
Quella notte ci ha dato l’illusione che il nostro Paese sarebbe stato immortale, l’eternità dell’urlo di Tardelli cozzava contro la geometria euclidea dei tedeschi. Quell’11 luglio 1982 sedevamo tutti accanto a Sandro Pertini, ci immedesimavamo in lui, eravamo lui.
Al ritorno, sul volo diretto Madrid-Roma, l’allora Presidente della Repubblica improvvisò uno scopone scientifico con Bearzot, Zoff e Scirea, solo successivamente ammise ai suoi avversari che il talento di racimolare denari, settebello e settanta, lo aveva allenato sul fronte dell’Isonzo quasi mezzo secolo prima. Quella notte si sentiva tra amici, a suo agio, così, appena sbarcato a Fiumicino, si fece accompagnare a San Giovanni di Stella, dove era nato, non prima però di sostare in una piccola trattoria del bolognese. D’altronde, che c’è di meglio che scaricare l’adrenalina davanti ad autentici tortellini emiliani?
La prescelta bottega dei sapori era rustica, resa ancor più caratteristica da uno sconclusionato gruppo di musicisti che, in una sera d’estate così afosa, non si sarebbero nemmeno voluti esibire. Il genere era alternativo, qualcosa che assomigliasse al rock demenziale, be’, se ti fai chiamare “Skiantos”, qualche rotella fuori posto devi averla di sicuro!
L’animatore del gruppo di scapestrati era così preso dalla dinamicità delle canzoni che, in un primo momento, non si accorse del prestigioso spettatore. Lo abbiamo definito animatore, ma avremmo potuto chiamarlo frontman, cantautore, scrittore, attore o disc jockey. Forse, Roberto “Freak” Antoni, non era nient’altro che un artista.
“Venga giovanotto, le offro un flut di Sauvignon’’ disse, a fine serata, il tipo che poche ore prima si trovava sugli spalti del Bernabeu. “Volentieri, Presidente. Lo sa, esattamente quattro anni fa mi laureavo e oggi bevo dello spumante con lei, se lo raccontassi in giro, nessuno mi crederebbe!’’
Già, perché Freak Antoni aveva conseguito il suo titolo di studio proprio il 12 luglio del ’78 all’Università di Bologna e, siccome i cavalli vincenti si vedono alla partenza, ottenne il dottorato in Lettere e Filosofia presentando una tesi intitolata: “Il Viaggio dei Cuori Solitari: temi fantastici sulle canzoni dei Beatles’’. Considerato un guru negli ambienti indie dell’epoca, amava immaginarsi una sorta di assurdo Che Guevara e, infatti, la sua creatività era tra le più stimolanti nel quadro dei terremoti artistico-culturali post “Movimento del ‘77’’. Quando pubblica l’album “Ironikontemporaneo”, Freak Antoni si rivolge all’interlocutore con una musica bizzarramente accompagnata da versi surreali, un Marinetti post litteram che fa breccia nel cuore dei popoli con messaggi attuali ma futuristi ancor prima che futuribili.
Il 12 febbraio 2014, all’età di 59 anni, Freak Antoni si sente autorizzato ad andarsene, in fondo, come aveva già preannunciato nell’epitaffio recapitato alla sede legale dei Punx Crew “la maggior parte degli artisti ha bisogno dei suoi spazi e apprezza molto gli ozi”.