Chi potrebbe essere designato “Giusto di voce”, oggi?

Tempo fa ho visitato il museo Egizio di Torino. Sbalordita, mi aggiravo nelle  sale che celebravano la grande civiltà di questo popolo antico, affascinata dalla opulenza degli arredi, dalla sacralità dei loro riti, dalla funzionale organizzazione delle loro città e della  vita quotidiana, regolata da norme e diritti, alcuni veramente d’avanguardia rispetto ai tempi, diligentemente registrati dagli scribi: ad esempio, risale al regno di Ramses III, più di mille anni avanti Cristo, il “ papiro dello sciopero”, uno dei numerosi documenti di atti amministrativi, con cui si testimonia la prima  protesta degli operai per non aver ricevuto regolarmente le razioni alimentari, le Khar di grano e orzo, che costituivano la loro paga base.

Detto questo, vengo diritta al pensiero che frulla nella mia mente in questi giorni…

Secondo gli antichi Egizi, la Morte era solo un momento di passaggio verso un’altra Vita. Da qui l’esigenza di pianificare tale passaggio nel modo più ottimale: le pareti delle tombe recavano affreschi e rappresentazioni della vita ultraterrena, così com’era desiderata; arredi, tesori, statue simboliche accompagnavano il defunto nel passaggio, e  accurati trattamenti venivano riservati al suo corpo affinché, attraverso la pratica della mummificazione, venisse preservato dalla decomposizione e potesse ricongiungersi all’anima nell’Aldilà.

Si credeva inoltre che ogni individuo nascesse con due anime: Ba, destinata ad effettuare il viaggio verso l’Aldilà, dove lo attendeva la “ giusta ricompensa” per ciò che era stato in terra, e  Ka, che rimaneva nella tomba per custodire il corpo  in vista della rinascita.

Durante le procedure di mummificazione gli organi interni venivano estratti e conservati separatamente, ma il cuore rimaneva al suo posto. Non veniva toccato. Era il luogo dell’anima e, in molti casi, per proteggerla, veniva apposto su di esso uno scarabeo d’oro, considerato un amuleto sacro.

Prima di venire accolto definitivamente nell’Aldilà, il defunto doveva però superare una serie di prove che terminavano con il rito della pesatura del cuore.

Il Dio Anubi posizionava sui due bracci di una bilancia, da un lato, il cuore del defunto, sede dei sue pensieri, dei suoi sentimenti, e dall’altro, una piuma di struzzo, simbolo di Maat, Dea dell’Ordine Cosmico, della Giustizia, della Verità.

Solo un “Giusto di Voce” aveva il permesso di passare e per essere definito tale il suo cuore doveva essere più leggero di una piuma.

Chi potrebbe essere designato “Giusto di voce”, oggi? A chi potrebbe essere concesso il privilegio della Rinascita o della Vita Eterna?

In un mondo in cui le vittime diventano carnefici, in un mondo in cui “la Memoria“ vale solo in giornate particolari e solo per certe situazioni, in un mondo in cui la Vita ha perso ogni sacralità e hanno valore solo  certe Vite, in  nessuno, neanche in me, vedo il “Giusto di Voce” che al momento del trapasso avrà diritto a passare dalla parte nell’Aldilà.

So di essere troppo severa, ma in questo momento sento il mio cuore appesantito.

Cerco di alleggerirlo ricordando che sono i pensieri “buoni” quelli che vengono pesati e i miei, in fondo, lo sono, ma poi prevale una collera che li inquina e che è la rabbia per l’ingiustizia a cui assisto e a cui non si riesce a porre fine.

Ci sono oltre 170 conflitti nel mondo, e non so quante Vite vengono sbranate ogni giorno perché, ed anche questa è una grande ingiustizia, fanno notizia solo Certe Guerre, quelle che avvengono vicino a noi  o che investono gli interessi dei “grandi faraoni” di questo tempo.

E poi ci sono le guerre che ognuno di noi combatte nella sua quotidianità… se sapeste quanta violenza e quanto dolore nei cuori dei nostri ragazzi, sentireste tutto il peso che ho nel cuore, appesantire anche il vostro.

– Perché lo hai fatto? – dico al ragazzino che ha aggredito verbalmente un altro.

– Perché lo hanno fatto a me – mi risponde, con la voce incrinata dal pianto che cerca di trattenere e io non so che rispondere, rimango lì incredula, ad osservare come il demone della violenza si insinui, subdolo, nella nostra vita.

E il mio cuore si appesantisce ancora… Come faccio ad aiutarli? Cosa faccio? Cosa sto facendo?

Ci parlo continuamente, dimentico i miei numeri e do spazio alle parole, consapevole che i primi sono meno importanti.

E ancora non basta. Sento che non basta.

Sono severa con me stessa. Sì. Lo so. Ma è veramente troppo. Non credete?

Cerco intorno a me, spulcio nelle storie, nelle vite degli altri, per riaccendere la luce della speranza, la forza di continuare a credere ancora che “tutto andrà bene”.

Vengo a conoscenza della storia di una donna del mio paese, suora comboniana a Gerusalemme. Anche lei lotta disperata per invocare Giustizia, per invocare Pace.  La sua voce, come quella dei Giusti di Voce che popolano la Terra oggi, viaggia segretamente; circola attraverso i messaggi WhatsApp che invia agli amici, e sottovoce, grida la sua disperazione.

Chiede aiuto.

Non per sé, ed in fondo nemmeno per i Palestinesi.

Invoca aiuto. Grida. Per l’umanità che muore.


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Sono un’insegnante di Matematica e Scienze che adora raccontare ed ascoltare storie. Ho scoperto il potere terapeutico del racconto in un particolare momento della mia Vita e da allora scrivo storie che prendo in prestito dalla realtà. Nel 2014 ho pubblicato il mio primo libro, È solo questione di tempo. La mia vita, una favola, edito da EtEt, casa editrice con sede ad Andria. Nel 2016 ho frequentato un corso di scrittura creativa con Tommy Dibari, coautore di trasmissioni televisive e scrittore. Nel 2019 viene pubblicato, edito da Progedit, il mio secondo libro, Ti prometto il mare, racconto fiabesco incentrato su storie di donne. Sempre nel 2019 ho frequentato un corso di scrittura creativa con Luigi Dal Cin, autore di libri per ragazzi ed insegnante presso la scuola Holden. Profondamente convinta del valore etico della comunicazione, nel 2019 ho perfezionato le mie competenze con un master in PNL, Programmazione Neuro Linguistica Bio-etica seguito e, nel 2021, con un master in Coaching bio-Etico, conseguiti entrambi presso il centro di formazione Ikos di Bari.