Il 24enne andriese, nonostante la disprassia, che lo accompagna sin dalla nascita, si è laureato nel dicembre 2019 in Scienze dell’Educazione e l’8 luglio 2021 ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Pedagogiche

Ha un carattere tenace, dalla forte personalità, Nicola Basile. Circa 24 anni fa, alla sua nascita, Nicola accusa i sintomi di un disturbo che lo accompagnerà nella sua vita: la disprassia, un disturbo congenito che causa difficoltà nella gestione dei movimenti. Nicola non ha avuto un percorso di crescita facile, poiché ha dovuto affrontare molteplici ostacoli dovuti al suo disturbo.  Li ha affrontati con determinazione, tanto da conseguire la laurea in Scienze dell’educazione, prima, e la laurea magistrale in Scienze Pedagogiche all’età di 24 anni. In questo percorso è stata fondamentale la figura della mamma, che gli è sempre stata accanto, fornendogli supporto e incoraggiamento.

Abbiamo adesso l’occasione di poter scoprire di più su di lui, proprio grazie al suo intervento al nostro giornale.

Allora Nicola, parlaci di te. Com’è nata questa scelta universitaria? Quali sono le motivazioni che ti hanno portato a questa scelta?

Prima di rispondere mi preme ringraziarvi per l’attenzione rivoltami. Scelgo la facoltà di Scienze dell’educazione in seguito alla mia esperienza non positiva nelle relazioni sociali, ma anche seguendo la figura di Maria Montessori, che è per me un vero e proprio punto di riferimento. Maria Montessori è stata una grande pedagogista ed è stata la prima donna medico in Italia. Durante l’ultimo anno di liceo delle scienze umane, la mia classe visionò un film sulla Montessori e fu in quel momento che decisi quale sarebbe stato il mio futuro (mi rividi nella situazione di esclusione dei bambini seguiti dalla Montessori), comunicandolo successivamente alla mia famiglia.

Nella discussione della tua tesi specialistica avvenuta nei giorni scorsi nella sala consiliare di Palazzo di Città, alla quale ha presenziato il Sindaco Giovanna Bruno, hai parlato di alcuni esempi di importanti sodalizi che operano nel terzo settore di Andria. Ne vuoi parlare?

Per quanto concerne la mia tesi specialistica ‘’Dall’Inclusione all’Inclucation: proposte per una nuova forma di convivenza sociale’’, ho scelto di approfondire l’esistenza di altre forme di non inclusione, esaminando i casi dei carcerati, degli immigrati e degli ‘’specialmente’’ abili, come amo definirli. Per quanto riguarda il primo caso, cito il Progetto diocesano ‘’Senza Sbarre’’, legato alla Masseria San Vittore; tale iniziativa, nata per la determinazione di due sacerdoti andriesi Don Riccardo Agresti e don Vincenzo Giannelli,  ha l’obiettivo di reinserire nella società i carcerati, rieducandoli; per quanto concerne il secondo caso, cito la Comunità Migrantes, con don Geremia Acri, la quale ha avviato un progetto legato al ristorante multiculturale “La Téranga” e ad una sartoria sociale, atto a coinvolgere attivamente coloro i quali migrano nel nostro Paese e a farne conoscere le loro culture, al fine di un miglior inserimento nel tessuto sociale. Per quanto riguarda l’ultimo caso, su Andria operano il centro Zenit del professore Antonello Fortunato e la Fondazione Pugliese per le Neurodiversità dell’avvocato Bruno, impegnati nel sostegno delle persone ‘’specialmente’’ abili. L’aiuto per gli ‘’specialmente’’ abili è una tematica verso la quale lo Stato ha rivolto la propria attenzione; cito, ad esempio, la legge del ‘’Dopo di noi’’ di Ileana Argentin, che prevede il risarcimento delle persone con gravi disabilità nel caso in cui avvenga la scomparsa del proprio tutore. L’avvocato Francesco Bruno persegue l’obiettivo di una maggiore autonomia per quanto concerne le persone ‘’specialmente’’ abili; è per tale motivo che egli auspica un disegno di concreta socializzazione con l’istituzione di un educatore, di un facilitatore, che, senza aggravi nell’economia familiare, affianchi il soggetto in questione così da coinvolgerlo nella quotidiana realtà, facendolo sentire incluso nella società. Ritengo che, passando per questa figura, si possa pervenire ad una inclusione più concreta. Mi auguro, però, che il prima possibile, attraverso un’educazione all’inclusione (l’Inclucation citato nella mia tesi, un’educazione long life learning che completi l’attuale educazione civica) la società possa essere pronta ad accettare ed includere qualsiasi soggetto fragile, non per pietismo, ma facendolo sentire parte attiva e concreta del tessuto sociale.

Quanto è stato importante l’esempio dei tuoi genitori per la tua formazione di uomo e di professionista? Stiamo parlando di due persone molto conosciute in città nell’ambito socio-educativo e non solo.

‘I miei genitori mi hanno fornito un esempio importante: entrambi insegnanti, mia madre dedita ai suoi alunni e a me; mio padre impegnato nel sociale, in qualità di catechista prima e sindacalista poi. Ritengo che siano stati coraggiosi, forti e determinati, fondamentali nel mio percorso di crescita.

Nicola, adesso quali sono i tuoi programmi futuri? Ormai il tuo esempio di valente universitario è diventato punto di riferimento per tanti giovani. Cosa diresti a chi sta attraversando delle difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi prefissati?

Innanzitutto ringrazio tutti coloro i quali mi ritengono un punto di riferimento, mi fa molto piacere. A chi si è prefissato un obiettivo da raggiungere e sta riscontrando difficoltà nel suo percorso, consiglio di non abbattersi mai e di rialzarsi sempre. Per l’avvenire miro a trovare una collocazione lavorativa, spero nel sociale e, magari, a poter approfondire la Teoria dell’Inclucation, sperimentandola sul campo, e ad adoperarmi per gli altri.

Nicola, è stato un piacere poter dialogare con te. Le tue considerazioni fanno ben sperare in un diverso approccio della società verso ogni soggetto, chiunque esso sia, senza discriminarlo per sesso, credo, condizione sociale o psicologica. Ti porgo i complimenti da parte mia e da parte di coloro i quali credono che ognuno di noi possa migliorare il mondo che ci circonda. Mi piace concludere definendoti un esempio per noi tutti. Ad maiora, caro Nicola.

Grazie mille, grazie a te e a voi tutti di Odysseo.


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Nato a Bari nel 2003, vive e frequenta il Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” a Bisceglie. Si definisce un amante delle materie scientifiche, pratica il calcio amatoriale e l’attività fisica e tifa per il Milan, per il quale nutre una autentica venerazione. Ama il mare e la campagna, il buon cibo e la vita all’aria aperta. Musicalmente preferisce ascoltare brani italiani, in special modo quelli di Ultimo e Tommaso Paradiso, ma ascolta anche brani stranieri, come quelli di Shawn Mendes e Bruno Mars. Non rinuncia mai ad una serata in compagnia di amici, specie se sono quelli con i quali è facile parlare di sport ma anche di altri piaceri come quelli de la bonne vie. Desidera viaggiare e visitare in particolare le città d’arte. Scrive per esternare le sue passioni.