
La seconda delle liste di “cose da fare” pubblicate dal regista americano a seguito della vittoria di Trump
Michael Moore, per chi non lo conoscesse, è un regista, sceneggiatore e scrittore americano, fra i pochi ad aver intuito con mesi di anticipo che Trump avrebbe vinto le elezioni. Aveva scritto le sue ragioni in un ormai noto articolo intitolato “5 motivi per cui Donald Trump vincerà”. Da sempre sostenitore di posizioni molto progressiste, è oggi uno dei punti di riferimento di chi protesta a seguito della vittoria del miliardario repubblicano.
Dal giorno dopo l’elezionie di Trump, Moore ha preso a scrivere delle liste di “cose da fare” urgentemente, che puntualmente pubblica sul suo profilo Facebook. Al di là della fattibilità o della reale opportunità delle “cose” riportate, le liste sono molto rappresentative dell’atmosfera che si vive oggi negli Stati Uniti. Oltre che un ottimo modo di comprendere dall’interno le dinamiche sviluppatesi nel prima e nel post elezioni. Abbiamo allora tradotto in italiano queste liste. Ieri abbiamo pubblicato la prima, oggi la seconda, ancora più corposa e specifica.
1 – Formare rapidamente e in maniera decisa un movimento d’opposizione come non s’è più visto dal 1960. Farò la mia parte per aiutare a metterlo in piedi (Bernie, Elizabeth Warren, MoveOn, la comunità hip-hop, DFA, etc. E sono sicuro che molti altri lo faranno). Il nucleo di questa forza di opposizione sarà alimentato dai giovani che, come successo con Occupy Wall Street e Black Lives Matter, non tollerano le stronzate e non si danno pace nella loro lotta di resistenza all’autorità. Questi non hanno nulla da spartire con i razzisti e misogeni.
2 – Pianificare il processo d’impeachment per Trump. Proprio come i repubblicani stavano pianificando di fare con la Presidente Hillary fin dal primo giorno, dobbiamo tenere pronto l’apparato che dovrà andargli contro nel momento in cui tradirà il suo giuramento e violerà la legge. Allora dovremo rimuoverlo dal suo incarico.
3 – Impegnarsi fin d’ora in una vigorosa lotta (contemplando la disobbedienza civile, se necessaria) per bloccare qualunque nomina di Donald Trump alla Corte Suprema che non riteniamo consona. Chiediamo ai senatori democratici un ostruzionismo determinato nel caso di eventuali designati che non fossero dalla parte dei cittadini americani o che si opponessero ai diritti delle donne, degli immigrati e dei poveri. Questo non è negoziabile.
4 – Chiedere al Partito Democratico di scusarsi con Bernie Sanders per aver pianificato le primarie contro di lui, per aver spinto la stampa ad ignorare la sua campagna, per aver dato alla Clinton le domande in anticipo al dibattito di Flint, per la sua latente attitudine discriminatoria verso gli anziani e gli ebrei con cui ha provato a sottrargli voti proprio a causa dell’età e del suo credo religioso; nonché per il sistema anti-democratico dei “superdelegati” non eletti da nessuno. Adesso sappiamo che Bernie era un colpo azzeccato e sarebbe potuto essere lui il candidato – da vero outsider e simbolo di cambiamento – che avrebbe acceso la base e sconfitto sonoramente Donald Trump. Se nessuna scusa arriverà rapidamente dal Partito Democratico, va bene lo stesso, quando il partito sarà nostro, pubblicheremo le scuse di persona (vedi “Lista di cose da fare n. 1”).
5 – Chiedere al Presidente Obama di nominare un procuratore speciale per indagare chi e che cosa ci fosse dietro l’intromissione illegale del Direttore dell’FBI James Comey 11 giorni prima che si svolgessero le elezioni presidenziali. [Comey ha reso pubblica l’analisi delle mail della Clinton, nonostante il dipartimento di Giustizia da cui lui stesso dipende, gli avesse ordinato di non farlo, ndr].
6 – Essere da pungolo, intanto che nella mente di ognuno è ancora fresco quanto successo, per sistemare le storture del nostro sistema elettorale: (a) eliminare i collegi elettorali, solo voto popolare; (b) solo schede di carta, niente voto elettronico; (c) il giorno del voto deve essere un giorno di vacanza per tutti, o essere fissato nel week end in modo che più persone vadano a votare; (d) tutti i cittadini, indipendentemente dai loro problemi con la giustizia, devono avere diritto di voto (negli stati in bilico come Florida o Virginia, al 30/40% fra gli uomini di colore è stato proibito per legge di votare).
7 – Convincere il Presidente Obama a fare immediatamente quello che avrebbe dovuto fare un anno fa: inviare il corpo d’ingegneri dell’esercito a Flint per sostituire tutte le tubature che avvelenano l’acqua. Non è cambiato niente: l’acqua a Flint è ancora inutilizzabile.