Il gran lambir di “fiamme”, questa estate,
Ha messo sullo spiedo la questione
Di chi nel cuore nutre la speranza
Nel disegnarsi un mondo un po’ migliore?

Si è persa ogni affezione alla natura
In questi mascalzoni distruttivi
In base, poi, rimasti senza fini
Per sol sentirsi paghi degli scempi…

Chi nutre in seno il seme del sadismo
Non vede e pur non sente le afflizioni
Dei tanti danneggiati dagl’incendi,

Dei danni immani resi al territorio,
Dei morti e le famiglie messe in strada…
Se almen gli s’accendesse la ragione…!

27-07-2023


FonteFoto di Max Kukurudziak su Unsplash
Articolo precedenteQuando lo stupro è di branco
Articolo successivoSenza Carletto, c’è il deserto
Salvatore Memeo è nato a San Ferdinando di Puglia nel 1938. Si è diplomato in ragioneria, ma non ha mai praticato la professione. Ha scritto articoli di attualità su diversi giornali, sia in Italia che in Germania. Come poeta ha scritto e pubblicato tre libri con Levante Editori: La Bolgia, Il vento e la spiga, L’epilogo. A due mani, con un sacerdote di Bisceglie, don Francesco Dell’Orco, ha scritto due volumi: 366 Giorni con il Venerabile don Pasquale Uva (ed. Rotas) e Per conoscere Gesù e crescere nel discepolato (ed. La Nuova Mezzina). Su questi due ultimi libri ha curato solo la parte della poesia. Come scrittore ha pronto per la stampa diversi scritti tra i quali, due libri di novelle: Con gli occhi del senno e Non sperando il meglio… È stato Chef e Ristoratore in diversi Stati europei. Attualmente è in pensione e vive a San Ferdinando di Puglia.