Si ride per non piangere

I tuffi si susseguono a vasca vuota e i rompimenti di capo non fanno più notizia. Ognuno si accaparra, per porsele sugli occhi, le proprie fette di salame, dando, ai salumieri, un gran daffare. Sia questi negozi, sia le farmacie, non fanno proteste, ci mancherebbe! La dicono lunga le mascherine. Ormai sono di ogni foggia e colore, anche griffate, sì che l’andazzo, considerando i menefreghismi, sembra una sfilata di moda, una burlesque satirica, un’infinita carnevalata. Con tutte le capocciate ricavate negli spericolati tuffi, mancano le fasciature ad accompagnare le mascherine per arabizzarci più di quanto lo siamo… Si ride a tutto spiano. Si ride dell’altro che non la pensa come noi; si ride perché il politico non sta al passo con gli impegni presi; si ride incentivati dalle risate che si fanno sul nostro conto; si ride sulle forze dell’ordine che sono al nostro servizio; si ride sul Covid-19, si ride su tutto. Uno ride finché non si ritrovi disteso in una corsia d’ospedale, sopra una lettiga e in attesa di un letto di degenza. Poi non avrà più fiato per farlo, nemmeno col bocchettone dell’ossigeno. È a quel punto che si entra nel tunnel del rigore, dove il “riso” non ti “arriva” nemmeno per insalata; è a quel punto che le risate, il buonumore diventano risentimenti contro di sé: per non averci pensato prima e l’aver fatto a meno dei vari consigli, considerandoli imposizioni…

Alla fine si resta sospesi tra un chiaro-scuro indefinito, dove le lancette dei secondi ritardano a formare il minuto. Ti fa pensare che nel San Gottardo si sia formato una lunghissima coda di macchine a causa di un probabile incidente e che il tunnel, risulti opprimente a causa dell’impianto di areazione fuori uso.

Si ride ormai per non piangere, visto la piega che hanno assunto i vari decreti, editti e disposizioni atti ad addrizzare gli errori commessi per sbadataggine o di proposito, per tornaconto. Ma è giusto che si continui a ridere dacché, come si suole affermare, il riso fa buon sangue e, di conseguenza, col buon sangue non trovi ibridi, in giro. Anche il Parini non avrebbe di educare il “giovin signore”, di sangue blu, lasciandolo tra la schiera dei “superlativi”. È meglio che le nebbie persistano in Val Padana piuttosto che nei cervelli umani: non ci sono ancora deterrenti contro certe situazioni. E poi, se uno ha delle avversioni sul colore giallo delle albicocche, potrebbe sempre mangiarsele verdi, acerbe.

Quando si afferma che il riso abbonda sulle labbra degli stolti mi vien da pensare se non faccio anch’io parte della schiera. Poi penso alle stranezze nostre, umane, e mi metto a ridere come se fossi seduto in prima fila ad una “Prima” di Totò con a fianco uno che sgrana rumorosamente patatine senza, comunque, coprire le mie sghignazzate.

Con la fine del 2021, anno di “dolorose” risate, rimangono memorabili le eccellenti acrobazie degli artisti del Circo di Montecarlo e gli strepitosi, inesplosi botti non accesi, segno di evidente ritrosia, non di timidezza acquisita, ma di un rilassamento soggettivo all’evidente situazione. È un buon segno per incominciare l’anno?

Ridere a tutti i costi significa: reprimere il pianto. Quello che andrebbe versato per chi non ce l’ha fatta a brindare l’anno 2022. Quello che, pur avendoci messo piede, non avrà scarpe adatte per incedere. Forse sperando in un pugno di “riso” … nostro, che non sia beffardo, da mettere nella sua ciotola.


FontePhoto by Ben White on Unsplash
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Salvatore Memeo è nato a San Ferdinando di Puglia nel 1938. Si è diplomato in ragioneria, ma non ha mai praticato la professione. Ha scritto articoli di attualità su diversi giornali, sia in Italia che in Germania. Come poeta ha scritto e pubblicato tre libri con Levante Editori: La Bolgia, Il vento e la spiga, L’epilogo. A due mani, con un sacerdote di Bisceglie, don Francesco Dell’Orco, ha scritto due volumi: 366 Giorni con il Venerabile don Pasquale Uva (ed. Rotas) e Per conoscere Gesù e crescere nel discepolato (ed. La Nuova Mezzina). Su questi due ultimi libri ha curato solo la parte della poesia. Come scrittore ha pronto per la stampa diversi scritti tra i quali, due libri di novelle: Con gli occhi del senno e Non sperando il meglio… È stato Chef e Ristoratore in diversi Stati europei. Attualmente è in pensione e vive a San Ferdinando di Puglia.