
“…quel che abbiamo visto con i nostri occhi”(1Gv. 1,1)
Sul miracolo della Sacra Spina è già stato scritto tanto e molto sarà ancora scritto.
Al cronista, che ha avuto l’onore e l’onere di essere testimone oculare dell’evento, tocca comunque il dovere di scrivere di ciò che ha visto.
E cosa ho visto, di preciso?
In primo luogo, una moltitudine di fedeli che, sin dalle prime ore del mattino e fino a tutta la notte tra il 25 e il 26, hanno ininterrottamente gremito la cattedrale, facendo ore e ore di coda pur di sfilare solo alcuni secondi davanti alla Cappella di San Riccardo, dove la Sacra Spina era esposta sul sarcofago che aveva contenuto le ossa del Santo. Ho visto anche pellegrini giunti da lontano e piazza Catuma affollata come non mai per la Via Crucis delle 19. Ho visto, dunque, un popolo orante e tanti, tantissimi fedeli che si sono accostati alla Confessione.
E ho visto il miracolo, il prodigio, la trasformazione della Sacra Spina: le parole non sono tutte intercambiabili, ma diventano relative davanti alla resistenza dei fatti.
Perché è un fatto, e i miei occhi l’hanno visto, che la spina, già verso le 9 del mattino, abbia cambiato colore e che la sua punta si sia inscurita. È un fatto che, poco dopo le 16, sia spuntata, improvvisa, una gemma – o “escrescenza” o “comunque la si voglia chiamare” – di colore bianco. È un fatto che, nel giro di nemmeno un’ora, le gemme siano diventate quattro e che siano rimaste lì per ore e ore, osservabili dagli occhi di decine e decine di testimoni. Non solo dagli occhi dei 19 componenti della Speciale Commissione, incluso il notaio Paolo Porziotta e i medici della Commissione Scientifica, ma anche di quanti, a decine, hanno avuto il privilegio di entrare nella Cappella, e di quanti, a migliaia, guardavano dai maxischermi di Piazza Duomo e Piazza a Catuma; infine, di quanti, a milioni, hanno seguito la diretta TV e la diretta streaming in tutto il mondo.
Con ciò, cosa si vuole dimostrare? Che Dio esiste? Che abbiamo la soluzione per eliminare la fame, le malattie e le guerre nel mondo? Vogliamo provare che la Chiesa non è fatta di peccatori? Che è priva di macchie, anche gravi, anche vergognose? Che tutti, atei, agnostisci, indifferenti e miscredenti si devono convertire?
Niente di tutto questo. Gli stessi testimoni del miracolo sono consapevoli dei loro limiti e di quanto il dono che, loro malgrado, hanno ricevuto li impegni a cambiare vita. Dunque, come già è stato scritto, nessun cedimento a forme di esaltato fanatismo religioso.
Ma neanche nulla di quanto abbia a che fare con arzigogolate interpretazioni (chi scrive ne ha già lette e ascoltate non poche), che si arrampicano sugli specchi per spiegare quello che, se non lo si vuole chiamare miracolo o prodigio, rimane comunque come un fatto inspiegabile. Che il credente accoglie con umile commozione e come invito forte a prendere sul serio la propria fede. E che il non credente spiegherà o non spiegherà a modo suo.
Ecco, ci sono i fatti e ci sono i tentativi di dare loro un senso o di ridurne la portata. Ma i fatti sono fatti e le parole, quando li vogliono sminuire, sbattono contro la loro ostinata resistenza. Perché se le parole possono provare a spiegare, i fatti esistono e resistono e chi li ha osservati non può esimersi dall’esserne testimone.
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E’ un pesce d’aprile vero?
A dire il vero, no.
Ripete così tante volte che è un fatto che sembra quasi volersene convincere per primo. Peccato che a supporto del presunto fenomeno non sia disponibile uno straccio di provadocumentata Nel 2016 siamo ancora all’ipse dixit 🙂
Caro “scomparso”, io ho visto, lo dico e ci metto la firma. Non ho alcun bisogno di convicermi. Quanto alla mancanza di prove documentanta, la invito a informarsi meglio. Cordiali saluti
Io vorrei tanto informarmi ma è difficile trovare informazioni, video, foto decenti. Visto che lei è convinto del fenomeno straordinario che ha osservato, fornisca le prove straordinarie che merita. O chiede un atto di fede?
aggiungo che l’ironia sul mio nickname la qualifica
Caro lettore (va bene così?), non sono stato il primo a usare ironia e, ripeto, io mi firmo. Scrive che è difficile informarsi, eppure di foto e di video ne troverà davvero tanti in Rete e anche su questa testata. Le ricordo inoltro che c’è stata una diretta televisiva h24 e che il “prodigio” (o comunque lo si voglia chiamare) è stato verbalizzato con atto pubblico (che ha valore di prova anche in un processo) da un notaio a sua volta testimone oculare. Io non desidero nessun atto di fede e, anzi, ho scritto ben altro; in più, personalmente reputo che un evento come questo non generi la fede: casomai, potrebbe rafforzarla. Non capisco, in tutto questo mio dire, dove sarebbe il “pesce d’aprile” da lei sospettato. Cordialità.