Maestro nel tempo emotivo dei ricordi
Nelle poesie di Marcel Proust viene fuori il suo animo giovanile rapito da giochi verbali, dediche, scherzi, descrizioni di pittori e musicisti secondo il suo sentire, di “allenamenti” spontanei nel poetizzare.
Le sue parole comunque riescono ad impressionarci attraverso immagini mentali che scaturiscono dalla sua penna ricca di scene delicate, sognanti, di tele finemente dipinte con i colori di accostamenti arditi e straordinariamente d’effetto.
La lettura dei suoi versi placa l’animo in subbuglio e trasporta in una dimensione onirica seppur fortemente cosciente:
“poussière de baisers autour des bouches lasses…Le vague devient tendre, et le tout près, lointain”
“polvere di baci intorno a bocche stanche…Il vago si fa tenero e ciò che è vicino, lontano”
“L’oiseau sacré c’est notre poète, notre âme. Notre âme est poésie. Hélas l’oiseau s’est tu! Somnambules plaintifs caressés ou battus vers quel but courons-nous, oublieux de notre âme?”
“L’uccello sacro è in noi il poeta, è l’anima. L’anima è poesia. L’uccello ahimè ha taciuto! Sonnambuli gementi coccolati o battuti dove corriamo dimentichi della nostra anima?”
“Sourire du regret et larmes de l’Espoir “
“Sorriso del rimpianto e Speranza che piange”
“Il pleut des pleurs dans des ténèbres éclairées”
“Nelle tenebre schiarate piovono lacrime”
[traduzione di Luciana Frezza]
Questi versi sono i semi che germoglieranno dando vita alla sua opera magistrale “À la recherche du temps perdu” dove i ricordi sia volontari che spontanei, le sensazioni che scaturiscono inconsapevolmente e con fervore, il tempo nel suo evolversi al di fuori e interiormente attraverso i battiti sincopati di un cuore che vive ci mostrano un uomo che ci offre tutta la sua emotività.
Un’emotività che si traduce in scrittura veritiera in un tempo ritrovato e al contempo soggettivo nel suo svolgersi.
Un’emotività di forte impatto che riesce a lasciare il segno sin dai suoi primissimi tentativi poetici.