«La Natura ha strane leggi, ma lei almeno,le rispetta»
Leo Longanesi

E come si sta al mondo?

E qual è il modo migliore?

E cosa è più o meno sconveniente?

Mah… sarà che la mente umana è troppo cerebrale per capire che si può star bene senza complicare il pane.

Alla ricerca di fantasmagoriche teorie guida, meditazioni zen, preghiere da imparare.

Mah… hanno speso moltissimo tempo e fatica per insegnarmi teoremi disparati, modalità di richiesta intercessione, filosofie, domande, risposte, misteri, soluzioni, evoluzioni ed involuzioni.

Sarà che io sono da sempre avulsa. Sarà che sono aliena. Sarà che boh, sono molto più semplice di quanto non appaia.

Ultimamente ho la fortuna di assistere a numerose albe, quotidiani tramonti, ascoltare cicale… la natura. Nella mente il caos esiste come di norma, ma lo status del momento mi suggerisce che alla fine stare al mondo, cosa richiede davvero?

Seguire la natura, punto. Fare tutto ciò che fa lei, con elegantissima immaginazione divina: il suo scopo è la felicità  delluomo, che persegue con pazienza, provando ad insegnargli il servizio per tutto quanto è semplicemente bello. Non è che si debbano per forza inseguire colori e proporzioni, solo lasciarsi guidare senza le categorie posticce delle pretese dei risultati immediati.

Ecco, ciò che mi chiedo è: come si fa a guardare un’alba senza vedere chiaramente che lei sa perfettamente quello che fa? E lo stesso dicasi per qualsiasi altro movimento di Natura. Quella che sembra sottomessa e invece è regina, comanda, agisce a prescindere da tutto, fa il suo corso, non si ferma e mai gira male.

L’amor che move il sol e le altre stelle: mi sembra talmente facile. Ed è così alla portata immediata di ciascuno. Basta un niente, lo penso davvero. Raccogliere qualsiasi piccola quantità di bellezza posseduta e porgerla al mondo, lasciare che giri e torni sotto altre forme.

Gira, il mondo gira… vedo talmente tanto splendore intorno da dover accettare di essere troppo piccola per contenerlo o solo trattenerlo: per ora lo dico, altrettanto spesso lo condivido attraverso tante ostinate reti di Montale, oppure taccio, sperando passi lo stesso attraverso me, in un modo che solo Natura sa.

Forse uno sguardo, forse un respiro, forse una riga scritta… e niente: è facile.


FontePhoto by Igor Kasalovic on Unsplash
Articolo precedenteL’aggressione a Fabrizio Pellegrino
Articolo successivoGiornata Internazionale dell’Amicizia
Sono una frase, un verso, più raramente una cifra, che letta al contrario mantiene inalterato il suo significato. Un palindromo. Un’acca, quella che fondamentalmente è muta, si fa i fatti suoi, ma ha questa strana caratteristica di cambiare il suono alle parole; il fatto che ci sia o meno, a volte fa la differenza e quindi bisogna imparare ad usarla. Mi presento: Myriam Acca Massarelli, laureata in scienze religiose, insegnante di religione cattolica, pugliese trapiantata da pochissimo nel più profondo nord, quello da cui anche Aosta è distante, ma verso sud. In cammino, alla ricerca, non sempre serenamente, più spesso ardentemente. Assetata, ogni tanto in sosta, osservatrice deformata, incapace di dare nulla per scontato, intollerante alle regole, da sempre esausta delle formule. Non possiedo verità, non dico bugie ed ho un’idea di fondo: nonostante tutto, sempre, può valerne la pena. Ed in quel percorso, in cui il viaggio vale un milione di volte più della meta ed in cui il traguardo non è mai un luogo, talvolta, ho imparato, conviene fidarsi ed affidarsi.