A volte nella vita si è in attesa pur non sapendo chi o cosa incontrare realmente. Forse perché non si devono sottovalutare né i nomi né le emozioni né i respiri che insegnano a lasciarsi andare.

Accogliersi, in fondo, non è come trasformare il proprio cuore nella migliore stanza possibile da cui diramare l’attenzione per la vita stessa nelle sue meravigliose sfaccettature?

«Quanti ne hai tu di angoli, di lati, di spigoli, di anfratti, di cavità!

Forse non lo sai.

Forse lo sai, ma li tieni lontani. Al buio!»

Interessante e avvolgente si presenta al lettore il libro “dirCi di Sì” scritto da Pasquale Adamo, Mental Coach e Trainer di PNL e Patrizia Sollecito, Insegnante in una Scuola Secondaria di Primo Grado, pubblicato da Wip Edizioni.

A cosa servono le storie se non a ribaltare la prospettiva da cui guardare alle emozioni?

Si è in relazioni capaci quando il senso delle parole, lette attraverso uno specchietto retrovisore, aiuta a riscoprire un’umanità troppo spesso rinnegata nella società dell’errore e della marginalità.

Allora l’opportunità è la stessa fattibilità con cui ci si approccia alla coscienza sì da volgere l’ainsa  (ansia) e la aibbar (rabbia) in un potenziale costruttivo.

Quando ci si sente come fiori violati, bisogna porsi in ascolto facendo l’occhiolino simpatico a quella parte di sé che deve essere recuperata.

L’insicurezza è legata alla paura di un distacco, di un perdersi, ossimoro della vita, che poi diventa un proteggersi.

«Ego sum» e i pensieri si scompigliano come fossero fogli di vento da infilare sotto la maschera della risata.

L’anima è una bussola in proiezione dai contorni di luce e insieme alla grammatica dell’errore c’è quella dell’amore che mescola le diversità e incontra le distanze.

Le relazioni baciate dalla reciprocità uniscono per fondare il NOI.

Patrizia Sollecito veste le storie di occasioni e colori ma per non sentirsi trafitti dalla s-memoria i consigli di pasquale Adamo sono indirizzi unici per cavalcare il buio ritrovando i sogni.

Le luci fanno male agli occhi dopo un lungo periodo di buio ma proprio perché siamo umani e non siamo invincibili, dobbiamo imparare a possedere l’amore per i silenzi.

Nelle loro contraddizioni si aggirano le paludi delle semplificazioni. Mutano i paesaggi e le zolle della vita brulicano di stelle per rischiarare il buio.

Ci si interroga per non rotolare.

Ci si piega per cercarsi.

Si saltella per ridere nella notte.

Da un cerchio che si chiude tutto ri-incomincia.

La vita strapazza, asciuga le lacrime e ricorda l’asprezza.

Come si fa a non cadere? A non smettere di de-siderare?

Funziona l’empatia degli occhi, funziona un cuore non meccanico, funzionano i desideri come antidoto alla paura.

È il grembo della vita a reclamare il bisogno di essere riempito di altro/Altro.

I cambia-menti sono terra inesplorata della felicità.

Non può essere tutto sempre in ordine, normale, in equilibrio. Anzi la rabbia aiuta a non fare finta di niente perché la rabbia è una forma di amore: l’imperfezione è il tempo necessario per se stessi.

Cosa fa la differenza?

Riscrivere gli istanti come passaggi di attenzione.

Incanalare l’ego per donare e sorridere.

L’esercizio alla Bellezza è una lotta contro l’omogeneità.

Ognuno ha la sua macchia in profondità da non slavare. Carta d’identità di un proprio sentire.

Si è messi alla prova per imparare dall’assenza, dai grovigli, dai piccoli rituali che intrecciano le anime, dalla tenerezza che ingravida di gioia.

Non esiste la parola “inutilità” e mai è tardi per amare ancora.

Insomma, dobbiamo prendere a morsi la vita e condividerla. Il piacere di scomporre il tempo fra battute e risate: nel suo scorrere l’appuntamento con la gratitudine.


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Angela Aniello è nata a Bitonto nel 1973, si è laureata in Lettere classiche e dal 1998 insegna nella scuola secondaria di primo grado. Da tempo si dedica alla scrittura come vocazione dell’anima. Ha pubblicato nel 1997 il racconto “Un figlio diverso” edito da Arti Grafiche Savarese e, nel 2005, ha pubblicato anche una raccolta di poesie dal titolo “Piccoli sussurri” edito da Editrice Internazionale Libro Italiano. Ha vinto il concorso nazionale Don Tonino Bello nel 1997 e nel 2004, ha conquistato il secondo premio a un certamen di poesia latina, Premio Catullo ad Acerra (Na) e nel febbraio del 2006 è arrivata il suo quarto premio al concorso di poesia d’amore Arden Borghi Santucci. Quest’anno (precisamente a giugno 2018) ha vinto il terzo premio di poesia e il primo premio per il racconto “Anche la paura puzza” al Concorso “La Battaglia in versi”.