Vorrei non essere stata a Crotone, vorrei non averlo visto quel mare…
Raggiungere Crotone è un’impresa del nostro Sud. Strade difficili, nascosta ed esposta solo al mare. Il mare che l’abbraccia come una parentesi, un’entrata e un’uscita. Negli orecchi la voce del canzoniere la cui statua sorniona troneggia sul porto. Coi piccioni che ci abitano sul cilindro, mentre il sorriso beffardo di bronzo li guarda e il mandolino pare che suoni. Sono stata a Crotone col caldo e la sera magica estiva. Il gelato che gocciola, la passeggiata lenta, le voci lontane, mentre Berta filava.
Sono stata a mano a mano a Crotone
Si arriva prima dal mare, perché il mare lì è bello e antico. Nasconde templi e colonne. Ha ricordi di matrimoni culturali. Ha conchiglie e sabbia pesante che non si appiccica alla pelle, è salato ma dolce.
Oggi butta sulla battigia altro.
L’onda fa un rivolo veloce e salato, cambia d’improvviso direzione e sputa fuori sacchi gonfi
Chi è stato in grado di togliere i segreti al mare?
Il mare opaco che accoglie e rigenera. Il mare trasparente che lava l’anima.
Vorrei non essere stata a Crotone, vorrei non averlo visto quel mare, vorrei non aver pensato: quanta bellezza!
Perché davvero, uomo, a volte Nun te reggae più.
Ma Il cielo è sempre più blu.
Il canzoniere ironico e triste che è di casa cullerà il mare con una nenia nuova, scritta oggi dal posto di lassù.
Scusa Mary, scusate tutti o voi sacchi pieni solo di pietosa dignità!