Un “artigiano” della politica
Il mainstream ricorda senza memoria interiorizzatrice “il” Pannella senza riconoscere Pannella. Le commemorazioni di un mezzo cliccibernetico si fanno stanche già prima di divenire tali con il passare arreso del tempo: occorre mettere corpo e animo per riuscire a toccare il cuore della sostanza politica oltre la ruvida superficie delle cose automatizzanti della vita.
Vedendo le immagini e i video della vita politica di Pannella si ha come l’impressione ch’egli sia stato un artigiano della politica, nel senso nobile dell’artigianato. L’artigiano modella con le pialle della democrazia liberale la materia disorientata partendo dalle opportunità dei disordini presenti sul tavolo di lavoro. L’artigiano sociale, se ama quelle pialle quali strumenti intimamente libertari di democrazia liberale, riesce a diventare un garante del corretto utilizzo degli strumenti certi che possiede, per stimolare l’evoluzione stessa della materia dal grezzo all’opera d’arte. L’artigiano sociale diventa così artefice della promozione di un progresso condiviso.
I due giorni all’anno in cui viene considerato, a partire dalla sua scomparsa fisica, Marco Pannella – il giorno della sua morte e quello della sua nascita – ci fanno riallacciare lo spirito alla necessità di guardare oltre la sagoma delle dita che contano quei soli due giorni, per riscoprire l’onesta intellettuale e la coerenza civica nel vuoto delle altre trecentosessantatré unità giornaliere in cui arbitrariamente componiamo l’anno. Del messaggio pannelliano ammiro la lucidità della difesa dello Stato di diritto e dell’impegno per una civiltà libera e sociale federalizzata nella interstatualità.
L’internazionale umanitaria, contro la fame nel mondo e contro le dittatoriali repressioni del senso personologico della politica e dello stare insieme in società, ha ripreso e sintetizzato una prima tappa nella meta degli Stati Uniti d’Europa.
Il pensiero nazionalista autoreferenzialista risulta un bacino statuale antipatriottico e autolesionista, in una visione strategica economica ed anzi, più compositamente, socioeconomico-culturale. La pragmaticità interazionale fra gli Stati impone un’ottica concreta, tanto antropocentrica e universale quanto concretamente economica ed efficientista nel perseguimento dei migliori risultati possibili in termini di garanzie per la causa sociale della lotta alle discriminazioni reddituali aprioristiche che indeboliscono le speranze deiciveseurounionali, internazionalmente valide e riconoscibili nelle opportune sedi politiche che dovrebbero venirsi a creare in un’umanità d’individui organizzati in senso universale.
Non bisogna però correre il rischio di emulare Pannella, non bisogna farsi venire la pannellite, bisogna capirne anche le contingenze e gli eventuali errori che egli stessi si sarebbe riconosciuto, in una società che inevitabilmente muta molto velocemente. Il suo merito è stato quello di saper dialogare con il centro-sinistra e con il centro-destra.