«Il rapporto tra l’alfabetismo e l’analfabetismo è costante, ma al giorno d’oggi gli analfabeti sanno leggere»
(Eugenio Montale)
Scuola.
Raffaello Editore Player.
La Settimana della Creazione, suona così:
(…) Per realizzare il creato
solo sette giorni il Signore ha impiegato.
E con amore e tanta cura
ha dato vita ad ogni creatura (…)
Appena in bambini sentono i primissimi rintocchi saltano in aria, si preparano, si mettono in posizione, l’adorano!
E così la cantiamo tutta, da inizio a fine, insieme al nostro cartellone che ci insegna anche a contare con gli ordinali.
Ieri eravamo assolutamente presi, concentrati e contenti allorquando…
(…) In ultimo l’uomo ha creato
tutto quanto gli ha affidato
e poi, Dio si è riposato.
Ecco l’adulta di turno chiedermi: “Dov’è Dio? Non interviene? Dov’è?”.
Fermi tutti bambini, stop, immobili e in posizione di ascolto!
“Dov’è Dio, mi chiedi? E dov’è l’uomo, me lo dici?”.
E come ogni volta in cui pongo questa domanda, la risposta non arriva. E dunque incalzo, ci provo sempre e chiedo se la colpa è davvero di Dio che, volendo essere credenti, ci ha lasciato il libero arbitrio o dell’uomo, tua, mia, che lo usiamo per i nostri comodi dacché il mondo è mondo?
E ancora niente. Così provo a cambiare la forma: “Mi sai dire tu, tu proprio, cosa fai quando trovi imbrattati i mattoni del pavimento nuovo in piazzetta?”.
Ancora niente, brancoliamo nel buio.
Ve lo dico io cosa fa: nulla, perché a cosa serve scrivere al Sindaco, per esempio? A niente. Non leggerà mai, le cose vanno da sempre così, che dobbiamo fare?
Eppure un timido tentativo di risposta arriva, a voce bassa e con il fare circospetto di chi non vuole farsi sentire… eccolo: «Senti, io sono anche d’accordo che dobbiamo accogliere la gente che viene da fuori, quando collabora. Ma quando poi devono dare fastidio, imbrattate, rubare, se ne devono andare a casa loro!».
Ah, così, dal niente. Cioè, i fatti erano: Dio non interviene, l’uomo che fa (?), tu hai chiamato il Sindaco (?)… fuori tutti gli stranieri, questa è casa mia!
Boh. Io, boh!
A parte il fatto che mi sembra chiara la mancanza assoluta di soluzione di continuità (a Bari si dice, con riferimento al gioco della briscola: «Io butto a coppe e tu rispondi a danari»), con un giro dell’oca senza precedenti mi trovo a farmi la stessa domanda: Santo cielo, dov’è Dio???
Con un dettaglio, io mi rispondo anche: è ovunque intorno a me, lo vedo proprio, con la mano sulla fronte come chi proprio non si capacita e, non starò qui a dire che soffre, perché vedo un fumetto sulla sua testa che recita così: «Forse potrei intervenire con un’estinzione di massa, ma a pensarci bene, significherebbe ammettere che non c’è più niente da fare e poi… poi: non ve la meritate l’estinzione!».
E dunque: fai il bene che devi dare, nessun passo indietro. Fatti presenza, sempre e agisci come puoi perché qualsiasi cosa diventi un po’ più bella. Non farti mangiare dal tuo ego, apriti, costruisci, donati: fatica per il bene di tutti! Solo lì troverai anche il tuo.
E niente: le chiacchiere se le porta via il vento e prima che mi parta la particella pronominale dell’addio al buon senso, passo e chiudo.
Alla prossima, popolo Qadosh, alla prossima.