I sociologi fanno notare come gli atteggiamenti egocentrici trovano un maggiore fondamento nei bambini di oggi

Guardando la nostra società, non è difficilissimo cogliere le notevoli divergenze sociologiche rispetto a pochissimi decenni fa, nelle nuove generazioni. Se i genitori erano coloro attenti ad educare, oggi essi cercano molto più di conquistare l’affetto dei propri figli. Purtroppo si danno molte meno regole, si preferisce essere amici e confidenti dei figli, non di rado venendo meno al proprio ruolo educativo. Mentre in passato erano i figli che, crescendo, adoperavano gli abiti dei loro genitori, adesso accade il contrario. Il conflitto generazionale da sempre è stato di vitale importanza, ma oggi si cerca di evitarlo il più possibile. Spesso non c’è, semplicemente perché tanti genitori sono assenti.

Non a caso, da un po’ di tempo a questa parte, sono gli stessi figli, vivendo un senso di abbandono, a denunciare l’assenza dei genitori. A cambiare è proprio il concetto di famiglia, da un punto di vista antropologico e sociologico. Basti pensare che un bambino su quattro nasce da genitori non sposati. In questo nuovo contesto, fatto di mobilità diviene fondamentale la figura dei nonni, in quanto ammortizzatori sociali e figure educative preziosissime. Molto più che in passato, i nonni, sono gli assidui accompagnatori nel percorso di crescita dei ragazzi. Non meno rilevanza ha il numero dei figli nelle coppie. Vi sono pochi fratelli e spesso figli unici. Tutto ciò comporta la presenza di pochissimi o nessun cugino. Si pone così il caso non solo di figli unici. Vi sono nipoti unici con diversi zii. Ciò comporta un rischio abbastanza leggibile nelle dinamiche sociali: l’ansia di prestazione, frutto delle aspettative irrealistiche concentrate sui figli. La delusione e la depressione sono conseguenze dell’idealizzazione sui figli già stressati.

I sociologi fanno notare come gli atteggiamenti egocentrici trovano un maggiore fondamento nei bambini di oggi, molto più che nel passato. Nonostante il notevole cambiamento, le nuove generazioni hanno tanto da dire al nostro mondo. Innanzitutto le nuove generazioni sono sensibili ad un volontariato consapevole, attenti a temi quali la salute ambientale e le povertà sociali. Le nuove generazioni sono inoltre più preparate sulle tematiche economiche, pensando in maniera globale, con una profonda sensibilità, contro la cultura dello spreco. Per necessità hanno imparato ciò che si dovrebbe fare per virtù, vivendo una cultura fondata sull’utilizzo ed il bisogno, piuttosto che sul possesso privato. La nuova generazione della mobilità si sposta non solo per le vacanze, ma anche per ogni tipo di esperienza all’estero; basti pensare ai progetti di intercultura proposti nei vari percorsi. La logica del posto fisso, insensata nella società liquida, lascerà spazio a una generazione, più unica che rara, di imprenditori dinamici e capaci. Le sfide sono enormi e le speranze non sono da meno. Sapranno gli educatori, i formatori ed i responsabili, in tutti i settori della crescita dei bambini, ragazzi e giovani, essere degni del loro grande compito?


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Sacerdote della diocesi di Andria, attualmente sono fidei donum in Valle d’Aosta, ho conseguito la Licenza in Antropologia Teologica presso la Facoltà Teologica Pugliese “Regina Apuliae” di Molfetta. Autore di numerosi libri presso le Edizioni Sant’Antonio; collaboratore della Rivista Trimestrale di Teologia e Spiritualità “Jesus Caritas - Famiglia Carlo de Foucauld” e curatore della rubrica “Ripensare tra bellezza e verità” sul sito del mio paese d’origine: Canosaweb.it. Ogni martedì, pubblico sul mio canale youtube (https://www.youtube.com/channel/UCCgVJk1DCdYQhIeh9c6jmBQ) dei video-incontri di tipo culturale, spirituale e religioso, per riflettere ed interrogarsi sul senso della vita, sull'amicizia e la bontà.