L’ottava edizione del Festival della Disperazione (Andria, dal 7 al 16 giugno) è caratterizzata dalla resistenza. Dopo la crisi del settimo anno e un’edizione fortemente ridotta, si è voluto rilanciare il Festival in maniera importante, realizzando l’edizione più complessa e articolata di sempre. Pur nelle eterne e immancabili difficoltà, immancabili per un Festival della Disperazione, si è voluto restituire alla città il Festival di letteratura e spettacolo, al grido di “Come fai fai sbagli”, un claim che rappresenta un po’ la condizione di tutti noi che, ogni giorno le proviamo tutte per raggiungere i nostri piccoli grandi obiettivi sbagliando sistematicamente ogni singola scelta che facciamo. L’errore, in tutte le sue forme, è la cosa che ci riesce meglio, quella che puntualmente non sbagliamo mai.

A spiegarcelo è Gigi Brandonisio.

Ciao, Gigi. L’ottava edizione del Festival della Disperazione è all’insegna della consapevolezza o della rassegnazione?

 L’ottava edizione del Festival della Disperazione è, innanzitutto, all’insegna della resistenza. Dopo la crisi del settimo anno e un’edizione fortemente ridotta, abbiamo voluto rilanciare il Festival in maniera importante, realizzando l’edizione più complessa e articolata di sempre. Pur nelle eterne e immancabili difficoltà, immancabili per un Festival della Disperazione, abbiamo voluto restituire alla città il Festival di letteratura e spettacolo che abbiamo sempre immaginato e che tanto lontano è arrivato. La rassegnazione è una delle componenti con cui lavoriamo. Ad esempio siamo rassegnati ad essere totalmente ignorati dalle istituzioni locali che, con una visione autoreferenziale della gestione pubblica delle risorse destinate al settore culturale, preferiscono finanziare cose brutte spacciandole per bellezza. Il Festival della Disperazione può invece rivendicare con orgoglio di aver puntato sin da subito sul brutto, sull’errore, sul fallimento rendendo interessante uno sguardo laterale sulla letteratura e sul mondo. La consapevolezza è invece legata al potenziale del Festival, che ha già raggiunto mete importanti e che potrebbe essere un vero fiore all’occhiello per l’intera comunità. Sappiamo che tanta strada c’è ancora da fare. Alcuni di noi l’hanno percorsa fino ad ora, altri la percorreranno in futuro, consapevoli che la Disperazione ci sopravviverà comunque.

“Come fai fai sbagli” è solo un claim o potremo, davvero, assistere alla celebrazione dell’errore?

Come fai fai sbagli è la condizione con cui ci avviciniamo a questa ottava edizione del Festival della Disperazione. Una condizione che, oltre a caratterizzare e rappresentare al meglio lo spirito e l’essenza del festival, rappresenta un po’ la condizione di tutti noi che, ogni giorno le proviamo tutte per raggiungere i nostri piccoli grandi obiettivi sbagliando sistematicamente ogni singola scelta che facciamo. L’errore, in tutte le sue forme, è la cosa che ci riesce meglio, quella che puntualmente non sbagliamo mai. E allora partiamo dalla consapevolezza che tanto ogni sforzo è inutile, che tanto qualcosa andrà storto. L’ottava edizione del Festival della Disperazione la vivremo con questa consapevolezza: in attesa di confrontarci con i nostri sbagli quotidiani. Con o senza errori proveremo anche questa volta a sopravvivere, sapendo che non sarà per niente facile.

Come sempre all’interno del programma ci sono diversi appuntamenti legati all’errore e non potrebbe essere altrimenti.

Gli appuntamenti imperdibili?

Questa è una domanda a cui proprio non riesco a rispondere. Con 42 ospiti e altrettanti eventi è impossibile scegliere o consigliere. Sono appuntamenti tutti diversissimi tra loro e ognuno a suo modo unico. L’invito è quello di lasciarsi incuriosire dagli appuntamenti con ospiti all’apparenza meno conosciuti.

Dov’è possibile acquistare i biglietti della kermesse?

La segreteria del Festival è attiva presso la Biblioteca Diocesana San Tommaso D’Aquino. In quegli stessi spazi, completamente rinnovati, e in quelli del Seminario Vescovile in cui si svolgerà l’intera programmazione del Festival della Disperazione. Inoltre, è possibile prenotarsi e acquistare i biglietti del Festival attraverso il sito internet www.festivaldelladisperazione.it


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.