
«A gloria non si va senza fatica»
(Mia nonna)
Leggo una pagina pubblicitaria: laurearsi senza frequentare? Laurea facile!
Inevitabilmente mi innervosisco e mi preoccupo. Non c’è niente di più pericoloso di educare a vincere facile.
Laurearsi non può e non deve essere una cosa facile: personalmente le ho provate e finite tutte. Obbligo di frequenza o meno, dacché mondo è mondo, è stato difficile; onore al vero, con la frequenza obbligatoria ogni giorno per cinque anni, lo è stato di più.
Ma io ho imparato tutto da quei pomeriggi infiniti ed apparentemente sempre uguali, così come tutto ho imparato da testi enormi, uno propedeutico all’altro, senza soluzione di continuità.
Intanto il sacrificio anche solo per comprarli quei testi, il rispetto per la carta anche solo nel riempirla di colori, sottolineature e post it, la dovizia estrema nel conservarli; e poi l’attesa, la puntualità, la noia, l’abnegazione, il problemsolving, la necessità di creare in diretta e al computer appunti random che sembravano pronti per la stampa poiché bisognava usare tutto il tempo possibile, un tempo che non c’era. Eppure si trovava.
E nel frattempo imparare a restare concentrati su tutto nello stesso momento: il collega, il docente, le sfumature, gli sguardi, le gomitate, le ginocchiate e gli escamotage. Le previsioni, la gestione dell’ansia, il controllo delle emozioni, della comunicazione non verbale, del tono di voce, della rapidità da calibrare nel linguaggio parlato.
Diventare capaci di discernere, fare delle scelte di comportamento, sostenere chi ne sapeva di più, ma anche chi ne sapeva di meno nonostante il ruolo: rispettarlo sempre quel ruolo, senza mai strafare, ma senza mai farsi calpestare.
L’umiltà. Lo spirito di gruppo: imparare che un bisogno autentico, prima che una risposta, chiede di essere vissuto. Che l’alternativa era una ed una sola: o si restava uniti in quel momento sulla stessa via o si rischiava di perire tutti sotto le stesse travi.
Dopo, solo dopo, ci sono i quintali di contenuti che sì, sono lì, a volte impressi a fuoco, ma a volte anche totalmente rimossi.
Laurearsi è un percorso, non può e non deve essere “laurea facile!”, peggio se con l’esclamativo. Anche perché, garantisco, non esiste una laurea facile: non ce la puoi fare nemmeno a seguire le vie tortuose degli aggeggi telematici del demonio e delle facoltà online se non hai acquisito tutte le abilità e le competenze di cui sopra. Non c’è verso: in assenza di fatica previa, rimani un inetto anche davanti ad un bicchiere di acqua.
E ciò che mi preoccupa è che queste proposte le stiamo offrendo ai nostri figli. Sono loro che devono considerare le offerte di “laurea facile!”.
Tempi avversi creano uomini forti.
Uomini forti creano tempi tranquilli.
Tempi tranquilli creano uomini deboli.
Uomini deboli creano tempi avversi.
A voi le conclusioni. Io direi che ho paura.