Il suo Zanzare. Breve ronzio attorno al Gargano, una lettura per cuori che battono forte, soffrono e pensano

Un uomo buono, un uomo umile e disponibile, un uomo innamorato della sua terra e della sua gente, un artista poliedrico, musicista, cantautore e poeta: è questo l’uomo che ho scoperto quasi per caso.

Per caso no: me lo ha fatto scoprire la sua compagna, Marianna Milone, che, incrociandomi in quel di San Severo, ha voluto farmi dono di Zanzare. Breve ronzio attorno al Gargano, la silloge poetica che ha per autore Matteo Marolla e che è uscita postuma, nel marzo 2023, per i tipi di Malatesta Editrice.

Sì, perché Matteo è scomparso prematuramente, il 16 settembre 2022, lasciando attoniti i suoi concittadini, i suoi amici, chi lo ha amato, persino gli allievi della casa circondariale.

Di questi ultimi lo stesso Matteo aveva scritto:  «A dire il vero non so nulla di nessuno, sono quasi 2 mesi che faccio lezioni di chitarra ai detenuti e non ancora mi interessa sapere cos’hanno fatto: mi basta sapere che sono lì con me, i miei allievi e in quell’ora sono loro ad insegnarmi tanto, con i loro sguardi, i loro sorrisi, le loro smorfie e i loro desideri di fare quella o quell’altra canzone. Sono loro che modificano il programma del corso di chitarra che ho preparato ed io ci sto. L’agente dal gabbiotto mi fa il segno dell’orologio. Facciamo l’ultimo brano che io suono e loro cantano, come una specie di sigla di chiusura, e i loro sguardi concentrati sui fogli del testo mi danno un’indescrivibile emozione. Poi si alzano e ci salutiamo. La frase frequente è ‘Professò, mi raccomando, non ci abbandonare!’»[1].

Ho scelto di presentarvi così Matteo Marolla, con gli occhi di chi lo ha conosciuto e con le sue parole, le stesse, per tono e intensità, che trovate in Zanzare e che testimoniano una sensibilità sopraffine, di quelle fuori dal comune, di quelle che si pagano con un cuore che batte a mille, e lacrima e gioisce, e soffre e si spacca. Ma lascia il segno.

Non sarà un caso che, all’indomani dell’ingiusta scomparsa di Matteo, è immediatamente sorta l’Associazione Matteo Marolla, che si propone di “continuare a realizzare i suoi sogni e mantenere vivo il suo ricordo”. Come non sono casuali le parole con cui Marianna dedica la pubblicazione al suo uomo buono: «È qui che ti prometto eternità».

Della sua poesia, scrive Enrico Fraccacreta: «Zanzare, breve ronzio sul Gargano. Poesie, ballate, testi inediti, di Matteo Marolla, musicista, artista di notevole spessore. Questi racconti denotano il suo stile, un sommesso megafono, un poderoso sussurro dell’autentico talento naturale. Nessun urlo conclamato, ma leggere detonazioni d’autore firmate con quella cifra del disincanto riconoscibile ovunque in queste liriche. Ma Matteo Marolla è anche un’avanguardia esistenziale, versi, di carattere fantastico, in uno stile rapido e vivace, con le chiuse giuste che liberano nell’aria la voglia di vivere».

Una lettura per cuori buoni, che battono forte, soffrono e pensano. Per questo amano ed anche sorridono. Persino nella mancanza.

[1] Lacrime in carcere, il ricordo di Matteo e la speranza di un detenuto: “Voglio riprendere la mia vita con la mia famiglia“, https://www.foggiatoday.it/cronaca/concerto-corso-chitarra-matteo-marolla-casa-circondariale-san-severo.html


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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...