Un anno che accenderà i riflettori sull’Italia ferita dalla pandemia

Persone, Pianeta e Prosperità.

Sono questi i tre pilastri su cui poggerà l’Agenda italiana per la Presidenza del G20, la prima della storia del nostro Paese.

Il 22 novembre, durante il G20, Riyadh Summit, l’Arabia Saudita – Presidente di turno G20 nel 2020 – durante l’incontro con gli altri Grandi, avvenuto solo per via telematica, ha lasciato formalmente il testimone al nostro Paese che assumerà la presidenza a partire dal 1 dicembre e accoglierà gli altri grandi della terra in Italia durante il summit del 30 e 31 0ttobre 2021.

Il prossimo, sarà un anno importante a livello internazionale per l’Italia che, oltre al G20, ospiterà il Global Healt Summit – summit sulla sanità in sinergia con la Commissione Europea e organizzerà insieme al Regno Unito la Cop26, Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sul clima, appuntamento che si svolgerà a Glasgow il prossimo novembre.

Un anno che accenderà i riflettori sull’Italia ferita dalla pandemia e dalle conseguenze dell’emergenza sul nostro tessuto sociale, sull’occupazione, sul turismo, sul sistema sanitario messo allo stremo dalla seconda ondata pandemica.

Un anno – il 2021 – che porterà non solo l’Italia, ma tutti i governi  a misurarsi sugli effetti che la pandemia da Covid-19 avrà lasciato sui loro sistemi sanitari, economici, sociali e finanziari e il G20 sugli effetti di questa crisi senza precedenti a livello globale.

E sarà sicuramente – al di là del prestigio internazionale e dalla visibilità mediatica che la presidenza del G20 e il Global healt summit offriranno – un anno difficile per il nostro Paese.

Sperando che ormai le settimane peggiori della pandemia siano passate e potendo contare sul vaccino – che il Presidente del Consiglio Conte al Riyadh summit si è augurato sia un diritto “equo e accessibile a livello universale”.

Il G20, che raggruppa i 20 grandi della terra – Argentina, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Italia, India, Indonesia, Giappone, Messico, Repubblica di Corea, Russia, Arabia Saudita, Sud Africa, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti, Unione Europea – rappresenta il 90% del Pil mondiale, i due terzi della popolazione e l’80% del commercio mondiale, oltre al 60% dei terreni coltivabili a livello globale e l’80% del commercio agricolo su scala mondiale.

L’organizzazione internazionale del G20 – meno famosa del celebre G7 –  raggruppa le 20 economie più importanti del pianeta ed è  nata nel 1999 per sviluppare soluzioni politiche alla crisi finanziaria asiatica degli anni precedenti, aprendo i suoi lavori solo ai Ministri delle finanze e ai Governatori delle banche centrali.

Nel 2008 si è deciso di dargli la governance attuale: ovvero una consultazione a livello di capi di Stato e di Governo che riunisce annualmente le principali leadership mondiali, i 19 grandi della terra più l’Unione Europea rappresentata dal Presidente della Commissione.

Dai soli temi finanziari poi, il G20 a partire dal 2010, in seguito alla grande recessione, è diventato un luogo di discussione – grazie ai cosiddetti  Engagement groups, gruppi di lavoro che coinvolgono esperti in varie policy – dei grandi temi globali quali cambiamento climatico, migrazioni, lavoro, energia, risorse e alimentazione.

Dopo la presidenza dell’Arabia Saudita tra pochi giorni sarà il turno dell’Italia e, come già detto in precedenza, i pilastri su cui poggerà l’agenda italiana saranno tre P: Persone, Pianeta e Prosperità.

Nel quadro del primo pilastro – le persone – il governo promuoverà azioni che andranno non solo nella direzione di mettere al centro la protezione sociale di coloro che rischiano di restare indietro a causa degli stravolgimenti sociali della pandemia, ma anche nella valorizzazione del ruolo delle donne e nell’accesso di tutti al vaccino anti-Covid.

Il secondo pilastro – Pianeta –è connesso agli obbiettivi dell’European Green Deal e alla ricerca di un nuovo modello di sviluppo rispettoso dell’ambiente e della giusta gestione delle risorse naturali.

Il pilastro della Prosperità andrà a mettere in risalto politiche atte alla transizione digitale – come già auspicato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza –e alla ricerca di soluzioni per uno sviluppo economico inclusivo e del benessere per tutti.

La presidenza del G20 italiana si inquadra in un momento storico in cui non solo si potranno toccare con mano gli effetti globali della pandemia, ma anche per riscoprire e rimettere al centro il multilateralismo.

Dopo anni difficili, fatti di strappi e tensioni internazionali dovuti a guerre commerciali e alla continua rincorsa dello scontro nel mito del “prima i miei interessi”, l’avvio dell’Amministrazione Biden incoraggia a sperare in un cambio di approccio nella gestione e ricerca di soluzioni globali riguardanti il clima, il commercio internazionale, la distribuzione dei vaccini e sulle questioni economiche riguardanti i debiti pubblici dei paesi, lievitati inesorabilmente durante la pandemia

Perché, mai come in questi ultimi mesi, tutti – dalle città, alle regioni fino alle grandi potenze regionali e mondiali –si sono resi conto di quanto collaborare, aiutarsi e cercare soluzioni da condividere con spirito di solidarietà, sia indispensabile per rispondere alle sfide globali del mondo dopo il Covid-19.