LA VITTORIA DI UNA GENERAZIONE D’ORO
Il 14 maggio 2006 la Juventus di Fabio Capello vince il suo 29esimo scudetto sul neutro di Bari. La vittoria sul campo non viene assegnata dalla giustizia sportiva che revoca anche lo scudetto del 2004/2005 e condanna i bianconeri alla Serie B. Milan, Fiorentina e Lazio vengono penalizzate ma con minor rigore, essendo costrette a iniziare la stagione 2006/2007 con penalizzazioni più o meno pesanti. È lo scandalo di Calciopoli che scoppia proprio alla vigilia del mondiale tedesco e che rischia di influenzare il nostro cammino, dove ci presentiamo con una squadra forte, costituita in gran parte dalla generazione di calciatori nati a cavallo tra gli anni ’70 e gli inizi degli anni ’80. La squadra di Marcello Lippi non è la principale pretendente al titolo, ma può essere una temibile outsider, perché le favorite sono altre, in particolare i campioni del mondo in carica del Brasile che si presentano ai blocchi di partenza con l’ambizioso Quadrato Magico: Kakà, Ronaldinho, Ronaldo e Adriano.
Si torna dopo trentadue anni in Germania che scalza la concorrenza di Sudafrica, Inghilterra e Marocco. Dodici le sedi della XVIII edizione che sottolineano il successo della riunificazione tedesca, già a partire dal sorteggio di Lipsia.
La FIFA vieta la sponsorizzazione degli stadi che diventano FIFA WM – Stadion.
Esordiscono quattro nazionali africane, Togo, Angola, Ghana e Costa d’Avorio, Ucraina e Trinidad e Tobago.
Si comincia il 9 giugno con i padroni di casa della Germania impegnati contro la Costa Rica. Nonostante i dubbi e le perplessità sulle prestazioni della Mannschaft, i Bianchi vincono per 4 a 2 e finiscono primi nel gruppo A davanti all’Ecuador.
Nel gruppo B l’Inghilterra di Sven-Goran Eriksson chiude in testa il girone con 7 punti, davanti alla Svezia del bianconero Ibrahimović.
Il 16 giugno 2006 è il giorno in cui Leo Messi realizza il suo primo gol ai mondiali nel pirotecnico 6 a 0 con il quale l’Argentina umilia la Serbia. Nel girone si trovano anche l’Olanda e la Costa d’Avorio. L’Albiceleste precede gli Oranje per migliore differenza reti.
Nel gruppo D domina il Portogallo della stella Cristiano Ronaldo, Figo e Deco, che accede agli ottavi assieme al Messico.
Nel gruppo E gli Azzurri passano come primi del girone. Dopo la bella vittoria sul Ghana ad Hannover, firmata da Pirlo e Iaquinta, il pareggio con gli USA sembra complicare le cose: in vantaggio con Gilardino, gli statunitensi pareggiano grazie all’autogol di Zaccardo. Una sciocca gomitata di De Rossi a McBride ci lascia in dieci. Finisce 1 a 1. La partita con la Repubblica Ceca di Pavel Nedved è delicata. Dopo qualche tentativo del Pallone d’Oro ceco, un colpo di testa di Materazzi sblocca il risultato. SuperPippo Inzaghi poi chiude superando Cech e insaccando a porta vuota. Siamo agli ottavi ed evitiamo il Brasile che da pronostico vince agevolmente il suo girone. L’Australia della vecchia volpe di Guus Hiddink accede al turno successivo assieme ai Verdeoro.
Nel gruppo G la Francia di Domenech, criticata dopo le prime due partite incolore con Svizzera e Corea del Sud, stacca il passqualificazione dietro alla Svizzera, con la vittoria sul Togo.
Infine nel gruppo H tutto secondo programma: Spagna prima, Ucraina seconda.
Agli ottavi di finale incrociamo Hiddink dopo quattro anni. La partita con l’Australia a Kaiserslautern è un crocevia fondamentale perché restiamo in dieci per l’espulsione di Materazzi e soffriamo terribilmente. Quando ormai i supplementari sembrano inevitabili, ecco che Grosso viene atterrato in area dopo un dribbling: rigore. Dal dischetto Totti, autore fino a quel momento di un mondiale in ombra, non sbaglia. Ai quarti ci attende l’Ucraina che elimina la Svizzera, prima squadra nella storia ad uscire senza aver mai perso e senza subire un gol. Negli altri ottavi Brasile facile sul Ghana (3-0), mentre la Germania liquida la Svezia con una doppietta di Podolski nei primi 12′. Spagna ancora fuori contro la Francia dopo essere passata in vantaggio con Villa. Zidane sembra essere tornato quello di otto anni prima e trascina i Blues al 3 a 1 finale. Avanti anche il Portogallo che vince una partita tesa contro l’Olanda. Inghilterra, 1 a 0 all’Ecuador, e Argentina, 2 a 1 al Messico con un gran gol di Maxi Rodriguez, chiudono il quadro delle qualificate ai quarti.
Italia Ucraina è nel segno di Toni che segna una doppietta, dopo il gran gol di Zambrotta. A fine partita Lippi e i suoi calciatori dedicano la vittoria a Gianluca Pessotto, che si trova in gravi condizioni in ospedale. Negli altri quarti fuori ai rigori l’Argentina di Pekerman contro la Germania di Klinsmann, così come accade per gli inglesi contro il Portogallo. Francia Brasile è decisa da Henry, in un altro match giocato sublimemente da Zidane.
Il 4 luglio a Dortmund Italia e Germania si affrontano 36 anni dopo la semifinale di Città del Messico. È una partita vibrante e tesa, che si trascina ai supplementari, dove l’Italia colpisce due legni con Zambrotta e Gilardino e che trova il vantaggio solo al tramonto dei tempi supplementari. Un assist illuminante di Pirlo consente un tiro a giro per Grosso che batte Lehmann. Cannavaro, memorabile la sua partita, spadroneggia sui tedeschi e avvia il contropiede di Gilardino che serve a Del Piero il pallone del 2 a 0. Dopo dodici anni siamo in finale.
Francia Portogallo, l’altra semifinale, è decisa da un rigore di Zizou, così come era accaduto sei anni prima nella semifinale di Euro 2000.
Il 9 luglio a Berlino affrontiamo la Francia di uno Zidane in gran forma e che fa paura. Materazzi entra su Malouda in maniera scorretta secondo Elizondo. Calcio di rigore che Zidane realizza con un cucchiaio. Al 19′ Pirlo batte un calcio d’angolo, Materazzi colpisce di testa per il pari. Toni colpisce la traversa di testa nei tempi regolamentari. Durante i supplementari la Francia è più pericolosa e sfiora il gol con Ribery e con un colpo di testa potente di Zidane, sul quale Buffon compie letteralmente un miracolo. Un altro colpo di testa di Zidane, fallo di reazione su Materazzi, gli costa il rosso, lasciando la Francia in dieci. Non il migliore dei modi per lasciare il calcio agonistico. Si va ai rigori dove risulta decisivo l’errore di Trezeguet, l’unico rigore sbagliato in una serie che si chiude con il tiro di Fabio Grosso che riporta la Coppa del Mondo in Italia, 24 anni dopo la magica notte del Bernabeu. È la vittoria di Marcello Lippi, guida tecnica e tattica di un gruppo eccezionale, in grado di superare le critiche feroci di chi, dopo Calciopoli, non ci voleva nel torneo, come Blatter che, ancor più indegnamente del gesto di Zidane, non premia gli Azzurri. Seguono nell’immediato i caroselli e la festa del Circo Massimo, mentre all’orizzonte si preparano tempi duri e cocenti delusioni, fatte di eliminazioni ai primi turni e apocalissi sportive.
Ma questa è un’altra storia.
CAPOCANNONIERE: Miroslav Klose (GER) 5 reti
CLASSIFICA FINALE
Italia
Francia
Germania
Portogallo
FINALE TERZO E QUARTO POSTO
Germania – Portogallo 3-1