“Che giri fanno due vite”

(Marco Mengoni, Davide Petrella, Davide Simonetta)

– Come hai fatto a non ubriacarti di successo?

– Sono Marco Mengoni, sono nato il 25 dicembre 1988, vengo da Ronciglione, un paese di ottomila abitanti. Sono cresciuto con mio nonno, eravamo tra orto e animali, ovviamente mucche, questo mi ricordo.

– La prima telefonata che hai fatto?

– Ho chiamato mia mamma e non mi ha risposto, per ben due volte. Poi, a un certo punto, mi ha risposto e mi ha detto: “E scusa, noi stavamo festeggiando in piazza, quindi non potevo risponderti …Era in piazza”.

(Domenica IN, Speciale Sanremo. 12 febbraio 2023)

Vi lascio il link, lui merita di essere visto ed ascoltato, noi meritiamo di vederlo ed ascoltarlo. E lo meritano i nostri figli ed i nostri nipoti, perché questo essere umano che crede negli esseri umani, con la più disarmante delle semplicità, ci sta dimostrando dove sta il punto di non ritorno che bisogna ad ogni costo andare a riprendere, se vogliamo il bene dei nostri ragazzi, se vogliamo salvarli da qualsiasi degrado o possibile deriva.

Il nonno, la mamma. Anche papà eh, sennò si offende (cit.).

Questo adulto è quello che è perché, da bambino, è cresciuto, evidentemente, con adulti significativi.

Non ho altro da aggiungere. Cliccate su quel link e mettetevi in posizione di ascolto: concentratevi sul suo sguardo, guardategli dentro, attraversatelo e lasciate che vi attraversi.

È tutta salute e segnatelo da qualche parte: in questa gabbia di matti (Gino Paoli a ottantotto anni, sul palco dell’Ariston 2023), Marco Mengoni è la differenza. Marco Mengoni è storia.


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Sono una frase, un verso, più raramente una cifra, che letta al contrario mantiene inalterato il suo significato. Un palindromo. Un’acca, quella che fondamentalmente è muta, si fa i fatti suoi, ma ha questa strana caratteristica di cambiare il suono alle parole; il fatto che ci sia o meno, a volte fa la differenza e quindi bisogna imparare ad usarla. Mi presento: Myriam Acca Massarelli, laureata in scienze religiose, insegnante di religione cattolica, pugliese trapiantata da pochissimo nel più profondo nord, quello da cui anche Aosta è distante, ma verso sud. In cammino, alla ricerca, non sempre serenamente, più spesso ardentemente. Assetata, ogni tanto in sosta, osservatrice deformata, incapace di dare nulla per scontato, intollerante alle regole, da sempre esausta delle formule. Non possiedo verità, non dico bugie ed ho un’idea di fondo: nonostante tutto, sempre, può valerne la pena. Ed in quel percorso, in cui il viaggio vale un milione di volte più della meta ed in cui il traguardo non è mai un luogo, talvolta, ho imparato, conviene fidarsi ed affidarsi.