Aveva forse ragione Montale: la storia non insegna…
La storia ci racconta che 27 Giugno del 1932 è stato il giorno dell’ascesa di Adolf Hitler a Berlino, 120 mila persone all’interno del grunewald stadium a gran voce urlavano contro il sistema e contro gli ebrei. L’11 Novembre 2017 60 mila razzisti e fanatici, hanno sfilato a Varsavia, Polonia, cantando: ‘Dio, Onore, Patria’, ‘Gloria ai nostri eroi’, ‘Polonia pura, Polonia bianca’, ‘Fuori i rifugiati’ e ‘Vogliamo Dio’, occultando la celebrazione del giorno dell’Indipendenza Nazionale della Polonia. Vessilli con icone religiose sono stati sbandierati, durante la manifestazione, insieme a bandiere con il simbolo di un movimento di estrema destra, antisemita e fascista (partito dell’ONR) che sostiene di voler: “preservare l’omogeneità etnica della Polonia e la fede cattolica sotto l’ordine politico militare”. La marcia ha richiamato diversi gruppi nazionalisti provenienti da tutta Europa, presente l’Italia con il gruppo Forza Nuova.
Analogia molto interessante per farci comprendere, che in Europa da anni sono nati diversi movimenti fondamentalisti di odio e razzismo.
I motivi di questa deriva socio culturale sono molteplici: crisi morale, crisi economica, crisi ecologica, ma soprattutto crisi di Buona Politica.
Si rammenda infatti come Buona Politica il giorno 10 dicembre 1948 quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. L’insistenza sul carattere pluralistico da parte dei padri fondatori della Carta dei Diritti Umani, qualifica la convergenza, che si è storicamente individuata tra le forze politiche ed economiche e tra le classi sociali di allora, attorno ad una prospettiva umana universale e di rinnovamento.
Oggi la mancanza di valori e ideali comuni ha reso l’odio e il razzismo lo specchio di una di una frammentazione sociale e culturale in cerca di coesione e di unione popolare.
Il problema socio politico europeo di oggi è trovare una nuova piattaforma di orientamento che, rispettando le aspirazioni pluralistiche proprie della nostra società e senza precipitare nel fondamentalismo e nell’estremismo, realizzi una nuova quadratura su cui costruire una visione antropologica nuova della realtà.
Si tratterebbe, da parte di ogni Stato Europeo, di una esplicita adesione alla realtà storica contingente, colta nella sua essenza e ponderata con riflessione preoccupazione e studio. Solo così, si giungerebbe ad una risoluzione del problema sociale.
La Dichiarazione dei Diritti Umani è figlia di una ispirazione improntata sui diritti individuali da salvaguardare come alta visione ideale da raggiungersi tra tutti i popoli e tra tutte le Nazioni del mondo. È un Documento nel quale gli Stati si impegnano a promuovere, con l’insegnamento e l’educazione, il valore della persona umana e della vita.
Montale scriveva:
La storia non è magistra
di niente che ci riguardi.
Accorgersene non serve
a farla più vera e più giusta.
Ebbene, se non recuperiamo quell’attivismo per la salvaguardia della vita, che sia bianca o nera, ricca o povera, storpia o sana, la storia ancora una volta ci annienterà, forse nei campi di concentramento, forse nelle foibe, forse annegati nella fossa del mar Mediterraneo, forse trucidati come martiri di un tempo tetro senza luce, buio senza ideali, oscuro senza Dio.