Un incontro possibile per accompagnare, discernere e integrare, oltre la casistica

Il testo elaborato da don Emanuele Tupputi è uno snello, intelligente e chiaro itinerario teologico/pastorale che chiede a tutti una conversione di mentalità ed un approccio pastorale necessario per far incontrare la Parola di Dio nel vissuto di chi vive le situazioni di fragilità, di rottura relazionale coniugale e di ricostruzione di legami affettivi.

Il pregio di questo lavoro di don Emanuele è che lui, giurista si è approcciato a queste problematiche con un cuore di pastore, che unisce la sensibilità giuridica e l’attenzione alla  dimensione morale della persona.

Dice l’autore che è evidente che l’AL ha un approccio pastorale che abbandona la logica deduttiva, cioè il primato della legge oggettiva sic et sempliciter e anche l’approccio induttivo soggettivistico, dove il comportamento dell’IO diventa regola.

L’autore del “percorso” mette in luce a chiare note che non sono le situazioni concrete a diventare principi e neppure ad accondiscendere alle situazioni così come sono.

La misericordia non si declina come accondiscendenza alla fragilità e non è una amnistia, ma domanda di fare verità e giustizia nei propri percorsi ed avviare un lavoro penitenziale di conversione nell’incontro personale con Cristo, Parola liberante e generante amore.

L’AL chiede di avere gli occhi di una madre, un atteggiamento pastorale che non parte dalla regola per dare sanzioni, non dall’IO narcisistico che fa le regole e i valori a proprio servizio, ma dall’incontrare la persona nella propria situazione esistenziale affinché in un processo educativo della coscienza possa comprendere la verità della propria situazione e con amore pedagogico (la paideia ecclesiale) l’incontro con Gesù e la comunità.

L’autore del “percorso” fa emergere chiaramente le tappe del processo del discernimento:

  1. Il primo consiste nel guardare la situazione per quello che è, sospendendo ogni giudizio. Già la Familiaris Consortio 84 chiedeva di “avere uno sguardo che sa discernere le situazioni”.
  2. Avere la capacità di vedere in ogni situazione di amore, anche la meno regolare, la presenza dei semi del Verbo (AL 77).
  3. Accompagnare la persona a partire dal punto in cui si trova, con un approfondimento graduale delle esigenze del Vangelo (AL 38).
  4. Integrare e farli partecipi della vita della comunità ecclesiale. “Si deve aiutare ciascuno a trovare il proprio modo di partecipare alla comunità ecclesiale” (AL 297).

Il processo di discernimento mira dunque ad accompagnare le persone a illuminare la propria coscienza perché possano vivere la grazia di Dio nella loro situazione, nella misura della loro possibilità. La lettura dell’VIII capitolo dell’AL fatta da don Emanuele vuole fare emergere che la realtà coniugale non è un sistema chiuso da principi e norme non negoziabili, ma che la relazione uomo-donna appartiene alla categoria biblica del mistero e l’approccio non può essere solo formale e legalistico, ma personalistico, cioè attento alla persona come essere che si concretizza in un vissuto storico, che ha bisogna di un approccio fondato sulla legge della gradualità (FC 34) in un itinerario di fede e di morale. Diceva Giovanni XXIII in una frase che chiude il suo Giornale dell’anima: “Non è il Vangelo che cambia, siamo noi che cominciamo a comprenderlo meglio”.

Mons. Franco Lanzolla, Parroco della Cattedra di Bari

Docente di morale presso Issr – Bari

Responsabile Regionale della Pastorale della Famiglia

Estratto Rallegratevi con me… Indicazioni di AL per le sitruazioni di fragillità…- Tupputi

N.B.

Chi fosse interessato ad avere copia del testo può scrivere a don Emanuele Tupputi al seguente indirizzo email: tribunalecclesiastico@arcidiocesitrani.it