David Bowie

David Bowie. Una grande voce. Una leggenda. Un eroe, ma non solo per un giorno come dice una delle sue canzoni. I suoi brani, la colonna sonora della mia giovinezza.

Ricordo ancora i suoi primi, ma determinati passi nel mondo della musica.

Ricordo che lo vedevo cantare per gli amici, appoggiato al muretto della sua scuola a Bromley, sud-est di Londra. Era ancora molto giovane, eppure riusciva già ad incatenare a sé gli occhi dei suoi coetanei. Le sue immense doti canore riscuotevano sguardi meravigliati ed incuriositi dai passanti.

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Ricordo di essere rimasta anche per ore ad ammirare il suo talento nascosta dietro una siepe. Di tanto in tanto lo sentivo discutere con i suoi amici sul brano successivo da cantare, ma ero troppo timida per alzarmi e suggerirne uno io.

Beh, oggi non lo sono più. Oggi vorrei che mi cantassi ‘Heroes’, David.

Già oggi, oggi che tu non ci sei.

E allora sai che ho fatto? Ho portato la mia radio per strada, in Beckenham High Street. Proprio qui, infatti, sorgeva il tuo rinomato Art Lab, dove prima si trovava un vecchio pub chiamato “The Three Tuns”.

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Non dimenticherò quanto fossi contento di salire su quel misero palchetto ed esibirti di fronte ad un pugno di gente. Non dimenticherò gli amici, tutti artisti emergenti, che portavi con te in quelle serate.

Io ero sempre lì, ti guardavo da lontano, me lo facevo bastare.

Ora, invece, voglio sentirti un po’ più vicino e faccio risuonare l’aria di Beckenham con le tue canzoni.

Esattamente come hai fatto tu, agli albori della tua carriera, quando hai organizzato un grande festival gratuito nel parco qui vicino.

Ora mi rimane solo la memoria di quell’evento, racchiuso nelle parole della canzone “Memories of a Free Festival” che inizia a suonare alla mia radio.

Sempre più gente si avvicina. C’è chi canta, chi balla, chi porta dei fiori dal proprio giardino, chi lascia lettere o peluches, chi piange per la tua scomparsa…

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David, io non ci credo. Non posso credere che tu sia morto.

Molto più probabilmente sei solo volato via, su un altro pianeta. E chissà, magari ora puoi dirci se c’è vita su Marte.

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