Il genocidio del popolo cambogiano compiuto dal regime dei Khmer Rossi tra il 1975 e il 1978

“Per Primo hanno Ucciso mio Padre” non  è il film che un critico cinematografico può permettersi di analizzare con lucidità. Nel momento in cui si toglie, si deve subito dopo restituire. Lo sforzo produttivo e registico sono ammirevoli.

Per quanto si desideri restare obiettivi in realtà si diventa spocchiosi e noiosi nel tentativo di trovare un pretesto per demolirlo perché diretto da una delle attrici donne più belle del mondo, da una attrice di film mediocri e commerciali. È una colpa? Serve tempo.

Questo film è la dimostrazione che esiste ed è provata la “banalità del male”, uomini che eseguono ordini inumani solo perché ricevuti dai propri superiori gerarchici in nome della obbedienza al partito comunista e spinti da una crisi istituzionale interna. Sopra tutto l’ombra e le mani dell’imperialismo americano degli anni ’60 e ’70, l’occupazione mai sanzionata dall’Onu che dopo il ritiro ha lasciato pieno potere all’estremismo di sinistra.

È il quarto film da regista per Angelina Jolie, quinto, considerando il documentario “A Place in Time” del 2007 e conferma il suo interesse per i temi umanitari: è stata sino al 2022 ambasciatrice dell’UNHCR.

Nel 2011 dirige “Nella terra del sangue e del miele”: una storia d’amore ambientata nell’insensatezza del conflitto in Bosnia. Ne ho un ricordo quasi entusiasta. È la storia d’amore tormentata e etnicamente impossibile tra un uomo serbo, un poliziotto, e una donna di religione musulmana, artista. Sottotitolato. Poteva essere più di ciò che è: registicamente ingenuo e narrativamente frettoloso.

“Per primo hanno ucciso mio” padre racconta, seppure con imperfezioni narrative, il genocidio del popolo cambogiano compiuto dal regime dei Khmer Rossi tra il 1975 e il 1978: tratto dal libro autobiografico della scrittrice e attivista cambogiana Loung Ung, sopravvissuta lei stessa alle violenze. Le bugie del Presidente Nixon, le bugie delle gerarchie militari americane con il prurito e il pretesto della guerra.

La piccola Loung ha cinque anni ed è costretta ad abbandonare la propria casa insieme ai numerosi membri della famiglia in seguito alla presa del potere in Cambogia da parte dei Khmer Rossi. Inizia per tutti una lunga e dolorosa odissea per il paese, per i vari campi di lavoro e addestramento edificati come una moderna  Auschwitz dai “rivoluzionari”.

Angelina Jolie ha cercato di renderlo il più possibile sincero e lontano dagli stereotipi hollywoodiani, di aver scritturato solo attori cambogiani che parlano nella loro lingua madre. Ha cercato di fare a meno dei soliti nomi famosi, delle garanzie che il film lo si sarebbe visto comunque. Meritevole. Sottotitolato.

Plauso per i primi piani della protagonista Loung: i suoi occhi inermi, spalancati, perduti e impauriti di fronte al terrore della crudeltà e della morte. Chi non lo sarebbe dopo la fucilazione del padre e la separazione da madre e fratelli?

Mi ha ricordato il film di Matteo Garrone “Io capitano” nei cinema in questi giorni. Fatevi il regalo di andare a vederlo. Non aspettatevi il capolavoro che probabilmente non ricordate più come è fatto.  È recitato in diverse lingue, il francese e l’inglese come il dialetto africano locale. Dovrete leggere i sottotitoli anche se vi scoccia. Perché dovrete sentirvi stranieri e inermi dinanzi al moderno genocidio di innocenti che cercano oltre le prigioni libiche, la morte, la salvezza dalla miseria. Non che siano barbari e incivili come immaginate, parlano diverse lingue, vanno a scuola e hanno cellulari. Non gli basta il poco cui devono sopravvivere. Sognano anche loro come noi, forse più forte. I miserabili sono coloro che si arrendono al dolore. Ricordate, esistono due tipi di dolore. Il dolore che fa male e il dolore che insegna. Il dolore di coloro che partono per salvarsi e salvare, insegna solo.

Il viaggio in barca con i disperati ammassati ovunque, l’odissea personale di un meraviglioso capitano coraggioso adolescente di nome Seydou, interpretato da un poetico e intenso Seydou Farr, e del suo caro cugino Moussa, interpretato da Moustapha Fall.

I primi piani di Seydou sulla barca ferma nel Mediterraneo mentre cerca di chiedere aiuto al telefono satellitare che un disgraziato di scafista mercenario gli ha dato prima di partire. Lui, Seydou potrà fare il viaggio solo se guiderà da solo la barca portando con sé altri esseri umani. Le ultime inquadrature mentre grida in italiano e in lacrime “Io capitano!”, “io capitano!”. Il mio cuore batteva. Ne ho ancora uno.

E il cuore del mondo sta nel film della Jolie come in quello di Garrone, ostaggio e palpitante. Si perdona a entrambi il non aver raggiunto la perfezione. Io ero pieno di preconcetti sui drammoni italiani strappalacrime, depressi, non ci volevo andare al cinema. E per averlo fatto ringrazio il caro amico Giuseppe e mio figlio Francesco. Ho tanto da imparare, devo buttare giù il muro che ho inalzato per difendermi dalla superficialità.

Ci riflettevo, è  più difficile perdonare a noi stessi di aver dimenticato, colpevoli di opulenza e insensibilità, il passato come il presente. Un massacro passato e uno futuro.

Miserabili e fragili che siamo.


1 COMMENTO

  1. “attrice di film mediocri e commerciali”.

    Grazie per il commento al bellissimo “Per primo hanno ucciso mio padre”. Magari potevi risparmiarti quella frase sull’attrice, perchè non mi risulta che “Changeling”, “Gia”, “Ragazze interrotte”, “Foxfire”, “The Good Shepherd”, “A Mighty Heart – Un cuore grande”, per citarne solo alcuni, siano esattamente film mediocri e commerciali…a meno che tu non li abbia mai visti…nel qual caso, ti consiglio la loro visione, insieme a tutti gli altri della sua filmografia…la Jolie non delude mai, stanne pur certo, certamente non come attrice …anche quando volutamente ha scelto fim commerciali, perchè non è una con la puzza sotto il naso…l’hanno solo fatta diventare una delle attrici più conosciute, ricche di umanità e amate al mondo…Dovrebbe vergognarsi se nel bel mezzo dell’Asia o in Africa o in Europa o chissà dove un bambino la riconosce perchè ha girato Lara Croft? Ma anche no…

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