…Oppure restateci per sempre!
C’è una pagina Facebook che ha fatto dell’ironia il suo mantra e ha deciso di raccontare le bellezze della nostra terra attraverso ciò che la distingue: il suo volto bellissimo e il suo tono scanzonato. Ed è così che tra hashtag e post su Instagram, la Puglia, come tutte le cose che piacciono, è diventata facilmente mainstream.
Se riguardiamo a questi ultimi tre mesi, a ritmo di “non venite in Puglia”, alla fine la nostra terra è diventata non solo la meta ambita da tutta Italia, ma soprattutto un’idea ben precisa di cultura e di turismo. Quel turismo che Briatore criticava, ma che è esattamente ciò che nei viaggiatori colpisce di più: un modo di essere, un modo di vivere. Forse appunto la Puglia non è per semplici turisti, la Puglia è per viaggiatori, per chi cerca qualcosa di più rispetto ad un semplice vacanza, per chi vuole immergersi in una cultura che qui è terra, taranta, mare, taralli e vino.
#nonveniteinpuglia perché passare dal caffè col latte di mandorla a quello della macchinetta a cinquanta centesimi è tragica, non veniteci proprio perché poi senza pasticciotti è difficile non fare colazione. E se poi dovete ricominciare con le lunghe scorribande mattutine nell’inferno metropolitano dopo aver camminato sotto il sole cocente con il vento del Maestrale sulle coste di tufo dove il mare incontra la campagna, finirete veramente per odiare questo posto. Ma il peggio è che qui non solo vi troverete senza neanche saperlo alle Maldive, pur non avendo preso alcun aereo, vedrete i Faraglioni che qui non si fronteggiano, ma sono addirittura Sorelle, camminerete tra città bianche che non sono le solite Santorini o Corfù, vedrete il Gargano dalla terrazza di casa in una giornata senza nuvole, e vedrete i Balcani così vicini divisi solo dal mare, e ancora cadere i monti sul mare tra Peschici e Vieste… qui vi troverete con il peggiore dei mali: la gentilezza del posto.
La Puglia è forse essenzialmente questo: una terra gentile, gentile e soprattutto ironicissima. Ma la sua ironia non è inutile sarcasmo, quanto più una lucida quanto scanzonata visione della vita, un modo di vedere il mondo leggero e ironico che permette di accettare che in una terra così bella i muri delle città si debbano riempire di scritte e murales che nella loro meravigliosa ribellione devono fronteggiare qualcosa di ben meno bello, lottando a fianco dei No Tap, dei No Ilva, dei No Xilella e di tutti coloro che cercano ancora di difendere la meraviglia di questa terra.
È facile innamorarsi di questa terra come si innamorarono tutti i poeti che accorrevano in una grotta sperduta nella brulla campagna salentina per ammirare la bellezza di una principessa che, secondo la leggenda, lì usava farsi il bagno ogni mattina. E in quella Grotta, che oggi è la Grotta della Poesia, ogni giorno si innamorano centinaia di turisti, per una bellezza poetica che è quella di questa grotta, difficile da raccontare a parole, ma necessaria da vivere. Tra le tante foto che vedrete della Grotta della Poesia c’è una che non potrete vedere mai: quella che rimane impressa negli occhi quando sei dentro le acque freddi e verde intenso della grotta, sotto l’arcata e vedi tutta la meraviglia di un posto che neanche la fotocamera più potente potrà mai catturare.
Qui, dove gli ulivi maestosi e la terra scura, il vento forte e il sole caldo, la storia antichissima e il presente si mescolano, qui dove passarono francesi, arabi, normanni, svevi, di oggi e di ieri, qui lo sguardo si perde nel mare, che diventa cielo, diventa nuvole, diventa l’orizzonte lontano e vicino dei Balcani, qui dove persino Enea trovò la salvezza dopo la rocambolesca fuga da Troia in fiamme, qui dove “non appare terra, ma ovunque mare e ovunque cielo” (Eneide, Libro V), è veramente facile innamorarsi. Perciò, se non volete perdere la testa, il consiglio è uno solo: #nonveniteinpuglia oppure restateci per sempre!