Amore e libertà
Prévert, un artista poliedrico dai natali bretoni le cui tradizioni popolari eserciteranno una grande influenza sulla sua opera, è sempre stato al centro di un prolifico ambiente artistico: la conoscenza del pittore dada Yves Tangy, i suoi rapporti sempre più stretti con i surrealisti (Breton, Aragon, Desnos, Queneau), la vita culturale parigina ove si dedica al teatro sociale promuovendolo attraverso la “Bataille de Fontenoy”, rappresentata a Mosca durante l’Olimpiade Internazionale del Teatro Operaio del 1933 vincendo il primo premio.
Bisognerà aspettare il 1946 per l’uscita delle sue prime due raccolte di poesie “Histoires” e la celebre “Paroles” che riscuote da subito un grandissimo successo, il 1955 per la raccolta “La Pluie et le Beau Temps” è il 1963 per “Histoires, d’autres histoires”.
La poesia di Prévert è una poesia scritta per essere raccontata, detta con semplicità e quindi più colloquiale, fatta per entrare a far parte della nostra quotidianità attraverso i ricordi autobiografici, le descrizioni della natura, l’affetto per gli amici e soprattutto i ritratti della Parigi amata, una città sempre viva e vibrante con le sue strade, i suoi ritrovi, i suoi volti e i suoi colori.
Lungo i versi si rivela con intrepida prepotenza il concetto di amore come unica salvezza del mondo:
“[…] Quella luna è il mio capo
dentro cui gira un grande sole blu
E gli occhi tuoi sono questo sole”
(versi estratti da “Il ruscello”).
Un amore implorato, sofferto e tradito, ma alla fine sempre ricercato:
“Chi è
Nessuno
È solo il mio cuore che batte
Che batte troppo forte
Per causa tua […]”
“(versi estratti da “Bussano”).
“[…]Ed io
Sto qui
Davanti a te
nella musica della felicità
Ma la tua ombra
sulla parete
spia ogni attimo
dei miei giorni
E la mia ombra
fa lo stesso
e spia la tua libertà […]”
(versi estratti da “Ombre”).
“[…]piccolo uomo che cantava nella mia testa
[…] la tua fragile voce straziata
infantile e desolata
eco lontana che mi chiamava
e mi son messo la mano sul cuore
dove si agitavano
insanguinate
le sette schegge di vetro del tuo riso stellato”
(versi estratti da “Lo specchio infranto”).
Si svelano, così, tutte le struggenti emozioni dolcemente dipinte con maestria dal poeta che mette a nudo attraverso il sentire della sua anima “Il tenero e rischioso volto dell’amore”.
Negli anni i suoi versi sono stati decantati da tutti coloro che con il cuore gonfio d’amore volevano mostrare al mondo la grandezza di questo sentimento in modo semplice, quasi naturale come lo sono le sue “Paroles”.
Ci si ritrova, così, ad identificarsi con
“I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell’abbagliante splendore del loro primo amore”
(Poesia “I ragazzi che si amano”).