Padre Paolo Latorre, missionario comboniano, è Cavaliere della Repubblica … e molto di più!

Dal dott. Mimmo De Nigris riceviamo e pubblichiamo:

Il 15 dicembre del 2017 l’ambasciatore italiano a Nairobi, Mauro Massoni, ha concesso l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica a padre Paolo Latorre, andriese, che vive in Kenya ormai da 14 anni.

Padre Paolo Latorre: classe ‘67, diploma di amministrazione d’azienda, laurea in filosofia con specializzazione in antropologia culturale e una tesi su Gianbattista Vico. Una vita dedicata ai poveri e agli ultimi, come quelli dello slum di Korogocho, una delle tante baraccopoli sparse nel sud del mondo, dove la realtà supera la fantasia. Dopo 8 anni vissuti nella baraccopoli a ridosso della discarica di Dandora, da   4 anni gli è stato assegnato il ruolo di economo provinciale del Kenya.

L’onorificenza che oggi gli viene assegnata è, dunque, un giusto e legittimo riconoscimento. Chi scrive, è un suo amico di infanzia, ma nessuno di noi due immaginava cosa sarebbe successo negli anni successivi al la prima esperienza come volontari al “Cottolengo” di Torino,  quando, nel lontano 1985,  Paolo inizia un percorso di discernimento che porta un ragazzo di 17 anni a lasciare le sue sicurezze per intraprendere un cammino vocazionale di consacrazione missionaria.

Penso alle nostre lunghe passeggiate animate dalle nostre chiacchierate profonde da adolescenti e, col passare degli anni, le discussioni sugli interrogativi che ci ponevamo, sul senso della vita e su tanto altro ancora. Come non ricordare anche le nostre serate e nottate goliardiche, le uscite col vespone 125 e le “scimmiate” con la Diane 6. Da quell’agosto del 1985, quando per la prima volta un gruppo di volontari della città di Andria, accompagnati da don Vincenzo Giannelli, fece la prima esperienza alla Piccola Casa della Divina Provvidenza, ne è passato di tempo. Tempo speso bene dapprima con l’Unitalsi, e poi con i Comboniani, passando per gli studi filosofici, le esperienze da seminarista a Londra e Parigi (a lavare piatti e pulire bagni), “l’impatto” con don Lorenzo  Milani e tanto altro ancora. Dapprima il seminario a Firenze dal 1991 al ‘93, poi il noviziato a Venegono dal ‘93 al ‘95, lo scolasticato dal ‘95 al ‘99 a Kinshasa, in Congo, durante gli anni turbolenti del passaggio di regime tra Mubutu e Kabila, e infine l’ordinazione sacerdotale, l’11 settembre 1999 nella cattedrale di Andria. Dal ‘99 al 2002 l’esperienza nella pastorale giovanile e animazione missionaria nella comunità di  Lecce e infine dal 2002 al 2004  l’esperienza a Bari nella pastorale giovanile con particolare attenzione a  carcerati e non solo.

Poi arriva l’ultima in ordine di tempo delle chiamate. Alex Zanotelli viene richiamato in Italia e Paolo accetta di sostituire padre Zanotelli. Dal 2004 al 2011 vive a Korogocho dedicandosi alla pastorale per i giovani e per le famiglie, alla cura dei malati, degli ultimi della terra, delle donne sole e abbandonate con i propri figli al proprio destino e di tutto quel mondo articolato e complesso. Dal 2012 ricopre il ruolo di economo provinciale del Kenya e si occupa di amministrare le risorse e i progetti di sviluppo per la provincia comboniana in Kenya.

L’ultima fatica la costruzione, appena terminata, nella periferia di Nairobi della St. Comboni School, un edificio di 4 piani destinato a formare giovani keniani per dare al Paese un ricambio nella classe dirigente, sì da prepararli professionalmente, ma anche da un punto di vista umano su valori cristiani.

In tutti questi anni è come se una mano invisibile avesse guidato i nostri e soprattutto i suoi passi, ci siamo affidati e fidati (affidati a Dio e fidati di noi stessi). Adesso sappiamo che c’è un fine ultimo che Qualcuno ha preparato per ognuno di noi, ma di questo siamo già consapevoli da qualche anno. Qualcuno che ci ha messo insieme, ci ha uniti in una fratellanza che ci ha permesso di vivere e condividere sogni, speranze, paure, successi e sconfitte, esperienze, famiglie, amici e la vita stessa, vissuta negli anni della maturità a distanza di kilometri e con ruoli diversi, ma legati da una amicizia indissolubile tanto da diventare uno lo specchio dell’altro.

Ripeto: tutto è partito da quel lontano agosto del 1985… Le persone che abbiamo incontrato sul nostro cammino, la nostra perseveranza e la benevolenza di Dio hanno determinato il resto. Ed è quello che auguro ai ragazzi di oggi.  Di vivere quello che noi abbiamo vissuto.

Mi si perdoni il tono estremamente personale di queste righe. Ho voluto raccontare un’esperienza, una buona storia come ce ne sono tante nel nostro territorio, non per autocelebrazione o per un nostalgico amarcord, ma per incoraggiare i nostri “figli” a costruire il loro futuro e per dare una speranza e affermare una certezza: non abbiate paura e abbiate fiducia in voi stessi.

Conferendo a padre Paolo Latorre l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica, l’ambasciatore Massoni ha chiuso il suo intervento dicendo: “Grazie all’azione di persone come te i legami tra il Kenya e l’Italia sono sempre più stretti”.

Un po’ come diceva don Tonino Bello e anche Papa Francesco: dobbiamo costruire ponti e non muri.

Complimenti, dunque, a Paoluccio (come lo chiamo io) perché questa onorificenza arriva a 50 anni, dopo un percorso di vita fatto di tanto amore, senso di responsabilità e sacrifici per popoli lontani da noi, ma ora molto più vicini, grazie a sacrifici e gesti di amore quotidiani rivolti a chi non ha altra possibilità di ricambiare se non con un grazie e a volte neanche quello!

Certo, si tratta solo di una tappa, un giro di boa che segna una ripartenza chissà per quali altri lidi, per quali altre mete che solo Dio conosce.

Mimmo De Nigris