(Del radicale cinismo)
Hai chiesto l’impossibile, Alika…
Hai steso la mano nel “vuoto”
Insulso, di noi gente beffarda, cinica:
Più misera di te.
Telefonini alla mano,
Era come star seduti nel Colosseo
Insieme a Nerone.
Ti abbiamo immortalato in croce
Come un cristo qualunque
Mentre il carnefice di turno
Ti giustiziava col le proprie mani.
Ti giustiziava, e noi guardavamo
Come cattivi cristiani.
Non ci sfiora il disagio,
La fame degli altri;
Non gradiamo essere importunati
Nel nostro benestare,
no, non vogliamo!
Perché, non solo la nostra “cristianità”,
Pure la nostra pazienza, ha un limite…
Mentre non ci manca la stupidità
Di cui ne facciamo largo uso e…
Venefico, mostruoso vanto:
specialmente coi nostri fratelli…
Questi versi vogliano essere una prece per te, Alika.
31/07/22
Queste meravigliose parole sono un pugno nello stomaco se ci fermiamo a pensare a quanto l’umanità si sia sfilacciata, degradata. L’umanità come atteggiamento, come sentimento urla le sue ragioni purtroppo non più, o quasi, ascoltate e così l’insieme di solidarietà, compassione, comprensione, amore, cura, gentilezza lascia spazio alla macabra spettacolarizzazione egoistica😞
Grazie Monica, parole di saggezza, le tue.