Significa partire dalla nostra cenere, la morte che ci abita, per arrivare al fuoco dello Spirito

Purtroppo, per tanti motivi, tradizioni o convenzioni, si pensa alla quaresima come ad un tempo triste, fatto di penitenze e forme che appesantiscono la vita. Ma se la gente ha tanti problemi, preoccupazioni e angosce, perché si deve aggiungere la quaresima a fare pesare una vita già, di per sé, non del tutto semplice?

Il problema è comprendere che più che tempo di penitenze è tempo di  Penitenza. Ebbene, questa parola è stata equivocata per secoli. L’espressione latina “poenitentiam agere” (fare penitenza), in realtà tradurrebbe il cambiamento di mentalità. San Francesco d’Assisi ha predicato la penitenza, intendendo la “metànoia“, il cambiamento di mentalità di cui parla Gesù nel Vangelo. Per l’Antico Testamento la conversione era intesa con un verbo ebraico, il termine schûb, parola che significa ritornare. Sostanzialmente convertirsi significava tornare indietro, poiché si erano scelti sentieri sbagliati. Poiché il Signore è misericordioso, si poteva tornare a Lui, confidando nella sua bontà. Il Nuovo Testamento, invece, usa un termine che significa cambiare mentalità, intendendo la conversione in modo nuovo.

Nelle predicazioni penitenziali si annunciava dunque la conversione, abbracciare cioè la logica e la vita secondo la forma del Santo Vangelo. Il Vangelo non è tristezza o penitenze, come ancora oggi si rischia di intendere, ma vita piena, entusiasmo carico di gioia. La parola Vangelo infatti significa, etimologicamente, “lieto annuncio”. La quaresima è tempo dunque di approfondimento della Parola, del Vangelo che è gioia.

Per accogliere questa gioia siamo invitati a liberarci da tutto ciò che è inganno, falsità ed illusione. Questa è la penitenza, tornare alla gioia, tornare alla libertà, tornare alla lucem ma non facendo un passo indietro, come nell’Antico Testamento, bensì in avanti, cambiando la mentalità per entrare nel Regno di Dio, già presente eppure in attesa della definitiva e piena realizzazione.

Allora quaresima è passare dai diluvi del peccato all’arcobaleno della riconciliazione, dalla schiavitù del proprio io alla liberazione di Dio, dal deserto del bene alla terra di latte e miele dell’amore, dal combattimento nelle tentazioni al primato di ogni vittoria, quella ottenuta da Cristo con la sua morte e risurrezione.

Quaresima significa partire dalla nostra cenere, la morte che ci abita, per arrivare al fuoco dello Spirito che ci ha resi figli, redenti e salvati. Sarebbe un vero peccato vivere la quaresima come un tempo triste, una gioia invece viverla come il ritorno, il cambiamento di mentalità, per godere una grande certezza: “Non sei amato per ciò che fai, ma per quello che sei! Semplicemente amato perché sei tu!”.

Per godere di questa certezza è da accogliere questa Parola: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo» (Mc 1,15).