Una scelta per dirci civili, ma soprattutto, umani

L’Oblio Oncologico è il diritto di un paziente guarito da un tumore a non fornire informazioni sulla sua malattia. Fino a poco tempo fa, infatti, per richiedere determinati servizi come un colloquio di lavoro, la stipula di contratti per un mutuo o per un’assicurazione, era necessario dichiarare quest’informazione. Questo portava spesso a rifiuti o a premi incrementati. L’essere stati malati di cancro si traduceva in un ulteriore carico di sofferenza economica, sociale ma anche psicologica, nonché in una discriminazione ai danni di chi ha sofferto di queste patologie.

Una risoluzione votata dall’Europarlamento nel febbraio del 2022 raccomandava a tutti gli Stati membri di adottare norme sull’oblio oncologico. Verso la fine della scorsa legislatura, anche in Italia era stato presentato un disegno di legge per allinearsi alla normativa europea. Una proposta di legge, promulgata lo scorso 2 gennaio 2024, riguardante procedure per adottare minori, accendere un mutuo, partecipare a concorsi pubblici, e accedere ai servizi finanziari, bancari e assicurativi.

Le informazioni sul nostro stato di salute non potranno così riguardare le patologie oncologiche, trascorsi 10 anni dalla fine del trattamento terapeutico, in assenza di recidive o ricadute, o 5 anni se la patologia è insorta prima del compimento del 21esimo anno di età.

Una scelta per dirci civili, ma soprattutto, umani.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.