Patrizia, scaldati, tocca a te!”
”Mister, sono anni che non gioco, guardi, la ringrazio, ma non voglio rischiare…”

È solo uno stralcio della conversazione fra Daniele Zoratto e Patrizia Panico, rispettivamente allenatore e vice allenatrice della Nazionale Italiana di Calcio Under 16. Quella mattina, però, l’avvicinarsi del clima primaverile non suggerì a Zoratto di gettare nella mischia la sua collaboratrice, i ragazzi erano al completo, l’allenamento avrebbe potuto svolgersi regolarmente. Quella mattina, Zoratto passava il testimone alla sua assistente, le consegnava la direzione tecnica della selezione azzurra maschile.

Il dettaglio che abbiamo volutamente omesso, infatti, è legato al ruolo della Panico in Federazione, una donna immersa nelle dinamiche di uno sport considerato, scioccamente, appannaggio della brutale virilità. Le gaffes del Presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio, non sono passate inosservate e, pur scusandosi davanti ad errori che tutti possiamo umanamente commettere, le passate dichiarazioni del capo del movimento calcistico italiano hanno evidenziato problematiche sessiste riguardo i diritti di pari opportunità spesso misconosciuti nel mondo del calcio femminile.

Così, quando il coach Zoratto è stato chiamato a guidare, una tantum, la Nazionale di Calcio Under 19, nella fase élite del Campionato Europeo, la scelta è ricaduta sulla ex bomber della Nazionale Femminile.

Patrizia Panico scriverà, dunque, una nuova pagina nella storia sportiva del nostro Paese, diventando, ad interim, il primo commissario tecnico donna per una Nazionale Maschile. “La novità me l’ha comunicata Zoratto stesso – ha confidato, divertita, la Panico- ma non posso dire qual è stata la mia prima esclamazione”.

Possiamo, però, immaginare l’emozione della Panico durante l’Inno di Mameli, prima delle due amichevoli contro la Germania, in programma il 22 e il 24 marzo. Una mano sul cuore, la sensazione di aver abbattuto barriere sociali, sfaldato discriminazioni dalle radici per compiacersi di essere un’atleta al servizio di giovani atleti.

Sono contenta e felice, ovviamente, anche perché penso che bisogna abbattere ancora tanti muri e questa decisione è una cosa che aiuta a farli crollare – ha poi aggiunto, commossa, la Panico -. Essere la prima donna su una panchina è senz’altro un bel traguardo e mi piace pensare che questa mia prima volta possa esserlo anche per tante altre mie colleghe“.

D’altronde, la Primavera è la stagione delle novità, degli amori e di venti annunciatori di salubre freschezza e moderna emancipazione.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.