano in Italia, in campo sociale, economico, politico, culturale, artistico e religioso. Io, di te e di loro mi fido. Consapevolmente! E…mi sento orgoglioso di essere italiano.

Grazie, meraviglioso amico di alta levatura morale e civile.

Mimmo Dalba, uno dei tantissimi cittadini, che amano appassionatamente la COSTITUZIONE. Per Lei mi giocherei le pupille!


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Percorso scolastico. Scuola media. Liceo classico. Laurea in storia e filosofia. I primi anni furono difficili perché la mia lingua madre era il dialetto. Poi, pian piano imparai ad avere dimestichezza con l’italiano. Che ho insegnato per quarant’anni. Con passione. Facendo comprendere ai mieli alunni l’importanza del conoscere bene la propria lingua. “Per capire e difendersi”, come diceva don Milani. Attività sociali. Frequenza sociale attiva nella parrocchia. Servizio civile in una bibliotechina di quartiere, in un ospedale psichiatrico, in Germania ed in Africa, nel Burundi, per costruire una scuola. Professione. Ora in pensione, per anni docente di lettere in una scuola media. Tra le mille iniziative mi vengono in mente: Le attività teatrali. L’insegnamento della dizione. La realizzazione di giardini nell’ambito della scuola. Murales tendine dipinte e piante ornamentali in classe. L’applicazione di targhette esplicative a tutti gli alberi dei giardini pubblici della stazione di Barletta. Escursioni nel territorio, un giorno alla settimana. Produzione di compostaggio, con rifiuti organici portati dagli alunni. Uso massivo delle mappe concettuali. Valutazione dei docenti della classe da parte di alunni e genitori. Denuncia alla procura della repubblica per due presidi, inclini ad una gestione privatistica della scuola. Passioni: fotografia, pesca subacquea, nuotate chilometriche, trekking, zappettare, cogliere fichi e distribuirli agli amici, tinteggiare, armeggiare con la cazzuola, giocherellare con i cavi elettrici, coltivare le amicizie, dilettarmi con la penna, partecipare alle iniziative del Movimento 5 stelle. Coniugato. Mia moglie, Angela, mi attribuisce mille difetti. Forse ha ragione. Aspiro ad una vita sinceramente più etica.