Provare per credere

La parmigiana di melanzane è un vero e proprio piatto “cult” della cucina pugliese. Come quasi tutti i piatti regionali, nasce come pasto per i poveri, ma oggi la parmigiana è riscoperta in tutta la sua valenza. Si tratta, infatti, di un piatto che rappresenta da solo un pasto completo e che, nelle giuste dosi, può tranquillamente essere inserito in una dieta “a zona”, visto che si presenta con un ottimo bilanciamento tra grassi, carboidrati e proteine.

Noi ve lo presentiamo nella versione a base di melanzane, ma vi ricordiamo che sostituendo quest’ultime con le zucchine, si ha un’alternativa altrettanto valida e squisita. Non pochi amano anche la variante che mette insieme melanzane e zucchine, equamente ripartite.

Ingredienti (per 6 persone)

  • 4 melenzane di media proporzione
  • Passata di pomodoro
  • Olio extra vergine di oliva
  • Olio per frittura (ma i pugliesi usano solo olio EVO!)
  • Uno spicchio di aglio
  • Sale
  • Provola
  • Parmigiano
  • Pepe (se piace)
  • Basilico

Come si fa

  1. Tagliare le melanzane in rondelle con uno spessore di circa mezzo centimetro e friggerle in olio abbondante.
  2. Mentre si frigge, cuocere per mezz’ora il sugo di pomodoro, aggiungendo lo spicchio di aglio, olio extra vergine, basilico e sale quanto basta.
  3. In una teglia, distendere un fondo del sugo di pomodoro e poi passare a sovrapporre più strati in cui alternate le melanzane fritte, il parmigiano, la provola, il pepe (quest’ultimo per chi piace).
  4. Completate ricoprendo l’ultimo strato col sugo di pomodoro e un’abbondante nevicata di parmigiano.
  5. Dopo averlo preriscaldato, mettete la teglia in forno a 180° e lasciate a cuocere per mezz’ora.
  6. Servite direttamente in tavola #evedicosatimangi!

Post scriptum: d’estate i pugliesi amano gustare la parmigiana anche fredda, magari mentre trascorrono l’intera giornata al mare. Provare per credere.


FonteSchellenberg, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons
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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...

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