Inserito tra gli eventi della quattordicesima edizione dei “Dialoghi di Trani”, lo scorso venerdì 25 settembre ha avuto luogo a Corato, presso Piazza Sedile, la presentazione dell’ultimo libro Opzione Zero. Il Virus che tiene in ostaggio l’Italia, del manager, scrittore e docente universitario Francesco Delzio, barese di nascita e barlettano di adozione prima del suo trasferimento a Roma.

«Qual è il “male italiano”? Cosa ci ha trasformato da potenza mondiale a Paese senza speranza? Se vogliamo rinascere, dobbiamo iniziare a decidere. Resettando tutto ciò che ha bloccato l’Italia negli ultimi due decenni, tutte le “sovrastrutture” che hanno mortificato l’inesauribile creatività e intraprendenza della nostra gente. Perché oggi non abbiamo più scelta».

È in queste affermazioni, scritte in quarta di copertina, che si sintetizza quanto sostenuto da Delzio nella sua “Opzione Zero” al posto della quale propone una “Opzione uno” ossia una scelta, una soluzione: «A dispetto di quanto è accaduto negli ultimi vent’anni, durante i quali chi avrebbe dovuto decidere ha scelto di non decidere fugando ogni tipo di soluzione» – ha precisato l’autore.

All’incontro con lo scrittore è intervenuto, in qualità di moderatore, il noto giornalista Rai attualmente Caporedattore del Tg regionale della Puglia, Attilio Romita, il quale ha sin da subito sottolineato che: «Non si tratta di un libro disfattista; l’opzione zero può considerarsi una malattia, ma non invalidante. Si evince dal libro l’immobilismo di un Paese che preferisce non decidere, un Paese che si è ammalato avendo basse difese immunitarie».

«Questo libro nasce da una mia riflessione risalente ad un anno e mezzo fa quando eravamo nel pieno della crisi economica e quando si registrava un meno 30% della produzione industriale. Solo l’Italia non si è ripresa a differenza di quanto accade ad esempio in Germania e negli Stati Uniti. La malattia “italiana” può paragonarsi a mio avviso alla sindrome del “Palio di Siena”: i fantini non corrono per vincere ma piuttosto per far cadere i propri avversari e in qualità di manager ho riscontrato che molto spesso nelle grandi aziende accade esattamente questo, tutti sono bravi ad eccepire le proposte seppur positive degli altri e paradossalmente molto spesso chi ostacola viene pure premiato» – ha aggiunto Delzio.

Quali i virus a cui l’autore si riferisce? Delzio fa riferimento alla magistratura definita uno dei punti deboli ossia uno di quei “batteri” pericolosi che ha determinato la malattia italiana: «Ai giudici si è dato troppo potere, si sono altresì sovrapposti al legislatore legiferando le leggi piuttosto di applicarle soltanto – ha evidenziato il manager -. L’opzione Uno sta di certo nella legge che prevede la responsabilità civile dei magistrati affinché sia dia diritto di rivalsa da parte di chi subisce eventuali danni causati da un loro giudizio errato».

«Ma in Italia chi e dove si pensa il pensiero politico? – ha poi proseguito l’autore parlando del “virus” Politica – ad esempio negli Stati Uniti ci sono dei “Think Tank” ossia centri o luoghi laddove si pensa il pensiero politico, in Italia ci sono luoghi di questo tipo ma sono provinciali e fini a se stessi molto spesso serbatoi di politici “messi al bando”. Se non c’è un pensiero politico, la speranza che ci sia una buona politica si fa sempre più vaga».

Delzio, come uomo del Sud, analizza inoltre la questione meridionale, vista come una “sfida” che nessuno potrà mai vincere perché il governo italiano non è mai davvero sceso in campo per risolvere l’annosa questione. La cura per il Sud?:Come è successo in altre realtà europee (Irlanda e Spagna ad esempio) –risponde l’autore – bisogna cercare di incentivare gli investimenti dei privati esonerandogli (per un periodo di tempo prestabilito) dal pagamento delle tasse facendo in modo che al contempo essi impieghino quanto più personale qualificato».

«Alla malattia, bisogna subito rispondere con una scossa, che non può provenire dai Fondi Pubblici (che del resto non arrivano ai giovani) dagli interventi di Manutenzione, dall’assistenzialismo e tanto meno dall’intermediazione clientelare politico amministrativa».

Un cenno al “renzismo” viene sollecitato nel corso della serata dal caporedattore del TGR Puglia, Attilio Romita, il quale, sostenendo che il libro descrive una realtà precedente al governo Renzi, chiede all’autore se ad oggi sia il caso di riscrivere il suo libro. «Probabilmente – risponde Delzio – in quanto ritengo che Renzi abbia adottato una buona riforma del lavoro con il Job’s Act e la decontribuzione che esso ne ha comportato sul costo del lavoro, quindi di certo può considerarsi un opzione uno».

L’incontro si è poi concluso con una nota ottimista: «Il traffico in autostrada e negli aeroporti è di recente aumentato ( Delzio è Direttore Relazioni Esterne, Affari Istituzionali e Marketing di Atlantia e di Autostrade per l’Italia, nonché Direttore Relazioni Esterne di Aeroporti di Roma, ndr) quindi ciò significa che gli italiani si muovono poiché hanno ancora fiducia e speranza e ciò di certo potrebbe portare ad un incremento di un punto percentuale del PIL entro la fine del prossimo anno».