Nel battesimo sul web, senza grossi investimenti nel marketing, se non quello della voglia di comunicare “bene” per essere onesti ed all’altezza dei lettori-navigatori, abbiamo constatato quanto valido sia il progetto Odysseo, e quanta strada potremo percorrere con un gruppo sempre più numeroso e valido. Per un esordio sudato in quanto basato esclusivamente sul contributo volontario e senza il sussidio delle solite forme pubblicitarie, c’è stata la numerosa ed incoraggiante partecipazione dei lettori. Abbiamo una compagnia di autori che, come nei pellegrinaggi laici e religiosi, si arricchisce, strada facendo, sempre più di personaggi interessanti, di storie e d’immagini importanti.
Sì, importanti perché ogni persona che ha il coraggio di esprimere le proprie idee può diventare tale perché aggiunge un aggettivo o un sostantivo o un avverbio a questo incredibile e pazzesco romanzo che è la vita. Mi piace riportare l’esordio entusiasta e sincero del nostro giovane autore Carlo Ceci Ginistrelli che sull’argomento scrive: “Pensare di scrivere un articolo mi emoziona; mi emoziona l’idea di poter dire ad altri i miei pensieri; mi emoziona essere considerato qualcuno, cioè una persona che ha qualcosa da raccontare”.
A noi emoziona l’idea di poter dare questa opportunità a chi ha qualcosa di vero e di buono da dire. In questo secolo in cui tutto si riversa nella comunicazione (nel bene e nel male), in cui la preoccupazione (eccessiva e spropositata spesso) di politici, artisti, imprenditori, arrivisti di ogni genere, è concentrata nel conquistare uno spazio consistente di immagine a discapito della sostanza delle cose e dei fatti, c’è anche un modo semplice per iniziare a ricostruire una società civile: riprendere una corrispondenza univoca e certa tra la parola ed il fatto.
Nel nostro piccolo e con i nostri autori navighiamo, con fatica ma con entusiasmo, contro corrente, ma contiamo di arrivare alla meta e di dare un segnale (piccolo o grande che sia) di inversione a questa tendenza.
Anche perché, a volte, guardandoci intorno e parafrasando Troisi, ci sembra dover dire: “Non ci resta che scrivere”.
Aldo Tota