È forte il dibattito sulla questione delle regole da rispettare. Tale problematica viene affrontata anche dal Vangelo. Sappiamo infatti che non si poteva lavorare in giorno di sabato, mentre i discepoli di Gesù raccoglievano le spighe. In un dialogo interessante tra Gesù ed i farisei, il Signore arriva ad affermare: “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! (Mc 2,27)”.

Nella logica evangelica l’uomo è assoluto, ogni regola e norma si piegano al suo bisogno. La prima regola è che l’uomo è la sola regola e tutto il resto è in sua funzione. La coscienza è il luogo supremo del giudizio, prima di altre norme esterne. Cosa è giustizia? Permettere la morte in nome delle regole o salvare delle vite andando oltre le regole? È una distinzione non da poco andare oltre le regole o contro le regole. La parola regola significa infatti misura. La regola è dunque la misura per ordinare la propria vita, il proprio orientamento.

Proprio il cristianesimo, attraverso il monachesimo, ha reso la “regola” qualcosa di assoluto e di sacro. Eppure dinanzi all’umano, alle malattie, al mistero della morte, negli stessi monasteri si andava “oltre la regola”. L’interesse porta ad andare contro le regole, l’amore invece va oltre le regole. La cristallizzazione, l’ideologia, l’interesse invocano la legge strumentalizzandola. Il Vangelo parla di guide cieche che Gesù così apostrofa: “filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! (Mt 23, 24)”. Ho la sensazione che queste parole siano attualissime. Si pone attenzione a chi arriva e ci si dimentica di chi se ne va.

Sono certo che coloro che lasciano il paese non lo fanno perché degli immigrati prendono il loro posto, ma semplicemente perché non c’è posto per loro, proprio a causa di quella burocrazia che soffoca per le troppe regole ed uccide lentamente la speranza nei giovani. Ognuno può rispondere in coscienza; “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!” è una frase superata o è vera oggi? Sia l’umanità dunque l’origine ed il senso di ogni regola, di ogni legge.


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Sacerdote della diocesi di Andria, attualmente sono fidei donum in Valle d’Aosta, ho conseguito la Licenza in Antropologia Teologica presso la Facoltà Teologica Pugliese “Regina Apuliae” di Molfetta. Autore di numerosi libri presso le Edizioni Sant’Antonio; collaboratore della Rivista Trimestrale di Teologia e Spiritualità “Jesus Caritas - Famiglia Carlo de Foucauld” e curatore della rubrica “Ripensare tra bellezza e verità” sul sito del mio paese d’origine: Canosaweb.it. Ogni martedì, pubblico sul mio canale youtube (https://www.youtube.com/channel/UCCgVJk1DCdYQhIeh9c6jmBQ) dei video-incontri di tipo culturale, spirituale e religioso, per riflettere ed interrogarsi sul senso della vita, sull'amicizia e la bontà.

1 COMMENTO

  1. Bellissimo articolo, una lezione su cui riflettere, ma da piccolo burocrate quale sono, posso affermare che non è la burocrazia il problema che fa partire qualcuno dal proprio territorio. Piuttosto è una mentalità, un sistema, una generazione anziana che i giovani dovrebbero trovare il coraggio di affrontare.

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