Ostetricia e Maieutica. Intervista a Stefania Navarra

Fu Platone a citare per primo, nel Teeteto, l’espressione “maieutica”, termine coniato, con tutta probabilità, dal suo mentore Socrate che fondava il proprio pensiero filosofico sulla capacità di tirar fuori dall’interlocutore di turno una verità, da sempre, celata nell’inconscio di chi aveva di fronte. Socrate, in particolare, era convinto che ognuno di noi fosse capace di generare sapienza attraverso un’accurata autoanalisi che portasse alla completa conoscenza di sé. Lo aveva capito osservando sua madre Fenarete, levatrice (ostetrica ante litteram) che assisteva le partorienti.

Il desiderio di poter aiutare chi dà la vita ha continuamente attratto l’uomo e, oggi più che mai, accanto alla figura classica del ginecologo, sta assumendo grande importanza l’immagine professionale e confidenziale dell’ostetrica.

Pervasi da un inevitabile intellettualismo socratico che ci rende umili e consapevoli di non sapere dettagliatamente di che si tratti, abbiamo intervistato la dottoressa Stefania Navarra, ostetrica per mestiere e vocazione.

Ciao Stefania, chi è l’ostetrica e in cosa consiste il suo lavoro?

L’ostetrica è una professionista sanitaria. Il suo ruolo e le sue competenze sono cambiati nel corso del tempo. Anni fa, infatti, l’ostetrica era una donna con grande esperienza assistenziale. Oggi , con l’entrata in vigore della Legge n.42 del Codice Deontologico, per poter esercitare la professione devi conseguire un diploma di laurea ed essere iscritto all’Albo. L’assistenza dell’ostetrica è indicata soprattutto durante il periodo fertile della donna, un lungo lasso di tempo che comprende, oltre alla gravidanza, anche il travaglio, il parto, il puerperio, fino alla menopausa. Persino nella fase adolescenziale, l’ostetrica può intervenire con un’accurata e fondamentale educazione sessuale, offrendo, alle coppie interessate, consulenze e organizzando campagne di screening (pap-test, autopalpazione e prevenzione tumorale femminile).

Perché una donna incinta dovrebbe rivolgersi ad un’ostetrica?

Perché, sostanzialmente, la gravidanza non è una malattia ma un evento “fisiologico”. Quando invece la gestante va incontro a problematiche di tipo “patologico”, l’ostetrica, dopo una scrupolosa diagnosi, dovrà necessariamente interpellare il ginecologo che prescriverà la cura medica più adatta a quelle precisa complicazione. Grazie ad un proficuo lavoro d’equipe, ostetrica e ginecologo programmano esami, disponendo ecografie “office” per visualizzare o monitorare lo stato dell’embrione. L’ostetrica segue tutto il percorso fisiologico della futura mamma, gestendone alti e bassi, preoccupandosi esclusivamente di garantire al nascituro e alla donna tutti i crismi di una naturale normalità.

Le mansioni di un’ostetrica sono limitate ai nove mesi della gravidanza o continuano nella fase post partum? E quali sarebbero eventualmente le difficoltà da fronteggiare per una mamma e suo figlio?

Una brava ostetrica instaura con la donna un rapporto di serena fiducia. Il suo lavoro segue anche la crescita del bimbo per i primi dodici mesi di vita, prestando particolare attenzione al delicato momento dell’allattamento. Un evento apparentemente semplice, l’allattamento al seno può causare scompensi nel bambino ma, soprattutto, nella mamma. Le cause sono molteplici: dalla cattiva postura alla mancanza di un affidabile sostegno famigliare, tutto può trasformare un gesto istintivo in un’impervia scalata relazionale. La gioia immensa della gravidanza fa, spesso, da contraltare ad un insoddisfacente senso di vuoto e abbandono. In questo l’ostetrica svolge un ruolo fondamentale nel restituire legami solidi al trio padre-madre-figlio nel ritorno tra le mura domestiche. Come detto, l’etica professionale di un’ostetrica ci impone di prevenire spiacevoli situazioni. Nei corsi che ho tenuto presso Istituti di Scuola Media Inferiore, ho ribadito la necessità di educare giovani coppie alla conoscenza e al rispetto del proprio corpo e alle conseguenze che certe scelte hanno sul loro futuro.

“Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai” (Oriana Fallaci Lettera ad un bambino mai nato)