Le attese, le polemiche, i sogni, il coraggio della denuncia

Attorno all’Esortazione post-sinodale Querida Amazonìa, che ha messo l’ultimo sigillo al Sinodo sull’Amazzonia, svoltosi a Roma dal 6 al 27 ottobre 2019, si era creata una grande attesa da pare di moltissimi media, attenti più alla sensazionalità della notizia che alla problematicità della tematica all’ordine del giorno.

È stata delusa la febbrile attesa di quanti speravano o paventavano una rivoluzione disciplinare sul piano del celibato ecclesiastico; anzi molti hanno creduto di dover imporre, a volte  con mosse editoriali poco trasparenti, il tema del celibato ecclesiastico in termini di un assurdo aut aut. Questa fissazione maniacale sul celibato ha fatto sì che qualche commentatore abbia sentito il testo di Querida Amazonia come vuoto. Ma la problematicità dell’Amazzonia non è legata né alla clericalizzazione delle donne, né all’offrire una donna ai preti. Il Sinodo sull’Amazzonia non era un confronto sul celibato, anche se questo tema ha avuto un suo peso nello svolgimento dei lavori.

Tuttavia Papa Francesco nella sua introduzione ha fatto una scelta di campo: “Non svilupperò qui tutte le questioni abbondantemente esposte nel documento conclusivo” del Sinodo. Quindi è chiaro che se il Papa non sviluppa alcuni punti, non è perché li esclude, ma perché non ha senso ripetere ciò che è già stato detto, lasciando alla riflessione post-sinodale gli approfondimenti delle varie proposte.

Il problema religioso, sottolinea p. Antonio Spadaro della Civiltà Cattolica, non si risolve pensando di avere più preti, ma lasciando spazio ai laici, i quali possono – come già fanno – annunciare la Parola di Dio, insegnare, organizzando le comunità con ruoli di leadership, ma anche celebrando alcuni sacramenti e dare vivacità alla pietà popolare (cfr n. 89 del documento papale). Questa prospettiva viene incoraggiata sulla base di ciò che avviene già di fatto e riconoscendo il ruolo fondamentale dei catechisti.

Si apre qui uno spazio per una possibile elaborazione di un “rito amazzonico” sotto la leadership dei laici, menzionato da Francesco nella nota 120. È un punto sul quale il Sinodo (e non alcuni giornalisti) ha accolto la sfida proposta dal Papa di uscire dalla polemica sui viri probati. L’Amazzonia diventa così il grande laboratorio quale “battistrada per l’intera Chiesa in una regione di territori derubati, dove si ricorre a mezzi estranei a ogni etica, accompagnati da gravi violazioni dei diritti umani e da nuove schiavitù che colpiscono specialmente le donne: dalla peste del narcotraffico che cerca di sottomettere gli indigeni, alla tratta di persone che approfitta di coloro che sono stati scacciati dal loro contesto culturale. Querida Amazonia mette così nero su bianco contro i più svariati e impuniti crimini targati “Sviluppo e Modernità” e sancisce un solco invalicabile tra quei popoli e l’economia predatrice. Non si può permettere che la globalizzazione diventi un nuovo tipo di colonialismo.

Il documento poi si lascia andare a dei sogni:

  • «Sogno un’Amazzonia che lotti per i diritti dei più poveri, dei popoli originari, degli ultimi, dove la loro voce sia ascoltata e la loro dignità sia promossa.
  • Sogno un’Amazzonia che difenda la ricchezza culturale che la distingue, dove risplende in forme tanto varie la bellezza umana.
  • Sogno un’Amazzonia che custodisca gelosamente l’irresistibile bellezza naturale che l’adorna, la vita traboccante che riempie i suoi fiumi e le sue foreste.
  • Sogno comunità cristiane capaci di impegnarsi e di incarnarsi in Amazzonia, fino al punto di donare alla Chiesa nuovi volti con tratti amazzonici» (n. 7).

Ma l’Amazzonia può diventare anche un luogo dove si educano le nuove generazioni di preti, e, con un pizzico di polemica, qualcuno lo ha proposto altresì come luogo di “rieducazione” per curiali di lungo corso, lasciando proprio le curie in mano a laici.

In questo Papa Francesco in una recentissima lettera inviata al presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, mons. Joseph Marino, chiede di integrare nei curriculum di formazione per i sacerdoti candidati al servizio diplomatico della Santa Sede un anno di impegno missionario presso una diocesi delle Chiese di confine, al di fuori della propria terra di origine.

Una curiosità: Papa Francesco pubblica la sua esortazione Querida Amazonia nel 15° anniversario dell’assassinio della religiosa Dorothy Stang, che in Brasile si è preso cura delle condizioni di vita dei più poveri, difendendo i loro diritti.