Ci troviamo di fronte a un pontificato drammatico in cui ci sono cardinali che attaccano il Papa e atei che lo sostengono

“Papa Francesco: così hai tradito la Chiesa!”: è l’ultimo attacco a papa Francesco condotto questa volta a 360° da Thomas D. Williams, inviato e responsabile per Roma del sito web Breitbart News, una testata di destra, dai toni populisti, fino a poco tempo fa diretta da Steve Bannon, l’ex capo stratega di Donald Trump.

Dal punto di vista politico Williams vede la posizione della Lega come il partito più trumpiano: “Sull’immigrazione la pensano allo stesso modo. Sul nazionalismo Trump crede nella forza delle nazioni e nel concetto di sovranità. Non vuole la fine dell’Unione europea, ma pensa che debba essere molto meno invasiva. In merito all’euroscetticismo c’è la stessa condivisione del presidente USA“.

I lettori americani, riporta il New York Times, sollecitano articoli nei confronti di quanti, all’interno del Vaticano, si oppongono a Papa Francesco. In particolare sul cardinale Raymond Burke, amico di Bannon, privato di ogni potere da Francesco. Queste richieste portarono Williams a concentrarsi sulla reazione conservatrice della gerarchia cattolica a Papa Francesco.

Marco Politi, nel suo volume La solitudine di Francesco, parla di una guerra sotterranea in corso nel cattolicesimo, per mettere Francesco, il pontefice riformatore, con le spalle al muro. Ci sono preti, blogger e alcuni cardinali che conducono un’opera sistematica di delegittimazione, creando un fronte conservatore con una notevole forza organizzativa e mediatica. Debole, invece, è la mobilitazione dei sostenitori della linea riformatrice di Francesco. Il gesuita Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica, riconosce che ci troviamo di fronte a un pontificato drammatico in cui ci sono cardinali che attaccano il papa e atei che lo sostengono.

Di fronte alla crisi della democrazia e all’emergere dei sovranismi in salsa social, che rendono la realtà sempre più difficile da interpretare, Leonardo Bof, in un’intervista pubblicata da “Adista”, sostiene che papa Francesco rappresenta un progetto di mondo antitetico. Qui le opzioni di base non sono date fondamentalmente dalla dottrina, ma dall’incontro personale con gli individui: è la visione di una Chiesa come casa aperta, ospedale da campo, impegnata ad accogliere tutti, indipendentemente dalle loro connotazioni morali. Nella Chiesa questo rappresenta sia una novità, sia una rottura.

Papa Francesco, prosegue Leonardo Bof, si trova dinanzi due tipi di opposizione. Il primo è dato dalla vecchia cristianità di cultura europea, con i simboli del potere sacro; ma il papa si è spogliato di tutto questo, andando ad abitare a S. Marta e mettendosi in fila per mangiare… Il secondo è dato da un laicismo tipico degli Stati Uniti, che non vuole saperne di dialogo e di ecologia, ma sfrutta la globalizzazione come nuova colonizzazione del mondo secondo lo stile di vita nordamericano: una sorta di “hamburgerizzazione” di tutte le culture.

In realtà il Papa inaugura un altro modello di cristianesimo: Gesù non è venuto a creare una nuova religione, ma a proporre uno stile di vita. La sua intenzione originaria, prosegue Bof, è l’unione del “Padre nostro” con il “pane nostro”: il “pane nostro” esprime la fame reale di milioni di persone che occorre saziare. È a questo messaggio che si oppongono quanti vogliono un cristianesimo dottrinario, dogmatico, sistematizzato, tutto disciplina, ordine e potere.

Qui la fede non può non avere un impatto sulla società e sulla sfera politica; soprattutto da quando la politica è diventata il terreno di scontro di interessi e passioni: terreni dove prevale non chi ha ragione, ma chi è più forte. Perché si dovrebbe tacere di fronte a questi comportamenti? La natura religiosa della missione della Chiesa non comporta affatto che ci si chiuda in sacrestia, come vorrebbe una residua vecchia cultura liberale, dura a morire, sebbene superata dalla concezione moderna di laicità.

Purtroppo non è difficile intravvedere manovre e campagne di delegittimazione a papa Bergoglio. Poche settimane prima del sesto anniversario dell’elezione papale, il cardinale Kasper ha lanciato un allarme. Parlando alla tv tedesca Ard, ha detto che c’è gente a cui il pontificato bergogliano non piace: “Vogliono terminarlo il più presto possibile…; vogliono tenere un nuovo conclave…, in modo che abbia un esito secondo le loro intenzioni”.

In realtà Francesco ha cambiato i rapporti con Ortodossi, Luterani, Musulmani e Cina. Su pace, ambiente, giustizia sociale è un’autorità morale mondiale. Ma anche lo scenario internazionale si è fatto più complesso: l’America di Trump respinge gli accordi su clima e migrazioni, temi non negoziabili per il pontefice. In Italia, su migranti e integrazione circola un populismo anti-papale; in Europa orientale divampa un cattolicesimo xenofobo.

Ma la funzione preziosa dei profeti non è il denunciare il male già visibile, quanto lo smascherare quei vizi tramutati in virtù, di cui la politica è densa, perché la comunità ecclesiale non può essere concepita come un bacino di voti senza padrone di cui approfittare avidamente.


Articolo precedenteInsulti a Falcone e Borsellino su Rai2
Articolo successivoCastellando e Novellando: Federico II a scuola
Elia Ercolino, nato a Peschici (FG) 15/02/1954. Formazione classica con specializzazione in teologia biblica. Ha tenuto corsi di esegesi e teologia   vetero e neotestamentaria. Giornalista pubblicista dal 1994 e professionista dal 2004. Impegnato nell’emittenza televisiva locale dal 1992. Direttore di Tele Dehon dal 1994 con auto dimissioni nel 2012. Direttore responsabile e fondatore della testata giornalistica “Tele Dehon Notizie” dal 1995 al 2012. Impegnato da sempre nel mondo del volontariato sociale.

6 COMMENTI

  1. Nei discorsi di BergOglio manca il Dio Uno e Trino, alla sua Carità manca la Fede e la Speranza… Per non andare oltre.

    • Mi sembra che Lei stia parlando di un’altra persona. A mo’ di esempio (e tutti gli esempi sono riduttivi), soltanto nell’Amoris Laetitia il termine TRINITÀ (riferito al “Dio Uno e Trino”) ricorre 35 volte. Il termine FEDE nello stesso documento ricorre oltre 102 volte. Il termine SPERANZA 21 volte. Ma… forse Lei o ha sbagliato autore o chissà quali testi si trova a sfogliare….cerca di leggere bene gli autori. Inoltre la invito a leggere il discorso pronunciato a conclusione della Via Crucis al Colosseo di quest’anno. Ancora… la Fede e la Speranza sono parole pesanti inzuppate di storia. Fuori dalla storia c’è spazio solo per la demagogia di chi funge da spettatore, mentre altri si “sporcano” le mani. Il libro che ho citato nel mio pezzo le potrebbe essere utile. La Fede non è l’adesione a un reliquiario, né una polizza d’assicurazione: è uno sforzo co-stante a stare in ascolto… e lasciarsi interrogare dalle innumerevoli storie di un Dio sconfitto dalle varie arroganze… è uno stile di vita !

  2. Il dovere della chiesa è quello di annunciare la salvezza e di formare le coscienze secondo il vangelo senza svendere la Divinità’ di Gesù Cristo. Chi ci vuole stare ci sta e chi non ci vuole stare non ci sta. D’altronde non risulta che Gesù Cristo abbia salvato qualcuno che non voleva essere salvato. Per salvarsi bisogna mettere in gioco la propria e libera volontà.Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio.La chiesa non deve fare politica e lo dico da cattolico praticante. Il richiamo e giusto fare politica,no.

    • Bisogna intendersi sul significato di “Fare politica”. Se intendiamo il fare propaganda per un partito piuttosto che per un altro sono d’accordo con Lei. Rimandando all’etimologia del termine “Politica”, qualora intendessimo l’interesse per le persone e i loro bisogni esistenziali… questo è fare politica in maniera nobile.
      Papa Francesco, smascherando i poteri occulti e indicando le cause della “vita tradita”, non pre¬tende di sostituirsi ai partiti che per professione fanno politica, ma di offrire un contributo per un dibattito one¬sto e trasparente. I dissesti ambientali e umanitari sono dei sintomi di altri e ben più gravi dissesti: quelli personali, rela¬zionali e sociali. Contro queste realtà occorre che l’uragano della spe¬ranza, attraverso la solidarietà, avvii la risurrezione dalla miseria collettiva attraverso l’esperienza della propria povertà e del bisogno dell’altro, sperando che in questo i partiti non diventino imprenditoria del malessere!
      Attenzione agli “strilloni” di turno che costruiscono la propria fortuna politica sulla pelle dei poveracci: il futuro è un cammino continuo di fatti e di scelte concrete; non si può costruire sugli slogan simili a bandiere vuote sbattute nel vento delle occasioni perdu¬te.
      In merito al “Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio” rimando al mio pezzo https://www.odysseo.it/rendete-a-cesare-quello-che-e-di-cesare/

  3. Condivido pienamente questa riflessione
    Del giornalista e professionista di teologia morale biblica! Oggi più che mai abbiamo il dovere di smascherare quei vizi tramutati in virtù, che vogliono destabilizzare e delegittimare il nostro caro Papa Francesco: dobbiamo pregare col cuore e con insistenza il Signore che non lo lasci mi solo! Grazie!

  4. Il titolo dell’ articolo è un po’ equivoco e contraddittorio, comunque l’ articolo mi sembra lucido rispetto al papa, Petrus e profeta, come l’ apostolo, pescatore di uomini, appassionato e combattivo che ama la Chiesa che gli è stata affidata da Dio e non dagli uomini, suoi estimatori o detrattori che siano!

Comments are closed.