
Una tesi di laurea da 110/110 e lode per Giuseppe Denicastro, conseguita alla Bocconi di Milano
Quando la passione calcistica diventa argomento per una tesi di laurea, allora questo connubio può dare risultati veramente lusinghieri.
Così è stato per il neo dottore Giuseppe Denicastro, che nei giorni scorsi si è laureato brillantemente con 110/110 con lode all’Università commerciale “Luigi Bocconi” di Milano, Facoltà di Economia, Corso di Laurea in Economia Aziendale e Managment, con una tesi avente come titolo: “Le direzioni strategiche di crescita di un Club di calcio: il caso F.C. Internazionale Milano”, relatore il prof. Antonio Palmieri.
Prima di avventurarci nell’illustrare questa valente tesi, va sottolineato che il neo dottore Giuseppe Denicastro, barlettano doc, ha ereditato questa “sanguigna” passione dal papà Michele, tanto che da giovane studente, oltre a gremire gli spalti del “Putilli” della Città della Disfida, ha assaporato il pathos che aleggia a San Siro ogni qualvolta scendono in campo i neroazzurri.
Per chi scrive, che parteggia (ahimè!) per i colori avversari, quelli rossoneri, è facilmente intuibile cosa possa passare nel cuore di un giovane tifoso che si accinge a proporre una tesi di laurea non convenzionale. Giocoforza, ardire e quindi proporre al proprio magister e ricevere il consenso a preparare una tesi sulla squadra calcistica per cui si soffre e si gioisce, è sicuramente ciò che ogni laureando desidera.
Ma torniamo alla tesi sul F.C. Internazionale Milano. Questa ricerca ha approfondito determinate dinamiche e scenari che negli ultimi anni stanno impattando sul settore del calcio. Dal fenomeno del business del calcio europeo, la tesi si è poi concentrata sul club neroazzurro.
Denicastro ha quindi sviluppato la relazione in 3 capitoli. Dai cambiamenti principali che stanno avvenendo a livello internazionale, è passato ad analizzare il caso del club F.C. Internazionale Milano e le direzioni di crescita da questo intraprese. In particolare, si è soffermato sulla storia degli ultimi anni del club, con un focus particolare sui cambi di proprietà e sulle conseguenze che questi hanno avuto a livello strategico. Nell’ ultimo capitolo sono state analizzate le direzioni di crescita che il club ha adottato dall’arrivo della proprietà cinese degli Zhang e il modo in cui queste visioni strategiche hanno impattato positivamente sui risultati, sportivi e non.
Nello studiare le scelte strategiche della società, soprattutto riguardo a tre vettori di crescita quali quello del rinnovamento/costruzione di uno stadio, la digitalizzazione e la comunicazione del club e l’internazionalizzazione della società e lo sviluppo del brand Inter, abbiamo deciso di illustrarvi quella parte, quanto mai attuale, relativa alla possibilità di realizzare un nuovo stadio al posto dello storico “Giuseppe Meazza” e della collaborazione con l’A.C. Milan in questo progetto per “un nuovo stadio per Milano”.
Nuovo impianto o restyling del Meazza?
I vantaggi di uno stadio di proprietà moderno e multifunzionale
Come già accennato in questo lavoro, lo stadio di proprietà è una delle leve più importanti a disposizione di una società per trasformare il club in un’impresa di business di successo. Non è un caso che dei top 20 club europei per fatturato, 15 abbiano uno stadio di proprietà (Giudice, 2020). In Italia si ha un esempio lampante dei vantaggi di uno stadio moderno: la Juventus è passata dai 10 milioni di euro di ricavi da gara del 2010-2011, ultima stagione giocata nel vecchio stadio, l’Olimpico, ai 66 milioni raggiunti nelle ultime stagioni, ottenendo così una crescita del 560% (Sport economy, 2020).
Le ragioni del successo dei moderni impianti sono molteplici. In primis perché molto spesso si ha un “effetto-prezzo” (Giudice 2020): spesso i club che hanno investito in stadi nuovi possono imporre un prezzo del biglietto sensibilmente più alto, se riescono a stimolare nel modo giusto la curiosità del tifoso. Un nuovo stadio ha un appeal più forte sui supporters: spesso e volentieri sono dei capolavori architettonici avvenieristici, dei monumenti da visitare e vivere e, ovviamente, perché offrono servizi sensibilmente superiori, che giustificano un rialzo dei prezzi.
Per quanto riguarda il portafoglio ticketing del club, sta assumendo sempre più importanza l’offerta hospitality, che porta gli stadi a dotarsi di aree corporate e sky boxe. Inoltre, nel caso l’impianto fosse di proprietà del club, questo non dovrebbe sostenere costi per affitto e concessioni d’uso. Ma i vantaggi non si fermano solo all’impianto sportivo in sè. Vi sono diverse fonti di ricavo alternative derivanti dagli stadi moderni. Molto spesso sorgono all’interno di progetti più ampi che vedono la riqualificazione di interi quartieri, affiancando allo stadio la costruzione di ristoranti, hotels, bar e altre facilities che permettono di aumentare sensibilmente i ricavi.
Un’infrastruttura all’avanguardia, riconosciuta a livello internazionale, può inoltre incidere sensibilmente sul prestigio del brand, permettendo di ottenere sponsorizzazioni più vantaggiose. Un esempio è il caso dei Naming Rights, ormai molto presenti nel panorama calcistico: si tratta di ricavi provenienti dalla cessione dei diritti sul nome dello stadio a terzi, che possono portare nelle casse delle società svariate decine di milioni di euro all’anno. Ancora una volta, in Italia, la Juventus ha fatto da apripista, riuscendo a garantirsi ingenti ricavi attraverso la cessione dei diritti sul nome del proprio stadio, lo Juventus Stadium, che da pochi anni ha preso l’appellativo di “Allianz Stadium”.
La collaborazione con l’A.C. Milan e nel progetto “un nuovo stadio per Milano”
“Ha bisogno di un nuovo stadio Milano e anche i due club, perché se vogliamo competere in Europa ad alti livelli, i club hanno bisogno delle infrastrutture all’altezza degli altri club europei e questo chiaramente aiuterà nella crescita economica e nel poter investire in nuovi giocatori per raggiungere anche dei successi sportivi” (Un nuovo stadio per Milano, 2019). Queste sono le parole rilasciate a Skytg24 da Alessandro Antonello, Amministratore Delegato dell’Inter. Emerge la chiara volontà di fare un passo in avanti per quanto riguarda lo stadio. E si è deciso di farlo in collaborazione con l’altra squadra storica della città, l’A.C. Milan. L’ottima gestione congiunta dell’attuale stadio, lo storico Giuseppe Meazza, ha fatto sì che i due club continuassero insieme il percorso per la costruzione di un nuovo stadio. Ma soprattutto, dal punto di vista economico, l’unione di intenti di due giganti del calcio in un unico progetto, permetterebbe di ottenere le giuste risorse finanziarie per regalare a Milano uno degli stadi migliori del mondo. Per questi motivi è nato ufficialmente il progetto congiunto dei due club “Un nuovo stadio per Milano”: un investimento ambizioso, come lo sono i circa 1,2 miliardi di euro (Spaziante, 2021) messi a disposizione dai due club per la realizzazione dell’intero progetto, compresa la costruzione del distretto multifunzionale in cui sorgerà lo stadio.
L’attuale stadio, il Giuseppe Meazza, conosciuto anche come “San Siro”, pur avendo un valore storico enorme, è considerato dalla società obsoleto e inadatto agli obiettivi ambiziosi dei due club, che ritengono sia impossibile continuare alle condizioni attuali dello stadio. La struttura non è infatti capace di soddisfare le esigenze del calcio attuale, per quanto concerne funzionalità, sicurezza e presenza di attività accessorie generatrici di ricavi, fondamentali per rendere un club competitivo a livello mondiale.
D’altra parte, la sua riqualificazione è una strada difficilmente percorribile, perché economicamente insostenibile. Questa scelta costringerebbe i club a disputare le partite altrove per anni, in stadi provvisori, di secondo piano, numericamente e qualitativamente inferiori, con conseguenti perdite economiche notevoli. Per entrambi i club si stimano mancati guadagni per 115 milioni di euro in cinque anni. La ristrutturazione dell’attuale stadio comporterebbe costi enormi, circa 510 milioni, una cifra vicina ai 650 milioni necessari per costruire un nuovo impianto. Inoltre, nemmeno la riqualificazione, riuscirebbe ad eliminare alcune problematiche di fondo del Meazza, dovute a com’ è stata costruita e pensata l’intera struttura. In seguito sono riportati, alcuni dei motivi per i quali la costruzione di un nuovo stadio risulterebbe la scelta migliore (Un nuovo stadio per Milano, 2019).
A queste ragioni si aggiungono motivazioni sportive: il nuovo stadio presenterebbe degli spalti più a ridosso del campo e sarebbe costruito in modo da massimizzare il rumore dei tifosi all’interno dello stadio. Così facendo si produrrebbe una maggiore “rumorosità” del pubblico, in grado di fornire un vantaggio considerevole alla squadra di casa in termini di supporto. Un esempio di questo effetto è riscontrabile nello Juventus Stadium: a detta di molti giocatori, esso è stato fondamentale per il raggiungimento dei tanti successi della Juventus negli ultimi anni.
Per questa serie di ragioni i club hanno deciso di investire fortemente nella creazione di un “nuovo San Siro”: questo prevederebbe la demolizione dell’attuale impianto e il ricollocamento nel nuovo progetto solo di alcuni elementi iconici del vecchio stadio.
L’obiettivo dei club è quello di riqualificare l’intero quartiere, per renderlo uno Sport & Entertainment district, a disposizione di tutta la cittadinanza (Spaziante, 2020). Un distretto vivibile 365 giorni l’anno, con numerose attività accessorie, tra cui hotel, palestre, musei, cinema, centri commerciali… Al centro del distretto sorgerebbe ovviamente il nuovo stadio.
Al momento due sono i progetti presi in considerazione: il primo è “la Cattedrale”, idea lanciata dallo studio di architettura Populus, mentre il secondo sono “gli Anelli di Milano” di Sportium. L’impianto dovrebbe avere una capienza ridotta di circa 60.000 spettatori, in linea con la frequenze medie di spettatori fatte registrare negli ultimi anni. Secondo le parole dell’A.D. Antonello si cercherà di soddisfare la domanda media, offrendo fasce di prezzo per servizi diversi. In questo senso i club vorrebbero aumentare la presenza di posti altamente remunerativi, come i posti corporate dedicati alle aziende, che nell’impianto attuale rappresentano circa il 4% del totale, contro una media Europea del 12 % (Un nuovo stadio per Milano, 2019).
A prescindere da chi contribuirà alla costruzione del nuovo San Siro, la rivista specializzata “Calcio e Finanza” (2019), stima che l’intero distretto, tenendo conto non solo dello stadio, ma anche del comparto multifunzionale, potrebbe generare ricavi per 124 milioni di euro l’anno. Circa 69 di questi arriveranno dallo stadio, mentre i restanti 65 dal distretto ricreativo. Un importante ruolo viene attribuito ai naming rights, che potrebbero generare incassi per 13,8 milioni di euro l’anno. Mentre museo e tour dello stadio contribuirebbero per circa 16 milioni di euro l’anno. Si ipotizzano poi altri 3,2 milioni di ricavi ottenibili dalla ristorazione e 11,4 milioni dagli eventi.
È importante sottolineare anche che un aumento notevole dei ricavi sarà dato anche dalle aree commerciali e dagli uffici, che potrebbero generare introiti rispettivamente per 24,5 e 18 milioni di euro.
La conferma dell’aumento dei ricavi attesi arriva dall’amministratore delegato stesso dell’Internazionale: come riportato sempre da “Calcio & Finanza”, in un’assemblea dei soci, il dirigente Antonello avrebbe affermato che “l’effetto ragionevolmente atteso dal nuovo stadio prevede raddoppio degli incassi legati alle operazioni dello stadio rispetto a quanto accade oggi. Tale effetto si baserà sulla capacità del nuovo stadio di offrire servizi aggiuntivi rispetto alla struttura esistente.” La differenza quindi verrà registrata soprattutto grazie ai ricavi da servizi aggiuntivi, che con lo stadio attuale vengono quantificati in “soli” 10 milioni di euro (Spaziante, 2021).
I numeri citati spiegano quindi perché la società è proiettata verso questo tipo di soluzione. Un’importante parte del futuro dell’Inter passa da questa scelta strategica, una tappa obbligatoria se la Società vuole riuscire ad ottenere ricavi da top club Europeo ed essere competitiva sul campo.
Tuttavia, ad oggi, la costruzione del distretto non è ancora scontata, e le tempistiche rimangono incerte. Soprattutto in seguito alla pandemia e alla situazione finanziaria preoccupante del club, vi è la necessità di completare l’opera in tempi ristretti, possibilmente entro il 2026. Sarebbe di importanza vitale sia per il club, che per il calcio Italiano in generale, che in Italia si riesca finalmente ad intraprendere questa strada e recuperare il terreno perso nei confronti dei club spagnoli, inglesi e tedeschi.