di Antonio Manzini
Quante stelle sono in cielo, dimore eterne di bimbi volati precocemente via da una vita pesante come il piombo?
Quante madri, dilaniate sino all’inverosimile, hanno subito sulla propria pelle lutti del genere?
Questo è l’epilogo di tanti “orfani bianchi” ovvero bimbi che una madre la hanno ma poi si svegliano una mattina e le loro mamme non ci sono più. Partite. La maggior parte verso l’Italia. A fare le badanti, a prendersi cura dei nostri vecchi e dei nostri figli. Mentre i loro vecchi e i loro figli restano da soli, in Romania, Moldavia, Ucraina, Polonia o Russia.
I figli a distanza crescono con le nonne, le zie, i vicini di casa o addirittura da soli in istituti per minori, gli “internat” anche a causa dell’assenza degli uomini, i padri, spesso violenti, spesso semplicemente fuggiti.
Secondo l’Unicef sono almeno 350mila in Romania, 100mila in Moldavia.
Per questi bimbi la separazione dalla madre è troppo dolorosa, l’attesa troppo lunga da sopportare. Nei casi meno drammatici, questi bambini finiscono per essere depressi, sviluppano dipendenza dalle droghe o dall’alcol, o prendono la strada dell’illegalità. Nei casi più drammatici si tolgono la vita, anche a dieci, undici, dodici anni. Un gesto estremo con cui cercano di far tornare le proprie mamme.
L’altra faccia della medaglia di questi orfani bianchi sono queste donne costrette dalla necessità a lasciare ciò che di più caro hanno per salire su un pullman che le porterà in Italia.
Un Paese in cui è il mercato dell’assistenza familiare che le cerca. Le vediamo guidare sotto braccio i nostri anziani, accompagnarli negli ultimi anni della loro vita, occuparsi di quello di cui non vogliamo (o possiamo) più occuparci.
Fare la badante significa vivere nella stessa casa dell’anziano assistito, lavorare senza sosta, trascorrere notti in bianco. È un lavoro logorante e, a volte, non c’è nemmeno la comprensione o la tenerezza di qualcuno che possa alleggerire il carico fisico ed emotivo di queste donne straziate.
Tutto questo sapientemente descritto dalla penna di Antonio Manzini. Un romanzo che ci sbatte in faccia tanto orrore senza mezzi termini e con risoluta e voluta crudezza. Una vergognosa e tremenda realtà da cui inconsapevolmente sfuggiamo dietro la serena cortina d’ignavia sempre più impegnati a godere del nostro tranquillo rifugio mentre fuori si abbatte una tempesta inimmaginabile.
Un libro da leggere assolutamente.