
Eppure sono una divoratrice di libri…
Riceviamo e pubblichiamo la recensione offerta dalla prof.ssa Anna Maria Fareri in occasione dell’inaugurazione del pannello artistico sulle tre Cantiche della “Divina Commedia” e la contemporanea presentazione dei “Cento (e uno) caffè con Dante”, avvenute lo scorso 11 ottobre, presso il plesso “Dante Alighieri” dell’I.C. Torregrotta (ME)
Ho letto con molto interesse e partecipazione emotiva questo libro che ho amato e apprezzato dalla prima all’ultima pagina. Pur conoscendo l’argomento “per sua fama”, ho avuto, ancora una volta, l’occasione di riflettere sull’immensità del Poeta per antonomasia e sulla sua “divina opera”. L’autore di “Cento e uno caffè con Dante”, con mano delicata e bisturi preciso, ha eseguito un esame autoptico dell’opera più rappresentativa della Letteratura Italiana.
Ha ricercato nei versi e tra i versi e poi offerto al lettore il vero intento del Poeta: oltrepassare la miseria umana per poi giungere alla destinazione ultima, alla felicità, a Dio.
Dante, uomo del Medioevo, figlio del suo tempo, ma anche uomo del nostro tempo (lo si può immaginare in abito blu e portatile o perfino in jeans e sneakers), raffinato poeta e insieme creatura transeunte che si lascia attraversare dalle passioni terrene per poi aspirare al divino.
Ecco in cosa consiste la sua modernità e genialità: conoscitore della psiche, dei sentimenti, degli istinti, ha scrutato l’animo umano con empatia, ne ha compreso le debolezze, ha indicato la via per la redenzione. Del resto, i secoli, i millenni si susseguono ma l’uomo non abbandona quella radice malvagia del suo cuore che lo guida verso decisioni scellerate.
Apprezzabile la scelta stilistica dell’autore del libro, semplice ed efficace, essenziale e potente al contempo. È un viaggio catartico che porta direttamente a Dio, fonte inesauribile di Amore. Non c’è infatti peccato umano che superi l’amore di Dio verso l’uomo, peccatore, ribelle ma pur sempre figlio di un Padre/Madre che perdona, che indulge e attira a sé.
Dante scandaglia gli abissi dell’animo umano, ne fa emergere la fragilità, la crudeltà, la bestialità ma lascia che la pietà e la compassione si insinuino anche nei gironi infernali, nel regno del buio e della perdizione, e in questo processo l’autore ci accompagna come una guida sicura. Il libro è un meraviglioso viatico per chi sceglie di “ seguir virtute e canoscenza”, per chi vuole imparare dai propri ed altrui errori ed intende elevarsi verso una dimensione di Amore Universale. Perché l’uomo non è solo “matta bestialità”, l’uomo è anche tenerezza e riflesso, seppur minimo, della luce e della misericordia divina.
Sono una divoratrice di libri, ma posso dire che non ho mai amato un libro come questo.
Desidero ringraziare l’autore Farina per le innumerevoli volte in cui, leggendo “Cento (e uno) caffè con Dante”, mi sono fermata e ho chiuso gli occhi per far sì che ogni singola parola mi entrasse lentamente fin dentro l’anima, con “umiltà e stupore”.
E poiché “è l’amor che a tutto dà senso”, io, con amore e per amore, voglio condividere solo qualche perla tratte dalle pagine di Farina:
“È credente chi ama, chi spera, chi ama a parole e fatti, chi serve e si consuma per il bene comune, chi perdona e si perdona, chi si rialza, chi abbraccia, chi accende una luce”.
“È sperante chi sorride, vive, abita l’amore e crede”.
“È amante chi ha un cuore che batte attraverso l’ universo”.
prof.ssa Anna Maria Fareri